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Modem, appuntamento quotidiano (dal lunedì al venerdì) in onda dal 2000, dedicato ai principali temi d’attualità, che vengono analizzati, approfonditi e contestualizzati principalmente attraverso l’apporto ed il confronto di ospiti in diretta.
Le notizie scorrono veloci, si sviluppano e si perdono, sono abbondanti. Modem, ogni mattina, sceglie e propone un tema di sicuro interesse. Lo racconta con uno stile diverso da quello dell'attualità. Cerca e trova interlocutori di qualità per spiegare e dibattere ciò che è successo e ciò che potrebbe succedere. È la trasmissione che dice i "perché" e aiuta a decodificare gli eventi destinata a tutti gli interessati ad andare oltre la notizia del giorno e che desiderano approfondire in maniera immediata il tema prescelto tramite dibattiti e interviste in diretta, reportage, collegamenti, approfondimenti, schede interne.
Modem offre regolarmente anche delle rubriche.
Modem Evento: una serata-dibattito e di incontro con il pubblico.
Modem Giovani: su argomenti che riguardano direttamente il mondo giovanile con tra gli ospiti anche i ragazzi.
Modem Incontro: non un dibattito, ma un'intervista con un solo ospite.
Una puntata al giorno, alle 08.30, per 5 giorni la settimana, da settembre a metà giugno.
- 4203 - Modem Evento: Mendrisio al voto
Spazio al terzo dibattito che dedichiamo alle Elezioni comunali. Modem è in diretta da Genestrerio, quartiere di Mendrisio, alla presenza di studenti dei Centri professionali di Mendrisio e del Liceo cantonale.
Mendrisio, assurta allo status di città dal 2013 - dopo l’ultima grande aggregazione – quasi 16mila abitanti… una popolazione stabile negli ultimi 4-5 anni, una vivacità politica presente (fosse solo per le raccolte firme e i referendum), polo culturale e accademico – oggi si conta anche la SUPSI. Eppure quando si parla di Mendrisio sembra sempre di star parlando di una piccola città, che ha poca voce in capitolo sul piano regionale e nazionale…
Ne parleremo con 7 ospiti tutti candidati per il Municipio:
Samuele Cavadini,sindaco uscente, PLR
Daniele Caverzasio, municipale uscente per la LEGA
Claudia Crivelli Barella, candidata per l’Alternativa
Davina Fitas, candidata per il CENTRO
Massimo Cerutti, municipale uscente – eletto 3 anni fa sulla lista PLR e oggi in quota UDC
Anastasia Gilardi, candidata sulla Lista Civica per Mendrisio
Paolo Haegler,candidato per Avanti con Ticino e Lavoro
Fri, 22 Mar 2024 - 54min - 4202 - Giovani, c’è chi fa fatica
A dirlo uno studio di Dipendenze Svizzere, secondo cui i ragazzi e le ragazze nel nostro paese sono sempre più vulnerabili e non protetti a sufficienza. Un fenomeno che colpisce in particolare le ragazze tra i 13 e i 15 anni.
In questo contesto di difficoltà sono generalmente in aumento le forme di dipendenza: alcool, fumo, droghe leggere e pesanti e uso problematico di internet. Basta dire che il 12% dei quindicenni ha già abusato di sonniferi o di tranquillizzanti. Un disagio giovanile che sta affollando i reparti d’ospedale che si prendono cura di queste patologie.
Ricordando che in Svizzera la maggior parte dei giovani sta bene, discutiamo con:
Sara Fumagalli, psichiatra e psicoterapeuta della Clinica Santa Croce di Orselina
Edo Carrasco, operatore sociale e direttore della Fondazione “Il Gabbiano”
Markus Meury, portavoce di Dipendenze SvizzeraThu, 21 Mar 2024 - 30min - 4201 - In Italia Swisscom raddoppia
Settimana scorsa la conferma: Swisscom rileva Vodafone Italia per 8 miliardi di euro e rafforza le sue attività nella Penisola dove già possiede Fastweb e dove diventerà il secondo operatore nel campo delle telecomunicazioni, dietro solo a TIM, vale a dire a Telecom Italia. L’acquisizione ha fatto e farà discutere non solo perché è la più importante mai conclusa da Swisscom all’estero o perché il mercato italiano della telefonia è considerato il più competitivo e rischioso d’Europa, ma anche e forse soprattutto perché ripropone, in campo politico, un paio di domande non nuove: se Swisscom per crescere deve prendere rischi all’estero, bisogna privatizzarla? Se Swisscom per garantire il servizio universale in Svizzera deve restare in mano pubblica, bisogna impedirle di prendere rischi all’estero?
Nei discutiamo con due consiglieri nazionali:
Paolo Pamini, UDC
Martin Candinas, Alleanza del CentroE con:
Andrea Biondi, giornalista de Il Sole 24 OreWed, 20 Mar 2024 - 30min - 4200 - CH-UE: si riparte
A quasi tre anni dall’abbandono unilaterale, da parte della Svizzera, dei negoziati per un accordo quadro, ieri sono ufficialmente ripartiti i negoziati fra Svizzera e Unione europea per nuovi accordi bilaterali che forse permetteranno di aggiornare le regole degli scambi.
Lo scopo è arrivare, entro la fine dell’anno, ad accordi nei rami dell’energia, della libera circolazione delle persone e dei trasporti terrestri. In alcuni casi si tratta di nuove intese in altri di aggiornamenti di accordi esistenti. Al centro delle discussioni non vi sono soltanto questioni economiche ma ugualmente elementi istituzionali, come la ripresa dinamica del diritto o il coinvolgimento della Corte di giustizia europea, saranno parte delle discussioni.
Proprio su questi ultimi aspetti, in Svizzera, non tutti la vedono allo stesso modo sull’opportunità, sulle implicazioni e soprattutto sulle possibili conseguenze per la sovranità del nostro paese. Fra un’isola indipendente (felice o infelice) e un Paese (coeso o non coeso) connesso con i suoi vicini, vi proponiamo un faccia a faccia in diretta tra:
MARCO CHIESA – presidente della commissione affari esteri del Consiglio degli Stati e presidente uscente dell’UDC nazionale;
JON PULT – consigliere nazionale PS, GR.
Modem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSI e RSIPlay.
Tue, 19 Mar 2024 - 30min - 4199 - Cronaca di un’elezione annunciata
Dopo 24 anni di potere ininterrotto di Vladimir Putin, da domani la Russia avrà ... ancora lo stesso presidente. Sempre lui, sempre Vladimir Putin.
Scontato l’esito delle elezioni che si sono tenute questo finesettimana, nessuno si aspettava qualcosa di diverso. Anche perché - com’è già stato ampiamente detto - qualcosa di diverso era de facto impossibile.
Ma cosa significa Putin per la Russia e per i russi? Di quanto sostegno gode davvero? È possibile immaginare il Paese senza di lui, ora? Quali le alternative? E che ruolo ha giocato in queste elezioni la guerra – o nel linguaggio ufficiale di Mosca l’ “operazione speciale” - in Ucraina?
Ne parliamo con:
CHIARA SAVI, inviata in Russia del radiogiornale RSI per le elezioni
GIOVANNI SAVINO, esperto di nazionalismo russo e professore all’Università Federico II di Napoli
VALERY PANYUSHKIN, scrittore e giornalista russo, già inviato di guerra, ha lavorato per le principali testate indipendenti russe, tra cui il giornale Novaya Gazeta. Ora vive a Riga.
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Mon, 18 Mar 2024 - 30min - 4198 - Modem Evento: Locarno al voto
Puntata di Modem evento in esterno, dal Centro Professionale Tecnico di Locarno, per questo secondo dibattito elettorale in vista delle Comunali del prossimo 14 aprile. Sotto la nostra lente metteremo la città di Locarno, con i suoi problemi, le sue sfide e le sue possibili carte vincenti da giocare sul tavolo della politica ma anche della tenuta sociale e finanziaria di questo polo, il terzo per numero di abitanti, del Canton Ticino.
Un polo dalla chiara vocazione turistica ma che cerca, anche in altri settori, la linfa necessaria per poter crescere, in un contesto non certo facile, in particolare per il calo demografico degli ultimi anni e per una certa fragilità dei conti pubblici. Senza contare l’eterno cantiere aperto delle aggregazioni, un vero e proprio tabù nell’intera regione del Locarnese.
Ne parleremo con sei candidati al Municipio:
Bruno Baeriswil, candidato del gruppo Lega/UDC e Indipendenti;
Gianfranco Cavalli, candidato di Sinistra Unita, e segretario politico del Partito operaio e popolare;
Bruno Cereghetti, candidato di Avanti con Ticino&Lavoro;
Marco Pellegrini, candidato del Centro;
Nicola Pini, municipale uscente, del PLR;
Pierluigi Zanchi, municipale uscente, della Lista Verdi e Indipendenti.
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Fri, 15 Mar 2024 - 1h 00min - 4197 - Di frontiere, accoglienza e statuti
Alla fine di quest’anno saranno 30 forse 40’000 le persone che avranno varcato le frontiere svizzere per chiedere asilo politico oppure per ragioni economiche. A queste persone si aggiungono gli oltre 65’000 cittadini ucraini che beneficiano dello statuto S e godono di protezione speciale. Il nuovo consigliere federale responsabile di questo dossier, Beat Jans, ha promesso una svolta nella gestione migratoria: procedure ultrarapide per chi arriva dai paesi nordafricani e maggiore severità con chi è recidivo nel commettere reati. Ma per una parte della politica questo non basta. UDC e Lega chiedono con insistenza il ripristino dei controlli sistematici alle frontiere. Anche il PLR lancia la sua offensiva puntando sull’espulsione sistematica di chi non ottiene l’asilo e sulla conclusione di accordi di riammissione sia con i paesi di provenienza, sia con paesi terzi. La sinistra insiste invece sulla necessità di accogliere chi fugge da situazioni invivibili e sull’inserimento rapido nel mondo del lavoro di chi ottiene il diritto di restare. Modem dibatte, da Berna, coni consiglieri nazionali:
LORENZO QUADRI – Lega dei ticinesi
GIORGIO FONIO – Alleanza del Centro
Intervista registrata a:
GRETA GYSIN – I Verdi, presidente della Commissione istituzioni politicheThu, 14 Mar 2024 - 30min - 4196 - Haiti nel caos
La crisi senza fine di Haiti, sfociata nel caos un mese fa quando i gruppi armati hanno attaccato la capitale Port-au-Prince e culminata ieri con le dimissioni del primo ministro Ariel Henry. La tragedia umanitaria e sociale di Haiti mai veramente rialzatasi dalle crisi precedenti, sin dal violentissimo terremoto del 2010, attraverso turbolenze istituzionali fino all’assassinio nel luglio del 2021 del presidente in carica Jovenel Moise.
Oggi torniamo ad accendere i riflettori sulla parte est dell’isola caraibica di Hispanionla, Haiti appunto. Lo facciamo per rendere conto di un vero e proprio caos istituzionale, politico e soprattutto umanitario e cercheremo di comprenderne le origini con l’aiuto di:
Laura Daverio, collaboratrice RSI dal centroamerica
Antonella Mori, direttrice del programma America latina dell’Ispi e professoressa all’Università Bocconi di Milano
Testimonianza registrata di Sandro Agustoni, missionario per la Diocesi di Lugano nel sud del Paese.
Wed, 13 Mar 2024 - 29min - 4195 - Fisco: tu, io e gli altri
Come risolvere il problema della discriminazione fiscale delle coppie sposate? È una questione di cui si discute da almeno 40 anni. A livello cantonale è già stata più o meno risolta con diverse metodologie fiscali. A livello federale non si è mai riusciti a farlo.
Sulla spinta di un’iniziativa popolare consegnata dalle Donne PLR, il Consiglio federale propone ora di introdurre, sia a livello federale sia a livello cantonale, il modello della tassazione individuale per tutti, anche per i partner delle coppie sposate o registrate: i salari di marito e moglie non verrebbero più addizionati in un’unica dichiarazione d’imposta, ma resterebbero distinti in due dichiarazioni individuali, come avviene per i “single” o per i partner delle coppie di concubini.
Secondo il Governo, un simile modello sopprimerebbe la discriminazione fiscale delle coppie sposate e incentiverebbe l’entrata delle donne nel mercato del lavoro. C’è però chi lo contesta perché penalizzerebbe la famiglia tradizionale: quella dove un partner non lavora o lavora poco.
Ne discutiamo con:
Anna Giacometti - consigliera nazionale PLR GR
Martin Candinas- consigliere nazionale Il Centro GR
Bruno Storni- consigliere nazionale PS TITue, 12 Mar 2024 - 30min - 4194 - Democrazia e libertà
Dalla Grecia antica al suffragio universale, passando attraverso guerre, rivendicazioni e distorsioni. La democrazia è nata come modello imperfetto per gestire la cosa pubblica ed è rimasta un modo di governare totalmente perfettibile. Ha dei limiti, non si applica allo stesso modo in tutte le società e non è necessariamente esportabile ovunque e a qualsiasi prezzo. La Storia ci insegna.
La Svizzera però ne va fiera. Forse persino più fiera di altri paesi occidentali. A livello federale i cittadini -maschi prima e cittadinanza tutta dal 1971- hanno votato ben 700 volte su vari temi. Eppure negli indici mondiali sull’applicazione della democrazia, i paesi nordeuropei ci battono.
Modem ha preso spunto dalla pubblicazione del libro “Democrazia e libertà” di Adriano Cavadini per moderarne la presentazione pubblica al Centro svizzero di Milano. E vi propone una sintesi della discussione che ne è scaturita. Con:
ADRIANO CAVADINI – ex consigliere nazionale PLR TIFERRUCCIO DE BORTOLI – giornalista e presidente Fondazione Corriere della Sera
ALBERTO MARTINELLI – prof. emerito di sociologia e scienze politiche
Mon, 11 Mar 2024 - 30min - 4193 - Modem Evento: Bellinzona al voto
Modem Evento oggi dalla Scuola cantonale di Commercio di Bellinzona per una puntata un po’ speciale: la prima di una seria di 4 che dedicheremo alle elezioni comunali del 14 aprile. Oggi appunto per parlare delle sfide di Bellinzona fra nuovi investimenti e vita di quartiere. I prossimi appuntamenti toccheranno anche Locarno, Mendrisio, Lugano. La formula è semplice: un candidato al Municipio per ogni lista presentata. A Bellinzona per questa puntata ci sono i seguenti 9 candidati:
Mario Branda, sindaco uscente, Ps, lista Unità di sinistra;
Camilla Guidotti, candidata del Centro;
Marco Pellegrini, candidato per il PLR;
Ivano Beltraminelli, UDC, candidato per la lista Lega/UDC;
Per coloro che in Municipio non hanno rappresentanti, ci sono:
Maura Mossi Nembrini, per il movimento Più Donne, che fa lista con Avanti con Ticino e Lavoro;
Orlando Del Don, candidato per il Noce;
Daniele Machado, Verdi, Verdi+Forum Alternativo;
Martino Colombo, Movimento per il Socialismo, lista MpS e Indipendenti;
Jürg Heim, candidato per HelvEthica.Fri, 08 Mar 2024 - 54min - 4192 - In Guerra chi rompe paga?
Dagli yacht degli oligarchi alle riserve estere della Banca centrale della Federazione russa, sono centinaia i miliardi di proprietà russa che l’Occidente ha congelato, dopo l’aggressione di Mosca all’Ucraina due anni fa. Miliardi che si vorrebbero poter usare per ricostruire l’Ucraina. Ma farlo, in modo legale, è più facile a dirsi che a farsi.
Oggi a Berna il Consiglio degli Stati ha iniziato la discussione proprio sul ruolo della Svizzera nell’elaborazione di una base legale relativa al congelamento – ed eventualmente al sequestro – dei beni statali russi, in particolare quei quasi 300 miliardi di franchi di riserve estere della Banca nazionale russa, che si stima si trovino in Europa. Sette milioni e mezzo quelli in Svizzera.
Cinque le mozioni in discussione, tutte hanno il sostegno del Governo e tutte chiedono la stessa cosa: che il Consiglio federale si faccia promotore – attivo – “affinché si istituisca una base legale a livello internazionale, che permetta che i beni di uno Stato che ne aggredisce un altro vengano confiscati e usati per risarcire l’aggredito…” attualmente una simile base legale, non esiste.
Si tratta di una tematica complessa che da due anni è oggetto di analisi, discussioni e anche scontri politici a livello internazionale. E che, nel caso della Svizzera, ha implicazioni specifiche legate al suo statuto di Paese neutrale. Ne discutiamo oggi a Modem con tre ospiti:
LORENZO QUADRI, consigliere nazionale Lega dei Ticinesi
CARLO SOMMARUGA, consigliere agli Stati PS/GE
TARCISIO GAZZINI, professore di Diritto internazionale all’Università di Padova
Thu, 07 Mar 2024 - 30min - 4191 - Trump pigliatutto nelle primarie USA
Si è votato in una quindicina di stati e in palio c’erano circa un terzo dei delegati elettorali, a conti fatti per novembre si prospetta una replica dello scontro di quattro anni fa fra Trump e Biden. Una corsa verso la Casa Bianca che si ripresenta serrata e il cui esito dipenderà da numerose variabili; menzioniamo qui la questione dell’età dei due candidati, la spada di Damocle dei procedimenti giudiziari aperti contro Donald Trump e la voglia di un cambio generazionale, gradita a molti elettori finora rappresentati solo da Nikki Haley.
Se ne discute a Modem con:
Raffaella Baritono, Professoressa ordinaria di Storia e politica degli Stati Uniti presso il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Bologna
Andrew Spannaus,giornalista, analista USA in Italia
Andrea Vosti,corrispondente RSI negli USAModem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSI e RSIPlay.
Wed, 06 Mar 2024 - 30min - 4190 - Cannabis, che aria tira?
Di Cannabis e del suo futuro – più o meno legale – nel nostro Paese. Di progetti pilota per una distribuzione ad uso ricreativo, di contrasto al mercato nero o ancora di eccessiva banalizzazione dei consumi di Marjiuana... insomma che aria tira attorno all’annosa questione della liberalizzazione della Cannabis in Svizzera?
Oggi parliamo dunque di “legalizzazione della Cannabis”, questo il termine esatto utilizzato in una iniziativa del Canton Soletta che verrà discussa questa mattina in Consiglio nazionale. Ne parliamo non tanto per riferire dell’esito di questa proposta (che tra l’altro si accoda ad un’altra iniziativa parlamentare (promossa dall’esponente del Centro Heinz Siegenthaler) già accolta e il cui progetto di legge occuperà i prossimi due anni) piuttosto per guardare un po’ più da vicino la questione di una legalizzazione, liberalizzazione, depenalizzazione che non hanno mai fatto smettere di discutere negli ultimi 20 – 30 anni... non solo nella Berna federale ma anche in Canton Ticino che visse - a cavallo degli anni 2000 - un periodo abbastanza tumultuoso attorno al fenomeno dei Canapai (che peraltro sfruttavano una falla nella legge)
Ne parliamo con
Simone Gianini, consigliere nazionale del PLR
Fabrizio Sirica, copresidente del Partito socialista in Ticino
Tue, 05 Mar 2024 - 30min - 4189 - Tredicesima AVS: il si al 58.2%
Doveva essere una votazione tirata, è invece stato un trionfo per chi aveva puntato sulla perdita di potere d’acquisto e sull’aiuto agli anziani in difficoltà. Se per ora i fautori del si festeggiano, resta da chiarire come verrà finanziata questa tredicesima AVS.
Nel campo dei critici c’è delusione e ci si chiede come reagire, anche perché le finanze federali hanno conosciuto tempi migliori e fra qualche mese si voterà sulla riforma del secondo pilastro. Senza dimenticare il no deciso del popolo alla proposta di alzare l’età del pensionamento.
Ne discutono a Modem:
Chiara Landi, sindacalista Unia Ticino
Monica Rühl, direttrice di Economiesuisse
Sean Mueller, politologo Università di Losanna
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Mon, 04 Mar 2024 - 30min - 4188 - La spesa che pesa
Ma questa sofferenza quanto è generalizzata, settoriale? Perché se è vero che c’è chi chiude filiali, dall’altra parte c’è anche chi ne apre di nuove. Dati dell’Ufficio federale di statistica alla mano, per l’insieme del Paese, da fine 2021 si registra un trend in calo della cifra d’affari … ma va detto che la pandemia – e la chiusura delle frontiere – aveva aiutato una parte del commercio al dettaglio.
Di certo il settore deve far fronte in tutto il Pese e non solo a varie sfide, congiunturali – franco forte, inflazione - e – per così dire – epocali, pensiamo alle vendite online. Ma oltre a queste sfide, quanto il Ticino è un sonderfall, un caso particolare, e qui il pensiero va subito alla… spesa oltrenconfine? E quanto è opportuno – e possibile – combattere questo fenomeno?
Ne parliamo con:
ANTONELLA CRÜZER, segretaria generale ACSI
MATTIA KELLER, direttore Migros TI
STEFANO RIZZI, direttore divisione Economia TI
ALESSANDRO SIVIERO, esperto di marketing e docente senior SUPSI
Modem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay.
Fri, 01 Mar 2024 - 29min - 4187 - Pubblico e parapubblico: il giorno dello sciopero!
Il Ticino si prepara a quello che, a detta dei sindacati, potrebbe essere il più grande sciopero del settore pubblico e para-pubblico (sono 20’000 i lavoratori interessati) mai visto sin qui. La politica rimarrà a guardare, convinta di quanto sia già stato deciso o i manifestanti riusciranno ad ottenere qualcosa in più? Il margine di manovra, dopo il voto sul preventivo 2024 del Cantone, sembra lasciare poco spazio alle richieste della piazza. È normale quindi chiedersi se si stia parlando di rivendicazioni legittime o se, come sostenuto da alcuni partiti, tutto sommato si tratti di una sorta di capriccio.
Sta di fatto che oggi, scioperanti e manifestanti, chiederanno al Governo di rinunciare alla non sostituzione del 20% del personale partente, ribadiranno che 400 fr. una tantum e due giorni e mezzo di vacanza non bastano per compensare l’aumento del costo della vita. Più in generale chiederanno uno stop ai tagli nel settore pubblico e in particolare nelle scuole, nel settore sociosanitario e in quello socioeducativo (anche in vista del preventivo 2025).
Il personale statale quindi torna in piazza e lo fa nonostante le concessioni fatte dal parlamento dopo la manifestazione “stop ai tagli” del 20 gennaio, grazie (probabilmente in parte) alla quale si è rinunciato ai tagli previsti per i sussidi ai premi di cassa malati e si è rinunciato al taglio del 2% sui salari del personale dello Stato che superano i 60’000 franchi l’anno.
Questo sciopero servirà ancora a qualcosa o non farà altro che alimentare il fuoco di chi crede che ci sia una classe di lavoratori privilegiata, quella degli statali, e gli altri, che arrancano e lo fanno in silenzio?
Ne discutiamo con:
Xavier Daniel, segretario del sindacato OCST;
Alessandro Speziali, presidente del PLR ticinese e deputato in Gran Consiglio.
Interventi registrati di:
Sabrina Aldi, deputata in Gran Consiglio per la Lega dei Ticinesi;
Enrico Quaresmini, portavoce della rete ErreDiPi.
Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Thu, 29 Feb 2024 - 31min - 4186 - Bastano 16 anni per poter votare?
Torna sui banchi del parlamento la proposta di accordare il diritto di voto e di elezione a partire dai 16 anni. Il tema è rimbalzato più volte fra l’aula del Consiglio nazionale - favorevole - e la sua Commissione per i diritti politici - contraria. Numericamente i fronti erano molto vicini, ma ora ad inizio legislatura sarà un parlamento rinnovato a decidere se stralciare la proposta, così come proposto dalla maggioranza della Commissione. Sedicenni che a livello cantonale finora hanno ricevuto il diritto di voto solo nel Canton Glarona.
I sostenitori del “si” sottolineano il potenziale politico che si potrebbe mobilitare coinvolgendo prima i giovani. Gli scettici, che sostengono il “no”, pongono invece l’accento sulle incoerenze che verrebbero a crearsi fra diritti e doveri. Per esempio si potrebbe votare a 16 anni, ma senza il diritto di firmare un contratto.
I due ospiti della puntata siedono in Consiglio Nazionale:
Tamara Funiciello, PS Berna
Piero Marchesi, UDC Ticino
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Wed, 28 Feb 2024 - 30min - 4185 - La ferrovia del futuro
In materia di binari, la Svizzera ha un primato: è il Paese che dispone della più alta densità ferroviaria in Europa. Una rete che necessita però di nuovi e costanti investimenti, anche per quanto riguarda la manutenzione. Un tema che ha occupato il Consiglio nazionale nella sua prima giornata di dibattiti in questa sessione primaverile delle Camere federali. Con un risultato: il fondo per le infrastrutture ferroviarie finanzierà quasi 3 miliardi di franchi per realizzare o completare diversi progetti. Si va dal raddoppio completo dei binari nella galleria del Lötschberg, ad nuovo tunnel tra Losanna e Ginevra passando da vari potenziamenti attorno alla città di Zurigo. Interessato anche in Ticino, con il terzo binario di Bellinzona e la nuova stazione in Piazza indipendenza. Il via libera del Parlamento – il Nazionale si è allineato ad una precedente decisione degli Stati - riguarda anche il nuovo tram-treno nel Luganese. Un dibattito che ha messo in evidenza i diversi interessi regionali, con la Romandia in particolare, ad alzare la voce. A detta di diverse deputate francofone la Romandia sarebbe il parente povero delle ferrovie svizzere.
Argomenti che abbiamo affrontato con:
Alex Farinelli, consigliere nazionale del PLR e Bruno Storni, del Partito socialista. E con un paio di interventi registrati dalla seduta del Consiglio nazionale
Occasione anche per parlare della liberalizzazione del traffico internazionale dei passeggeri, prevista nella bozza del nuovo accordo tra Svizzera e Unione europea, i cosiddetti Bilaterali 3. Tema che farà di certo discutere, se e quando i negoziati con l’UE entreranno nel vivo.
Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Tue, 27 Feb 2024 - 29min - 4184 - Quo vadis Senegal?
La democrazia senegalese è sotto attacco;tutti, o quasi, di questo tenore i titoli dei principali giornali che coprono le notizie dal paese africano che dal 3 febbraio scorso è improvvisamente precipitato in una crisi istituzionale. A 48 ore dall’inizio ufficiale della campagna elettorale l’attuale presidente del Senegal, Macky Sall, il cui mandato scade il prossimo 2 aprile, aveva infatti annunciato il rinvio delle elezioni, originariamente previste per la giornata di ieri.
Una mossa giustificata da un “mantenimento dell’ordine pubblico” e per permettere di fare chiarezza attorno alle dispute che riguardano la lista dei candidati. Giustificazioni che non hanno convinto l’opposizione e la comunità internazionale ma soprattutto che hanno scatenato una crisi istituzionale senza precedenti in uno dei paesi più democraticamente stabili del Continente. A sostenere le proteste è arrivata anche la decisione del Consiglio costituzionale senegalese che ha dichiarato contraria alla Costituzione la legge che rinvia le elezioni presidenziali al 15 dicembre 2024 e ha annullato il relativo decreto del Presidente. Macky Sall, ha quindi indetto, per oggi e domani, una sorta di tavola rotonda allo scopo di giungere ad un accordo sulla data delle prossime elezioni presidenziali. Basterà questo a riportare sui binari della democrazia il paese dell’Africa occidentale?
A Modem ne discutiamo con:
Giovanni Carbone, Responsabile del Programma Africa dell’ISPI e professore di scienze politiche all’Università statale di Milano;
Matteo Fraschini Koffi, collaboratore RSI dalla regione;
Bettina Müller, inviata RSI in Senegal.
Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Mon, 26 Feb 2024 - 30min - 4183 - Due anni di guerra
Doveva durare qualche settimana … sabato saranno due anni dall’aggressione della Russia all’Ucraina. In occasione di questo anniversario, dedichiamo la puntata – l’ennesima – di Modem a questa guerra.
Facendo il punto della situazione al fronte: i recenti successi militari della Russia quanto sono davvero importanti e in che ottica, militare o diplomatica? Quanto pesa e quanto peserà in futuro – sulle sorti del conflitto - il calo degli aiuti militari da parte degli alleati di Kiev?
Interpellando i nostri ospiti su quale sia la vita – a due anni da quel 24 febbraio del 2022 – degli Ucraini, quelli nelle zone meno colpite dal conflitto, ma anche quelli che vivono sulla linea del fronte o nei territori occupati
E, infine, discutendo dei possibili sviluppi del conflitto. Con noi:
Vincenzo Camporini, Generale in pensione, già capo di Stato maggiore dell’Aereonautica militare e della difesa in Italia
Davide Maria De Luca, nostro collaboratore, giornalista che vive a Kiev
Luca Steinmann, anche lui nostro ospite, in varie occasioni, in questi due anni. Ha seguito sul terreno il conflitto, in particolare dalle regioni occupate dai Russi, da qualche mese è rientrato proprio dal Donbass sotto controllo di Mosca
Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Fri, 23 Feb 2024 - 30min - 4182 - Quale destino per Julian Assange?
Torniamo sul caso Assange, dopo due giorni di udienze dell’Alta Corte di Giustizia britannica chiamata a decidere sull’istanza d’appello presentata dal co-fondatore di Wikileaks contro la sua estradizione negli Stati Uniti, dove è accusato di spionaggio e rischia fino a 175 anni di carcere. Per una decisione dei magistrati britannici occorrerà verosimilmente attendere qualche giorno, ma questa interminabile vicenda giudiziaria, tornata sotto i riflettori dell’attualità, ripropone interrogativi fondamentali sui principi della giustizia e della democrazia, sulla libertà dell’informazione, ed ora anche e sempre più sul rispetto dei diritti umani.
Per l’avvocata e attivista per i diritti umani, Stella Assange, moglie di Julian, detenuto da quasi cinque anni in Inghilterra si tratta di una persecuzione politica. In America Assange deve rispondere della pubblicazione di decine di migliaia di documenti militari e diplomatici segreti, trafugati da Chelsea Manning, un’analista dell’intelligence dell’esercito statunitense condannata a 35 anni di prigione, poi “graziata” da Barack Obama dopo sette anni di carcere. I file rivelavano rapporti diplomatici nascosti e rivelazioni sulle morti di civili nelle guerre USA in Iraq e Afghanistan, così come i nomi di coloro che, sul posto, stavano collaborando con i servizi e le forze armate statunitensi. Un’estradizione giustificata o un attacco alla libertà di informare?
Ne discutiamo con:Mauro Barberis, professore di filosofia e teoria del diritto all’Università degli Studi di Trieste;
Philip Di Salvo, ricercatore all’Università di San Gallo;
Stefania Maurizi, giornalista d’inchiesta.Thu, 22 Feb 2024 - 29min - 4181 - In pensione a 66 anni...e forse anche oltre
In pensione a 66 anni? E forse anche oltre
È la seconda iniziativa popolare in votazione il prossimo 3 marzo. È stata lanciata dai Giovani Liberali e chiede di portare gradualmente l’età di pensionamento a 66 anni, sia per le donne sia per gli uomini, e questo entro il 2033. A partire da quell’anno si dovrà poi tener conto della speranza di vita per fissare il momento della pensione, con un crescendo che nel 2042 sposterebbe la fine di una carriera lavorativa a 67 anni. L’obiettivo degli iniziativisti è quello di garantire a lungo termine la tenuta finanziaria dell’AVS. Andare in pensione più tardi significa aumentare le entrate del primo pilastro ma anche ridurre le uscite di questa assicurazione sociale nata nel 1948. Consiglio federale e parlamento hanno entrambi bocciato questa proposta, considerata troppo rigida. Inoltre l’età di pensionamento è stata appena portata a 65 anni anche per le donne, intervenire nuovamente non sarebbe politicamente opportuno. Di questi e di altri argomenti attorno alla pensione a partire dai 66 anni discuteremo con:
Anna Giacometti, consigliera nazionale PLR/GR
Jon Pult, consigliere nazionale PS/GR
Martin Candinas, consigliere nazionale Centro/GRWed, 21 Feb 2024 - 30min - 4180 - Cronaca di una morte annunciata
Una vita che si è spenta nonostante - o forse proprio per - l’attenzione dei media. Alexei Navalny il dissidente russo anti-Putin più noto a livello internazionale non è sopravvissuto alla sua condanna a 19 anni per estremismo, che si aggiungeva a un’altra pena di 9 anni che stava scontando in una colonia penale vicina al Circolo polare artico. Navalny da tempo faceva sentire la sua voce contro la corruzione di chi governa la Russia, da Vladimir Putin fino alle amministrazioni locali. Un personaggio scomodo, già scampato di misura nel 2020 ad un avvelenamento e che dopo essere stato curato all’estero era rientrato in patria per venir subito incarcerato.
Con la sua morte ci si interroga non solo sui risultati e sull’eredità che lascia Navalny, ma anche sul cosa resta dell’opposizione democratica in Russia e sul valore delle prossime elezioni presidenziali previste fra un mese. Elezioni blindate per permettere a Vladimir Putin di stravincere. Ma allora quali sono le ragioni dietro l’offensiva dell’apparato statale contro ogni dissidenza a cominciare dall’accanimento contro Alexei Navalny?
Ne discutiamo con:
Anna Zafesova, giornalista de La Stampa e per vari anni corrispondente da Mosca
Yurii Colombo, giornalista di base a Mosca
Giovanni Savino, professore all’Università di Napoli Federico II e specialista di storia della RussiaTue, 20 Feb 2024 - 30min - 4179 - Guerre e corsa al riarmo
Si potrebbe dire che sta sempre più diventando una questione di arsenali. Non per nulla il tema degli armamenti e del riarmo è stato al centro della Conferenza per la sicurezza che si è svolta in questi giorni a Monaco di Baviera. Un vertice giunto alla sua 60esima edizione che ha visto i principali leader del mondo confrontarsi sulla situazione geo-politica e militare del momento, dominata dalla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina e dal conflitto tra Israele e Hamas.
Per le cancellerie occidentali c’è al momento una priorità: aumentare le spese militari non solo per sostenere l’Ucraina ma anche per poter fornire ai propri eserciti i mezzi necessari a far fronte a scenari sempre più minacciosi, con Russia, Iran, Corea del Nord e Cina tra i sorvegliati speciali del momento. In questo contesto quale può essere il ruolo degli Stati Uniti, alla vigilia di un’elezione che potrebbe riportare Donald Trump alla Casa Bianca? E che dire della posizione dell’Unione europea e della Nato, in uno scenario in cui la diplomazia sembra aver perso la propria capacità di far tacere le armi?
Sono alcuni degli interrogativi che affrontiamo in una puntata in cui guarderemo anche alla Svizzera - che a Monaco non è riuscita a mandare nemmeno un Consigliere federale – e al ruolo della neutralità in un contesto in cui il diritto internazionale viene sempre più spesso calpestato.
Ospiti della puntata :
Greta Cristini, analista geo-politica e reporter, autrice del volume “Geo-politica, capire il mondo in guerra”
Alessandro Colombo, docente di relazioni internazionali all’Università degli Studi di Milano
Claudio Bertolotti, analista e direttore di Start Insight, centro di studi strategici a LuganoIn apertura di puntata le considerazioni di Bettina Müller, inviata RSI a Monaco di Baviera
Mon, 19 Feb 2024 - 30min - 4178 - Modem Incontro
Oggi spazio a Modem Incontro con la cantante, musicista e un po’ attrice - come lei stessa si definisce – Nina Dimitri. Figlia d’arte, il suo sorriso sembra una fotocopia di quello del papà, clown, ma, al di là delle somiglianze fisiche, Nina ha una sua personalità, schiva ma non per questo meno determinata, coraggiosa e generosa anche nel suo impegno sociale. La si potrà conoscere meglio a cominciare dal suo ultimo spettacolo, ancora in elaborazione, Verso il sole, per poi risalire il filo della sua storia e della sua evoluzione artistica, dalla nativa Centovalli, alla Bolivia e ritorno.
A cura di Paolo Dell’Oca
Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Fri, 16 Feb 2024 - 29min - 4177 - L’Europeo che si sgonfia
15 milioni per l’organizzazione degli europei femminili di calcio dell’anno prossimo. Li aveva promessi la Confederazione che adesso però fa un passo indietro, e anche grande. I milioni sono diventati solo 4, e per la verità non vengono garantiti neppure quelli. Una decisione che delude, soprattutto se si pensa all’interesse crescente di cui gode il calcio femminile in tutto il mondo e se si considera che per l’Europeo maschile del 2008 sul piatto c’erano oltre 80 milioni. Altri tempi si dirà, oggi in un periodo di ristrettezze economiche occorre chiudere i rubinetti.
Tant’è, questa decisione del Consiglio federale, annunciata lo scorso 31 gennaio, sta facendo molto discutere non solo tra i fan del movimento calcistico femminile ma anche in seno alle 8 città ospitanti della massima competizione europea che pure saranno chiamate alla cassa con investimenti non da poco.
Intanto l’Associazione Svizzera di Calcio e l’organizzazione WEURO25 sperano nel supporto del Parlamento svizzero che a suo tempo si era speso con entusiasmo a sostegno del progetto e che entro l’estate avrà la facoltà di ridiscutere il contributo da parte della Confederazione
Ne parliamo a modem con due ospiti
Fabio Regazzi, Consigliere agli Stati del Centro
Alex Farinelli, Consigliere nazionale PLR
Intervista registrata a Adrian Arnold, direttore della Comunicazione di ASF
Thu, 15 Feb 2024 - 30min - 4176 - Gaza: “se non rispondo al telefono...”
“Se non rispondo al telefono... potete pregare per me”. Pausa. “Non sto scherzando”. Parola di Safwat Kahlout, producer e giornalista palestinese. Dall’inizio della nuova guerra fra Israele e Hamas in seguito agli attacchi del 7 ottobre, lui e la sua famiglia si sono spostati già tre volte fra un rifugio provvisorio e l’altro dentro la Striscia di Gaza.
“Meglio se usi uno dei miei numeri israeliani. La loro rete telefonica è indistruttibile”, dice. A Modem tentiamo di collegarci in diretta con lui. Per poi discutere della situazione a quattro mesi dall’inizio delle nuove ostilità, della prospettiva di una tregua o di attacchi ancora più massicci, di quanto scricchiola il sostegno internazionale nei confronti di Israele.
Con noi :
· SAFWAT KAHLOUT – producer e giornalista palestinese
· ROSSELLA TERCATIN – giornalista italo-israeliana, collabora con Repubblica e con il Jerusalem Post
· MERON RAPOPORT – giornalista, attivista politico e fondatore del movimento A Land for AllWed, 14 Feb 2024 - 30min - 4175 - Carnevale come stai?
Per la puntata di Martedì Grasso, a costo di essere banali, parliamo di carnevale e di quanto ancora questa tradizione sia sentita.
Carnevali di paese, guggen, carri e gruppi, chi più chi meno, faticano a trovare spazi e nuove leve pronte ad assumersi ruoli di responsabilità. E intanto, il Rabadan, il carnevale più grande della Svizzera italiana, si appresta a concludere una 161esima edizione di successo e questo malgrado la pioggia degli scorsi giorni.
Non mancano però le discussioni: tra vecchi nostalgici del “era meglio prima!” e chi invece apprezza un carnevale più strutturato, ambizioso e forse anche un po’ pomposo. Un carnevale che da anni ormai è un vero e proprio evento, con una macchina organizzativa che nulla ha da invidiare ad altri grandi festival a livello nazionale. Normale quindi chiedersi se il modello basato sul volontario non abbia i giorni contati e se l’idea di una professionalizzazione sia già in discussione tra gli organizzatori.
Ne parliamo in studio con:
Simone Giudicetti, presidente della Lingera, Roveredo
Giovanni Capoferri, presidente del Rabadan, Bellinzona
Tue, 13 Feb 2024 - 29min - 4174 - Irlanda, Irlande
Guardiamo al delicato percorso con il quale l’Irlanda del Nord cerca di non ricadere nelle violenze a cui mise fine nel 1998, ma che la Brexit ha rischiato di fare riemergere.
Da una settimana, dopo due anni di boicottaggio unionista, Belfast ha di nuovo un Governo. E per la prima volta alla sua guida c’è una esponente del partito indipendentista Sinn Féin.
Che cosa ha consentito di uscire dallo stallo politico? Quali le sfide a cui unionisti e repubblicani dovranno rispondere? La prospettiva di un referendum per una riunificazione delle due Irlande è più vicina? E quali conseguenze potrebbe avere?
Ne discutiamo con:
FEDERICO FABBRINI - professore di diritto europeo alla Dublin City University
PIERS LUDLOW - professore di Storia alla London School of EconomicsRICCARDO MICHELUCCI- giornalista e saggista
Mon, 12 Feb 2024 - 30min - 4173 - AVS: e se facessimo 13?
Chi lavora e incassa la tredicesima forse dice fra sé e sé: la 13.ma serve per comprare i regali di Natale, per finire di pagare le imposte, per tappare qualche buco, un po’ di buchi, non tutti. Oppure invece serve solo a pagare più imposte, meglio convertirla in tempo libero se possibile, oppure ancora serve a mettere da parte qualcosa. E per chi ha smesso di lavorare ed è in pensione? Serve una 13.ma rendita AVS? Serve a tutti o solo a chi è in difficoltà economiche? Il popolo sarà d’accordo di concederla a tutti come propone l’Unione sindacale svizzera? E casomai chi pagherà e come? In vista della votazione del 3 marzo su questo tema, discutiamo con quattro parlamentari federali.
Due favorevoli alla 13.ma AVS, di cui uno a denti stretti:
LORENZO QUADRI – consigliere nazionale Lega TI
CARLO SOMMARUGA – consigliere agli Stati PS GEE due contrari alla 13.ma AVS, per i quali ci sono pareri divergenti dentro il loro partito:
FABIO REGAZZI – consigliere agli Stati Il Centro TI e presidente USAM
PAOLO PAMINI - consigliere nazionale UDC TIFri, 09 Feb 2024 - 32min - 4172 - Pensioni quo vadis
Per ora – secondo il primo sondaggio pubblicato dalla SSR a fine gennaio - l’introduzione di una 13esima rendita di vecchiaia piace al 61% del popolo svizzero, mentre la proposta di innalzamento dell’età pensionabile, invece, sembra destinata a fallire.
Ma di cosa stiamo parlando? Come leggere le due proposte in votazione, dal punto di vista delle relazioni e della solidarietà intergenerazionali? Come vedono la questione del primo, del secondo e del terzo pilastro i giovani/attivi e gli anziani/pensionati?
Partendo da due reportage ne parleremo con:
Giuliano Bonoli, professore di politiche sociali all’Università di Losanna
Jenny Assi, docente e ricercatrice al Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale della SUPSI e capoprogetto dello studio “Intergenerazionalità: una risorsa per la società”
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Thu, 08 Feb 2024 - 30min - 4171 - Il preventivo della discordia
A Modem torniamo al Preventivo del Canton Ticino, un preventivo della discordia discusso dal Parlamento con quasi un’ottantina di emendamenti presentati dai diversi gruppi politici. Sul tavolo un rapporto di maggioranza (PLR, Lega, Il Centro) e due di minoranza (UDC, PS) e un disavanzo che ha raggiunto i 130 milioni di franchi.
Un preventivo inviso da tutti, sia dai partiti di governo che da quelli all’opposizione che giunge con circa due mesi di ritardo rispetto al normale iter e ha registrato in aula momenti di tensione, unitamente a moniti sulla possibile violazione della legge sull’indebitamento pubblico. Ne parliamo a bocce non ancora ferme dagli studi di Palazzo delle Orsoline a Bellinzona con i rappresentanti dei quattro partiti di governo ovvero:
Boris Bignasca, capogruppo Lega dei ticinesi;
Matteo Quadranti, deputato PLR;
Ivo Durisch, capogruppo PS;
Maurizio Agustoni, capogruppo Il Centro;
intervista registrata a Sergio Morisoli, capogruppo UDC.
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Wed, 07 Feb 2024 - 30min - 4170 - UBS-Credit Suisse, a che punto siamo?
La prima e attesa relazione annuale della nuova mega-banca dopo l’acquisizione di Credit Suisse offre nuove indicazioni sul delicato e complesso processo d’integrazione dell’ex concorrente, che dovrebbe chiudersi entro il 2026.
UBS ha chiuso il quarto trimestre del 2023 con una perdita netta di 279 milioni di dollari, la seconda consecutiva. Una perdita che si spiega con gli oneri legati all’integrazione del Credit Suisse e alla partecipazione nell’operatore SIX. Sull’insieme dell’esercizio 2023 l’utile è da record, 29 miliardi di dollari, ma anche questo è in gran parte legato alla contabilizzazione dell’acquisto di Credit Suisse, per un prezzo inferiore al suo valore.
L’obiettivo di riduzione dei costi è stato corretto al rialzo.: da 10 a 13 miliardi di franchi di risparmi entro il 2026. Il numero dei dipendenti continua intanto a calare: a fine anno erano 112’842, -2,7% rispetto a tre mesi prima.
Come leggere questi risultati? Quali le conseguenze finora per il personale in Svizzera e quali per il futuro? Quali i costi - stimati -dell’operazione? Quali le incertezze che ancora restano: prossime tappe, obiettivi e sfide?
Ne discutiamo (prima della conferenza stampa di Sergio Ermotti) con:
Carlo Lombardini, avvocato e professore di diritto bancario all’Università di Losanna
Giovanni Barone Adesi, professore emerito di economia all’Università della Svizzera italiana
Natalia Ferrara, direttore generale Associazione svizzera impiegati di banca
Marzio Minoli, giornalista economico RSITue, 06 Feb 2024 - 30min - 4169 - Profondo rosso per l’esercito svizzero
Polemica sulle spese militari dopo che un’inchiesta della radio SRF ha fatto venire a galla problemi di liquidità per 1.4 miliardi di franchi. Per il Capo dell’esercito, Thomas Süssli, nessun errore, si tratta semplicemente di tener conto della tempistica dei vari programmi di armamento nella gestione delle spese. Pure la Consigliera federale Viola Amherd, responsabile del Dipartimento della difesa, getta acqua sul fuoco e sottolinea che non ci sono ammanchi nel bilancio militare.
All’origine della situazione il cambio di rotta del parlamento, che rispetto a quanto deciso nel 2022 - dopo l’invasione russa dell’Ucraina - a dicembre dell’anno scorso ha rinviato dal 2030 al 2035 gli obiettivi di spesa per l’esercito. Ora le contestazioni non mancano, secondo indiscrezioni di stampa se da una parte Viola Amherd sosteneva che il ridimensionamento delle spese militari non avrebbe creato gravi conseguenze, dall’altra, le Forze armate affermavano di non essere in grado di non essere in grado di riammodernare in tempi ragionevoli le forze armate. C’è del “fumo” nel Dipartimento della Difesa? Lo stesso Dipartimento, dopo diversi scandali e partenze repentine, gode della necessaria solidità?
Ne discuiamo a Modem con:
Martin Candinas, Consigliere nazionale grigionese del Centro e membro della Commissione della politica di sicurezza;
Alex Farinelli, Consigliere nazionale ticinese del PLR e membro della Commissione delle finanze;
Greta Gysin, Consigliera nazionale ticinese dei Verdi.
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Mon, 05 Feb 2024 - 29min - 4168 - L’UE rinnova il suo sostegno all’Ucraina. Con fatica
Ci si aspettava un lungo braccio di ferro a causa della minaccia di veto del premier ungherese Viktor Orban, invece ieri i capi di Stato e di governo dell’Ue hanno raggiunto un accordo sul fondo da 50 miliardi per finanziare l’Ucraina nei prossimi quattro anni. L’annuncio del presidente Charles Michel è arrivato – a sorpresa – pochi minuti dopo l’inizio del Consiglio europeo straordinario convocato per discutere la questione. Una decisione avallata anche da Budapest, senza che da parte degli altri 26 Stati membri siano state fatte grandi concessioni in cambio del sì ungherese. Ma l’ostruzionismo di Orban, che già in passato ha più volte sfidato le istituzioni europee, ha nuovamente messo in luce quanto il meccanismo delle decisioni da prendere all’unanimità (per alcune questioni), sia limitante e – per certi versi – addirittura pericoloso per l’Ue. Che conclusioni trarre quindi da quanto accaduto oggi? E come leggere questa situazione in prospettiva di un allargamento ad Est dell’Unione, Ucraina compresa? E – a proposito di Ucraina – che effetti ha sul Paese, soprattutto dal punto di vista politico, il via libera a questi 50 miliardi?
Ne parliamo con
Andrea Ostinelli -Corrispondente RSI Bruxelles
Davide Maria De Luca -Giornalista del quotidiano Domani e collaboratore RSI dall’Ucraina
Lara Piccardo -Dipartimento di scienze politiche e internazionali - Università studi di Genova
Fri, 02 Feb 2024 - 30min - 4167 - Molto social, ancora sapiens?
“Gli svizzeri non possono più fare a meno di internet e dei social media (...)eppure la stragrande maggioranzaconstata”un impatto negativo sul sonno, sulla tutela dei minori, sulla salute mentale e sul sesso”. Sono solo alcune delle conclusioni del nuovo sondaggio sull’uso di internet e dei social media, pubblicato questa mattina. L’indagine, Svizzera, come stai?, è stata condotto la scorsa primavera da Gfs.bern su incarico della SSR e ha visto la partecipazione di oltre 57’000 persone.
Questi, in estrema sintesi, i risultati che emergono: il 75% dei sondati li usa almeno una volta al giorno, ma solo il 4% è pienamente convinto che abbiano arricchito la loro vita (il 34% se si include chi è parzialmente d’accordo). Nemmeno tra i più giovani questa opinione raccoglie una maggioranza.
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Nove persone su dieci accedono a Internet con il proprio smartphone più volte al giorno e nella fascia di età tra i 19 e i 39 anni, uno su due afferma di essere connesso quasi sempre. La metà dei sondati può fare a meno di consultare i propri siti e app preferiti per al massimo un giorno prima di sentirsi irrequieti.
C’è però una minoranza (19%) che afferma di non essere mai irrequieto senza accesso al web. Questa percentuale è particolarmente alta nella Svizzera italiana (49%) e bassa in Romandia (1%), mentre sono le donne a fare un uso più intenso di Internet e dei social media.Modem coglie l’occasione per discutere di noi e social. Gli umani sono lavoratori alla catena di montaggio per le grandi piattaforme? Abbiamo gli strumenti per distinguere ciò che ci serve, ci far star bene, ci arricchisce o ci annulla?
Ne discutiamo con:
· Paolo Attivissimo – esperto informatico e giornalista;
· Eleonora Benecchi – docente di culture digitali all’USI;
· Simone Fassora – giornalista RSI che ha collaborato al sondaggio SSR.
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I dati odierni sull’andamento del commercio estero svizzero nel 2023 indicano esportazioni e importazioni entrambe in calo rispetto allo scorso anno, almeno in termini nominali. Uno studio UBS, anch’esso di oggi, parla di un’industria svizzera in recessione e non esclude la soppressione futura di 5’000 impieghi, mentre nel settore già si riparla di “lavoro ridotto”. Il contesto è noto: una valuta elvetica fortemente rafforzatasi in poco tempo; un’inflazione di cui ancora non si sa quanto sia sotto controllo; una congiuntura economica indebolita da fattori come le guerre, la competizione geopolitica, il ritorno del protezionismo; le conseguenti difficoltà di importanti partner commerciali come la Germania o la Cina. Quale la salute dell’economia svizzera, in particolare di quella d’esportazione? Quali le prospettive? Ne discutiamo con:
Giovanni Pica, decano della facoltà di economia della Università svizzera italiana
Stefano Modenini, direttore di Aiti, Associazione industrie ticinesi
Interventi registrati di:
Nicola Tettamanti, Ceo di Tecnopinz e presidente di Swissmechanic
Piero Poli, Ceo di Rivopharm e presidente di Farma Industria Ticino
Wed, 31 Jan 2024 - 31min - 4165 - Sempre meno in chiesa
In Svizzera le persone senza una confessione sono diventate il gruppo di maggioranza relativa secondo i dati 2022 dell’Ufficio federale di statistica pubblicati pochi giorni fa. La popolazione senza affiliazione religiosa arriva ormai al 34% ed è in crescita, a fronte di un 32% di cattolici e un 21% di evangelici riformati, con questi due gruppi in diminuzione.
La quota più elevata di persone senza appartenenza religiosa si riscontra nella fascia di età dai 25 ai 34 anni (42%). Solo il 16% di quelle dai 75 anni in su dichiara di non avere alcuna confessione religiosa, mentre tale quota aumenta costantemente man mano che la fascia di età scende (ad eccezione dei giovani dai 15 ai 24 anni). Nel complesso “l’assenza di credo” è maggiormente rilevata tra gli uomini che non tra le donne (il 36% contro il 31%).
Tendenze in corso da decenni, soprattutto nelle città, eppure sembra si sia arrivati ad un cambio di passo, sorgono allora vari interrogativi: da cosa aspettarci per i prossimi anni a quali saranno, per la società e per i singoli, le conseguenze di questi cambiamenti nella spiritualità. C’è anche da capire come reagiscono le istituzioni religiose. Senza dimenticare che fede e spiritualità esistono anche al di fuori delle strutture religiose organizzate. Se ne discute con:
Irene Becci, sociologa e antropologa, professoressa e decana della Facoltà di Teologia e Scienze delle Religioni dell’Università di Losanna;
Don Carlo Vassalli; vicario di Gordola e Lavertezzo e assistente della Pastorale giovanile in Ticino.
In un’intervista registrata Giovanni Barella, presidente onorario della sezione ticinese dell’Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori.
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Tue, 30 Jan 2024 - 30min - 4164 - In Ticino si fanno sempre meno figli
Tra i cantoni svizzeri il Ticino è quello che più di ogni altro soffre dello squilibrio demografico che caratterizza e preoccupa ogni paese occidentale: un rapporto tra pensionati e popolazione attiva, tra anziani e giovani, che si sposta sempre più a svantaggio dei secondi. Negli scorsi giorni in Ticino il partito del Centro ha reclamato, con quattro iniziative parlamentari, una politica familiare più incisiva, che dia maggiore sostegno a chi vuole avere figli. Più sostegno nell’alloggio, più sostegno nei sussidi, ma anche e forse soprattutto più concretezza nella conciliabilità tra lavoro e famiglia. È su quest’ultimo aspetto che porremo la nostra attenzione. Quali gli ostacoli che ancora sussistono nell’accesso delle mamme al lavoro? Quali gli ostacoli che ancora sussistono nell’accesso dei papà alla casa? In quale misura il calo delle nascite è un effettivo problema per il mondo economico? Come distribuire i compiti, in questo ambito, tra Stato ed economia? Ne discutiamo con:
Daniella Lützelschwab, responsabile del settore mercato del lavoro presso l’Unione svizzera degli imprenditori
Nora Jardini Croci Torti, co-direttrice di Equi-Lab, associazione che offre consulenza in progetti riguardanti l’equilibrio lavoro-famiglia
Ivano Dandrea, economista, membro di Coscienza svizzera, autore di ricerche sul calo della popolazione in Ticino
Mon, 29 Jan 2024 - 30min - 4163 - Una Memoria che divide
Sabato si celebra il Giorno della Memoria, voluto per commemorare le vittime della Shoah, con l’obiettivo dichiarato di “ricordare, perché non accada mai più”! Una giornata che – da quando è stata istituita nel 2005 - non ha mancato di suscitare anche polemiche. Un appuntamento che, quest’anno, viene in un certo senso travolto da quanto avviene in Palestina, dove a seguito del brutale attacco, lo scorso 7 ottobre, di Hamas contro civili israeliani, Tel Aviv ha attaccato la Striscia di Gaza causando migliaia di vittime tra i Palestinesi. Tant’è che c’è chi definisce l’azione di Israele un genocidio… Ma ha senso affrontare la giornata di domani ricordando, oltre all’orrore della Shoah, anche le persone uccise e rapite il 7 ottobre e le vittime della risposta israeliana? E quanto il Giorno della Memoria, e la memoria stessa della Shoah vengono usate e abusate oggi? Rifletteremo su questo aspetto con tre ospiti:
CLAUDIO VERCELLI, docente di studi ebraici all’università cattolica di Milano e ricercatore all’Istituto di studi storici Salvemini di Torino, storico dell’Olocausto e del conflitto Israelo-Palestinese
MICOL MEGHNAGI, ricercatrice del Dipartimento studi di guerra dell’Università di Dublino, da anni si occupa di Memoria della Shoah
RALPH FRIEDLÄNDER, vice presidente Federazione svizzera delle comunità israeliteFri, 26 Jan 2024 - 31min - 4162 - Cinema svizzero: ciak, come stai?
La 59.ma edizione delle Giornate cinematografiche di Soletta si è chiusa nello stesso giorno in cui sono state pubblicate le cifre degli abbonati Netflix.
Nel palmarès di Soletta hanno brillato soprattutto i documentari (svizzeri). A Wall Street ha brillato il titolo Netflix, colosso che nell’ultimo trimestre del 2023 ha registrato più di 13 milioni di nuovi abbonati (anche svizzeri).
Niente guerra sanguinosa in questo caso. Il cinema e i festival stanno tentando di adattarsi. In Svizzera a inizio 2024 è entrata in vigore la Lex Netflix, votata dal popolo, che impone alle piattaforme online di versare almeno il 4% del loro fatturato alla creazione svizzera.
E allora come sta il cinema svizzero? E come stanno gli svizzeri che fanno cinema?
Ne discutiamo con:
NICCOLÒ CASTELLI – dir. artistico delle Giornate cinematografiche di Soletta
ANTONIO MARIOTTI – giornalista e critico cinematografico CdT
BINDU DE STOPPANI – regista svizzera basata a Londra
Thu, 25 Jan 2024 - 30min - 4161 - Preventivo TI 2024: forse passerà
I giochi non sono ancora fatti ma, almeno all’interno della Commissione della Gestione, si è finalmente trovato un accordo di principio e quindi una maggioranza fra Lega dei ticinesi, Partito Liberale Radicale e Il Centro. La prova del nove la si avrà a partire dal 5 febbraio quando inizieranno i lavori del Gran Consiglio, perché fra emendamenti e opposizioni il voto in parlamento non sarà certo una formalità; l’UDC da una parte, Socialisti e Verdi dall’altra, presenteranno due rapporti di minoranza.
Una situazione che ha spinto Lega dei Ticinesi, Centro e PLR a trovare un compromesso di maggioranza, e fra le decisioni spiccano la rinuncia a risparmiare sui sussidi per le casse malati, oltre agli interventi di risparmio sul personale. Un compromesso che ha richiesto dei passi indietro da parte di tutti e tre i partiti, tanto che non mancano le riserve e i distinguo. In aula potrebbero così essere parecchi gli emendamenti da discutere, anche se con la proposta ora sul tavolo - grazie ai “tagli sui tagli” operati dalla Commissione della gestione - il deficit previsto sale a circa 120 milioni di franchi invece dei 97 milioni della variante del Consiglio di stato.
Su questo preventivo sofferto e combattuto e sulle prospettive finanziarie del Canton Ticino a Modem si esprimono i gran consiglieri e membri della Commissione della gestione:
Maurizio Agustoni, capogruppo del Centro in Gran consiglio;
Bixio Caprara, del Partito liberale radicale, fra i vicepresidenti della Commissione della gestione;
Michele Guerra, della Lega dei Ticinesi e presidente della Commissione della gestione.
Registrate sentiremo anche le valutazioni di Ivo Durisch, capogruppo del Partito Socialista, e di Tiziano Galeazzi, gran consigliere UDC.
Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Wed, 24 Jan 2024 - 30min - 4160 - Monete sempre più smart
Nel corso del 2023 Twint ha fatto segnare un primato: le transazioni effettuate attraverso questa piattaforma sono aumentate dell’86%. In tutto ben 590 milioni di pagamenti e di versamenti sono transitati attraverso questo servizio digitale a cui sono iscritti circa 5 milioni di cittadini svizzeri. Nato solo 7 anni fa, era il 2017, Twint non teme dunque rivali. Ed è solo uno dei tanti esempi di come la rivoluzione digitale che stiamo attraversando stia modificando i nostri comportamenti ma anche, in questo caso, tutto il mondo delle banche e della finanza. Un’evoluzione che sta mettendo parecchio sotto pressione la moneta in contanti, non per nulla le Camere federali saranno presto chiamate ad occuparsi di un’iniziativa popolare, chiamata “Il contante è libertà”, che chiede che il nostro Paese disponga “in ogni tempo di monete e banconote a sufficienza”. Della crescente digitalizzazione dei pagamenti, ma anche del ruolo del contante, parleremo con:
Edoardo Beretta, professore di macro-economia internazionale all’USI di Lugano
Alessandro Seralvo, vice-direttore della Corner Banca e responsabile della divisione Carte di pagamento
Paolo Pamini, consigliere nazionale UDC e rappresentante nella Svizzera italiana dell’iniziativa “Il contante è libertà”
Ettore Trento, portavoce di Twint, in intervista registrataTue, 23 Jan 2024 - 31min - 4159 - Ecuador nel caos
Immaginatevi un Paese sprofondare nel giro di pochi anni nell’inferno. È quanto successo all’Ecuador, che ha vissuto una terribile discesa nella violenza, legata al traffico di cocaina. Prima di raggiungere i mercati internazionali dai porti ecuadoriani transita infatti una percentuale significativa della droga prodotta tra Colombia e Perù.
I narcos hanno trasformato il Paese in un’autostrada della cocaina con varie bande criminali che si contendono il controllo del traffico di droga, mentre i governi che si sono succeduti negli ultimi anni si sono dimostrati incapaci di tenere a freno le fazioni della criminalità organizzata. Ma è solo con l’irruzione di uomini mascherati e armati di fucili, pistole e granate – due settimane fa - in diretta televisiva negli studi di TC Televisión a Guayaquil, la principale città portuale dell’Ecuador, che anche fuori dal Paese ci si è resi conto che la tenuta dello Stato andino è a rischio.
Da allora il governo ha dichiarato guerra alle bande di narcotrafficanti, con migliaia di arresti e interventi nelle carceri. Ma solo pochi giorni fa il procuratore che indagava sull’assalto alla televisione è stato ucciso in un agguato …
Cerchiamo di capire come si è arrivati a questa situazione e quali sono le implicazioni, anche internazionali, della crisi ecuadoriana con:
Elena Basso, giornalista freelance attiva in America Latina
Vincenzo Musacchio, criminologo esperto di mafie
Registrato:
Mons.Antonio Crameri, vescovo di Esmeraldas, Poschiavino nato a Locarno e da oltre vent’anni in Ecuador
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Mon, 22 Jan 2024 - 29min - 4158 - Germania malata?
Quanto sta male la Germania? La protesta degli agricoltori è sfociata in un dibattito in parlamento dopo la grande manifestazione di Berlino, lunedì, nella quale in 30’000 hanno bloccato il traffico per contestare i tagli ai sussidi al carburante agricolo decisi dal governo. La manifestazione rappresenta solo l’apice del malcontento che sta investendo il paese anche in altri settori e tra la gente: la crescita stenta (il 2023 si è chiuso in leggera recessione), i prezzi salgono, l’economia tedesca subisce più di altre delle conseguenze della guerra in Ucraina, delle rivalità geopolitiche, della “deglobalizzazione”.
Come se ciò non bastasse, una recente sentenza della Corte costituzionale ha azzerato le possibilità di intervento della mano pubblica dopo aver aperto una voragine di 60 miliardi di euro nel bilancio del governo. Tra le conseguenze di questa situazione, ce n’è una che preoccupa forse più di altre: l’impennata di popolarità del principale partito di estrema destra, l’Alternative für Deutschland (AfD), il cui indice di gradimento naviga oramai oltre il 20% a livello nazionale e addirittura oltre il 30% in alcuni Länder dell’Est del paese, dove le elezioni del prossimo autunno potrebbero portare a risultati clamorosi. C’è, già da tempo, chi chiede la messa al bando di questo partito, ma una simile decisione (giuridicamente complessa) risolverebbe i problemi del paese?
Ne discutiamo con:
Regina Krieger, giornalista, Bonn;
Walter Rahue, corrispondente della RSI a Berlino;
Beda Romano, corrispondente del Sole24Ore a Bruxelles.
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Fri, 19 Jan 2024 - 29min - 4157 - Infortuni da campioni
Tre gli infortuni eccellenti nel fine settimana di gare di sci alpino a Wengen, incidenti che hanno colpito Marco Kohler, Alexys Pinturault e Aleksander Kilde. Si è sentito parlare delle pressioni causate da calendari di gara molto densi, ma anche più o meno indirettamente da organizzatori, tifosi, sponsor e media. Gli infortuni di Wengen hanno così rilanciato il discorso sulla salute e la sicurezza nello sport di punta. Un tema che non riguarda certo il solo sci. Pressione sugli sportivi che può portare anche a dipendere dai medicamenti, e non dimentichiamo gli aspetti mentali.
Per parlarne sono ospiti di modem:
Fabio Corti, Presidente della federazione svizzera di ginnastica
Patrick Siragusa, Responsabile del Centro Cantonale ticinese di Medicina dello Sport dell’EOC
Inoltre un’intervista registrata con l’allenatore di sci Mauro Pini
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Thu, 18 Jan 2024 - 30min - 4156 - Davos e… la guerra continua
Il WEF di Davos ha riportato al centro delle attenzioni la guerra in Ucraina e le sforzi diplomatici per cercare di porre fine all’invasione russa scattata ormai quasi due anni fa. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha più volte esortato i leader occidentali a continuare ad aiutare il suo Paese, economicamente, militarmente e anche dal punto di vista diplomatico.
La Svizzera si è detta pronta ad organizzare un vertice sulla pace. “Le nostre squadre, quella svizzera e quella ucraina, sono già al lavoro”, ha fatto sapere la presidente della Confederazione Viola Amherd. In vista c’è un summit per riunire il numero più elevato possibile di Paesi e per cercare di portare al tavolo dei negoziati anche la Cina, vista come unica grande potenza capace di dialogare con la Russia.
Cosa pensare dunque di questi sforzi diplomatici? Quale il ruolo della Cina ma anche degli Stati Uniti nel cercare di uscire dal vicolo cieco della guerra? E come la Svizzera può muoversi su questo scacchiere?
Ne discutiamo con:
ROSALBA CASTELLETTI - inviata di Repubblica a MoscaLUCIANO BOZZO - direttore del Centro di studi strategici e internazionali dell’università di Firenze
PIERRE OGRABEK - inviato RSI al WEF di Davos e più volte inviato in Ucraina
Wed, 17 Jan 2024 - 30min - 4155 - La zampata di Donald Trump
È un piccolo Stato con poco più di 3 milioni di abitanti ma l’Iowaèil primo, in questo inizio 2024, a dare il via alle varie Primarie o Caucus che porteranno poi, durante l’estate, alle candidature nazionali per i due partiti in lizza: uno repubblicano e l’altro democratico.
Ieri sera, sfidando le temperature glaciali, gli elettori repubblicani (confermando i sondaggi) hanno rinnovato la loro fiducia a Donald Trump, uscito vincitore con il 51% dei voti distanziando e di molto Ron DeSantis (21%) e Nikki Haley (19%). Il Tycoon, tornato a fare campagna elettorale dopo la controversa uscita di scena di 3 anni orsono, ha così ribadito la sua leadership all’interno del Grand Old Party.
Tuttavia, per l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 e le irregolarità commesse nelle precedenti elezioni, Trump dovrà comparire i 4 diversi processi, già a partire dalla fine di questo mese e fino a maggio. L’attuale presidente, Joe Biden, ha definito il suo avversario come un “pericolo per la democrazia americana” e ha sfoderato una certa verve combattiva, pur limitata dalle 80 primavere sulle spalle.
Come si presenta allora questa campagna elettorale che porterà gli americani al voto finale il prossimo mese di novembre? Ne parliamo con:
Mario Del Pero, americanista e professore di storia delle relazioni internazionali a Science Po, Parigi;
Andrew Spannaus, giornalista e analista americano attivo in Italia;
Andrea Vosti, corrispondente RSI a Washington.
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Tue, 16 Jan 2024 - 30min - 4154 - La Cittadella della Giustizia scricchiola
Un inizio 2024 già irto d’ostacoli per la politica cantonale, ancora orfana di un preventivo – se ne parlerà forse a febbraio – e che promette battaglia contro i tagli – e qui in subbuglio è soprattutto la piazza – e in parlamento sui grandi investimenti. Fra questi l’acquisto dello Stabile EFG, già Banca del Gottardo, e la sua riconversione in “Cittadella della giustizia”. Un’occasione irripetibile e irrinunciabile per il Direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi, quella di dare una nuova casa alla Giustizia Ticinese, un progetto fermo in gestione da tanto – forse troppo tempo.
Presto dunque il parlamento cantonale dovrà esprimersi in merito all’acquisto dello stabile progettato negli anni 80 dall’architetto Mario Botta. Una transazione da 76 milioni di franchi (inizialmente il prezzo era superiore, 80 milioni di franchi) per un primo passo verso una Cittadella della Giustizia. Un progetto che vuole dare un nuovo volto alla Giustizia ticinese, oggi presente a Lugano in due stabili che mostrano i segni del tempo, il Palazzo di Giustizia e lo stabile di Via Bossi.Cittadella della Giustizia che mira a mantenere a Lugano-Centro il Tribunale d’appello (compresa la Corte d’appello attualmente a Locarno che tornerebbe a Lugano) e le Autorità regionali di protezione nel frattempo trasformate in preture di protezione. Nell’attuale Palazzo di Giustizia in via Pretorio e in Via Bossi, dopo ristrutturazione, troverebbero invece posto le autorità che indagano, tra cui la polizia cantonale, il Ministero pubblico unificato e la Magistratura dei minorenni, così come altri servizi amministrativi.
Tra il dire e il fare ci sono di mezzo i conti dello Stato e le discussioni politiche che si susseguono e si susseguiranno anche nelle prossime settimane dapprima in commissione della gestione e poi in parlamento. Ne parliamo con 4 ospiti:
Il Consigliere di Stato Norman Gobbi, Direttore del Dipartimento IstituzioniE tre membri della gestione:
Matteo Quadranti, per il partito liberale radicale, relatore del rapporto di maggioranza favorevole all’acquisto dello stabile ex EFG
Samantha Bourgoin, per i Verdi
Tiziano Galeazzi, deputato UDC e municipale di LuganoMon, 15 Jan 2024 - 30min - 4152 - Taiwan al voto
Sabato i taiwanesi votano per eleggere il presidente e rinnovare il parlamento. L’attuale vicepresidente Lai Ching-te (William Lai), del Partito democratico progressista (Dpp, attualmente al governo), è il grande favorito del voto. Il suo principale avversario è Hou Yu-ih, candidato del Kuomintang (Kmt), formazione favorevole a relazioni più strette con Pechino.
Il voto è seguito con attenzione dalla Cina, che considera Taiwan una sua provincia ribelle, e dagli Stati Uniti, i principali fornitori di armi all’isola
Proprio la Cina ha definito Lai, un “grave pericolo” per le sue posizioni, ritenute “indipendentiste”. Per Pechino quello di sabato è un voto cruciale dell’isola, da considerarsi come una scelta tra “pace e guerra”.
Entrambi i principali candidati sostengono comunque di voler mantenere lo status quo, una situazione sostanzialmente cristallizzata nella quale i taiwanesi rivendicano una propria autonomia e Pechino rivendica una propria sovranità sull’isola. Il vicepresidente William Lai in passato si era detto favorevole all’indipendenza dell’isola, nella corsa al voto ha invece dichiarato che non farà mosse in quella direzione. Il candidato del Kuomintang, Lai Ching-te ha dal canto suo promesso di “non svendere Taiwan alla Cina” e di mantenere i legami con gli Stati Uniti.
Ma quanto pesa la questione del rapporto con la Cina sulle elezioni, sulle intenzioni di voto dei taiwanesi? Quali sono gli scenari che si prospettano in caso di vittoria dell’attuale vicepresidente? Che ruolo giocano la Cina e gli Stati Uniti in queste elezioni?
Di questo e altro parliamo con:
Lorenzo LampertiGiornalista a Taiwan, collaboratore RSI
Giulia Scioratianalista dell’Ispi e ricercatrice alla London School of Economics and Political Science, specializzata in politica estera e di sicurezza della Cina.
Fri, 12 Jan 2024 - 30min - 4151 - Media svizzeri: fra tagli e aiuti
Gli editori svizzeri sono preoccupati per la rivoluzione che sta creando l’intelligenza artificiale ma anche per i tagli al personale che i grandi gruppi mediatici stanno operando. Fra Ringier, Tamedia e CH Media da inizio 2023 a oggi sono stati soppressi quasi 300 posti di lavoro.
Pur tenendo conto del no popolare agli aiuti ai media del 2022, gli editori chiedono ora alla politica di accelerare e portare a termine il dibattito sulle misure di sostegno a questo settore. Urge anche – dicono - una regolazione dei meccanismi di ripresa dei contenuti giornalistici sulle piattaforme online. Ma la politica ha i suoi tempi: al momento la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale (CTT-N) ha posto in consultazione, fino al primo marzo 2024, una modifica della legge sulle poste che prevede 25 milioni di franchi in più, per sette anni, per favorire la distribuzione postale di giornali e riviste.
Secondo la Commissione, giornali e periodici svolgono un’importante funzione istituzionale e democratica. La stampa però si trova a dover affrontare difficoltà finanziarie e, in Svizzera, a livello locale e regionale il pluralismo dei media è in declino. Questo eventuale aiuto basterà? Quali prospettive per i media svizzeri? Chi tiene davvero il coltello dalla parte del manico?
Ne discutiamo con:
. Alessandro Colombi - direttore generale del gruppo Corriere del Ticino;
· Urs Thalmann– direttore del sindacato Impressum;
. Martin Candinas – consigliere nazionale, Il Centro, GR;
. Paolo Pamini – consigliere nazionale, UDC, TI;
Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Thu, 11 Jan 2024 - 30min - 4150 - Missione Luna
Voleva essere la prima missione spaziale a portare sulla luna un “lander” prodotto da un’azienda privata, lanciato peraltro da un razzo anch’esso privato. La missione deve comunque confrontarsi con diverse difficoltà, e un approdo sulla Luna appare al momento molto improbabile. Questo progetto avvia comunque un nuovo capitolo nella collaborazione tra Nasa ed economia privata e dimostra il coinvolgimento e l’interesse crescenti di quest’ultima per le questioni spaziali. La via tracciata da Elon Musk è percorsa da un numero sempre maggiore di attori economici, a cominciare dall’altro miliardario Jeff Bezos, il patron di Amazon. Quali sono gli interessi dell’economia privata? Perché la Nasa ha coinvolto i privati nelle proprie avventure? L’Europa è rimasta indietro? Cosa motiva la nuova corsa allo spazio e alla luna, che coinvolge anche un numero crescente di nuovi paesi? E quali problemi pone? Sono queste alcune delle domande che gireremo ai nostri ospiti:
Simonetta di Pippo, Professoressa di Practice di Space Economy presso SDA Bocconi School of Management, dove è Direttrice dello Space Economy Evolution Lab (SEE Lab)
Michèle Roberta Lavagna, Professore Ordinario Meccanica del Volo al Politecnico di Milano, dove è anche Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Space Economy del politecnico
Angelo Consoli, ingegnere informatico, professore alla Supsi, già membro della Commissione federale svizzera per le questioni spaziali
Wed, 10 Jan 2024 - 31min - 4149 - Un fuoco che rischia di estendersi
Sono passati tre mesi e due giorni dai brutali attacchi di Hamas del 7 ottobre, che hanno sorpreso Israele con quella che è stata definita una mattanza, la più brutale dalla fine della Shoah, con oltre 1200 vittime in un sol giorno. Tre mesi in cui la scure della rappresaglia israeliana si è abbattuta poi con violenza sulla striscia di Gaza e che ha provocato sin qui quasi 23mila morti, in maggioranza civili. In mezzo gli inviti ad un cessate il fuoco, all’apertura di corridoi umanitari, alla salvaguardia dei civili ... inviti e raccomandazioni caduti nel vuoto segno anche di una drammatica impotenza della Comunità internazionale che sin qui ha avuto forse da dire ma ben poco da fare, Stati Uniti in testa. E dagli Stati Uniti, dalla visita del segretario di stato americano Anthony Blinken – la quarta visita in 3 mesi – partiremo cercando di inquadrare il pericolo di un allargamento del conflitto in tutta l’area Mediorientale.
Di ieri la notizia della morte di un importante leader militare di Hezbollah in Libano, di una settimana fa quella del numero due di Hamas ucciso da un drone militare sempre in Libano a cui si aggiunge l’altissima tensione provocata dall’attacco rivendicato dall’Isis a Kerman in Iran e su un altro fronte i continui attacchi dei ribelli Houti contro imbarcazioni commerciali nel Mar Rosso. È tutto dunque apparecchiato per un conflitto che possa travalicare i confini israelo-palestinesi? Ne parliamo a Modem con:
Michele Giorgio, collaboratore RSI da Gerusalemme
Lorenzo Trombetta, collaboratore RSI dal Libano
Eleonora Ardemagni, ricercatrice associata senior per l’Istituto di politiche internazionali e docente all’Università Cattolica di Milano
Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Tue, 09 Jan 2024 - 30min - 4148 - 2024: mezzo mondo alle urne
Il 2024 è appena iniziato e già si è votato in Bangladesh con la vittoria scontata di Sheikh Hasina, rieletta per un quinto mandato in qualità di Primo Ministro. Questo anno, nella sua bacheca, ha già un primato: nel corso dei prossimi 12 mesi, oltre 4 miliardi di persone andranno alle urne in una settantina di Paesi. Non era mai successo prima d’ora che in un solo anno la metà della popolazione mondiale fosse chiamata a eleggere i propri rappresentanti. Alcuni appuntamenti saranno davvero al centro dell’attenzione mondiale. Il prossimo mese di marzo si voterà in Russia, in primavera in India, in giugno nell’Unione europea, in novembre negli Stati Uniti.
Poter votare non significa però vivere davvero in un Paese democratico, ci vuol ben altro, a cominciare dalla libertà di espressione, di associazione e dalla pluralità delle forze politiche. Secondo il rapporto annuale dell’Istituto internazionale per la democrazia di Stoccolma il rispetto dei principi democratici è regredito anche nel corso del 2022, tornando su scala planetaria alla situazione degli anni 70 del secolo scorso. Una democrazia sempre più in declino? Ne parleremo con:
Carlo Galli, professore di storia delle dottrine politiche all’università di Bologna, autore del volume, pubblicato nel 2023, Democrazia ultimo atto?
Mara Morini, professoressa di scienze politiche e internazionali all’università di Genova;
Daniel Kübler, co-direttore del Centro per la democrazia di Aarau (in intervista registrata).
Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Mon, 08 Jan 2024 - 31min - 4137 - Animazione tra sorrisi e sfide
Quello natalizio è il periodo per eccellenza per i film d’animazione, quelli che tengono incollate le famiglie davanti al piccolo o al grande schermo, quel tempo per sognare e meravigliarsi, ma anche riflettere sul senso della vita attraverso immagini e concetti che ci entrano nella testa e nel cuore.
Siamo nell’anno del centenario della Disney, la casa cinematografica che forse più ha regalato sogni e meraviglie... ma in questo periodo storico sono tanti gli interrogativi che circondano il mondo del cinema e non solo quello dell’animazione, dal politicamente corretto, alle insidie dettate dall’intelligenza artificiale... Sono alcuni dei temi che abbiamo toccato in questo Modem incontro con il regista ticinese Simone Giampaolo
Fri, 22 Dec 2023 - 28min - 4136 - Volti nuovi sotto la cupola di Berna
Sono in tutto 62 i parlamentari neo-eletti, un gruppo di “novizi” che per la prima volta - nella maggioranza dei casi - si è confrontato con una sessione delle Camere federali. Tre settimane di dibattiti ormai giunte al termine, in cui c’è stata anche l’elezione del Consiglio federale, compreso Beat Jans, chiamato a sostituire l’uscente, Alain Berset. Come l’hanno vissuta? Qual’è stato l’impatto con la “macchina” federale e con tutto ciò che vi ruota attorno?
Questa sessione d’inverno è stata caratterizzata soprattutto dai lunghi dibattiti sul preventivo 2024, con i conti della Confederazione ormai scivolati in una “zona rossa” che preoccupa sempre di più la ministra delle finanze, Karin Keller-Sutter e che riapre le discussioni sul cosiddetto “freno al disavanzo”, lo strumento che permette di tener sotto controllo le spese dell’amministrazione federale. Dei primi giorni in parlamento e di finanze federali parliamo con quattro neo-eletti:
Giorgio Fonio, consigliere nazionale Centro/TI
Simone Gianini, consigliere nazionale PLR/TI; Paolo Pamini, consigliere nazionale UDC/TI; Brenda Tuosto, consigliera nazionale PS/VD.Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Thu, 21 Dec 2023 - 30min - 4135 - Gaza, dove tutti soffrono
Sono in molti a sperare in un nuovo cessate il fuoco che permetta di scambiare altri ostaggi israeliani contro prigionieri palestinesi, ma nel frattempo la situazione per la popolazione di Gaza si fa sempre più difficile. Dal punto di vista umanitario spiccano i rifornimenti che entrano con il contagocce, e la loro difficile distribuzione. Buona parte della popolazione ha poi dovuto lasciare le proprie case e la salute delle persone peggiora a causa della mancanza di medicinali, strutture mediche e acqua.
Una situazione che, viste le ormai 20’000 vittime palestinesi contate da Hamas, ha implicazioni politiche che vanno ben oltre la regione. Ne parliamo con:
Francesca Caferri, inviata di Repubblica
Fabrizio Carboni, Direttore Regionale per il Comitato Internazionale della Croce Rossa, Vicino e Medio Oriente
Menachem Gantz, direttore della società di consulenze aziendali MG Konnect e già inviato a Roma per varie testate israeliane
Inoltre una testimonianza registrata con il cooperante palestinese a Gaza Sami Abu Omar
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Wed, 20 Dec 2023 - 30min - 4134 - Svizzera-Unione europea: un passo alla volta
Siamo all’ultima casella prima dell’apertura di un vero e proprio negoziato con l’Unione europea; dopo aver bocciato il cosiddetto “accordo quadro”, il nostro Paese ha condotto una sessantina di colloqui esplorativi con la controparte europea, nel tentativo di cesellare una nuova intesa, che potremmo chiamare “I Bilaterali 3”.
Ora si aspetta il via libera di cantoni, commissioni parlamentari e partner sociali per poter davvero iniziare queste nuove trattative con Bruxelles. Si tratta di aggiornare e rivitalizzare gli accordi esistenti e di aggiungerne altri, ad esempio per quanto riguarda il commercio di energia elettrica, la cooperazione in materia di sanità pubblica come pure la partecipazione sistematica ai programmi dell’UE, in particolare nel campo dell’istruzione e della ricerca (per es. Orizzonte Europa ed Erasmus+). Da ultimo, ha ricordato il Consigliere federale, Ignazio Cassis “fa infine parte del pacchetto anche un contributo svizzero periodico a favore della coesione nell’Ue”.
L’accesso al mercato unico europeo rimane la priorità del governo, con però una maggiore attenzione alla protezione del mercato del lavoro svizzero e alla lotta contro il dumping salariale. Ambiti in cui i sindacati continuano a chiedere maggiori garanzie all’Unione europea. Sul fronte dei contrari c’è soprattutto l’UDC, che parla di “vino nuovo in una botte vecchia”, visto che l’insieme del pacchetto assomiglia all’accordo quadro cestinato dal nostro governo nel 2021 e visto che la Svizzera è chiamata, anche con questi nuovi accordi, a riprendere l’evoluzione del diritto europeo: una richiesta dell’Unione che è ancora lì, tale e quale.
Di questi “bilaterali 3” parleremo con:
Anna Giacometti, Consigliera nazionale PLR/GR;
Greta Gysin, Consigliera nazionale Verdi/TI;
Sacha Zala, Professore di storia svizzera all’università di Berna e direttore del Centro di ricerca Documenti diplomatici svizzeri;
e con due interviste registrate a:
Piero Marchesi, Consigliere nazionale UDC/TI;
Guy Parmelin, Consigliere federale e responsabile del Dipartimento economia, formazione e ricerca
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Tue, 19 Dec 2023 - 30min - 4133 - Pronto soccorso concentrati
Emergenze pediatriche notturne solo a Bellinzona e Lugano. È la realtà con cui la popolazione dovrà confrontarsi dal 7 gennaio prossimo quando entrerà in vigore la chiusura notturna dei pronto soccorso pediatrici dell’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio e della Carità di Locarno. Una decisione concordata tra l’Ente ospedaliero cantonale, l’Ordine dei medici e l’Associazione Pediatri della svizzera italiana e i servizi del Dipartimento della Sanità e della Socialità che non ha mancato di far discutere a livello locale – nel locarnese e nel mendrisiotto – e intesa a migliorare la qualità delle cure pediatriche in Canton Ticino.
Migliore qualità della presa a carico in emergenza dunque ma al contempo chiusura di due pronto soccorso pediatrici... come possono andare di pari passo questi due elementi? Ne parliamo questa mattina con tre ospiti
Giacomo Simonetti, primario e direttore medico dell’Istituto di pediatria della Svizzera italiana
Cristina Massai, direttrice sanitaria del Centro pediatrico del Mendrisiotto
Matteo Pronzini, deputato MPS in Gran Consiglio
Intervista registrata a Bernard Laubscher, caposervizio di pediatria all’Ospedale Cantonale di Neuchâtel
Mon, 18 Dec 2023 - 31min - 4132 - È più vicino il sogno europeo dell’Ucraina
Il Consiglio europeo riunito ieri e oggi a Bruxelles era chiamato a lanciare un chiaro messaggio di sostegno all’Ucraina: sostegno politico, con l’apertura di un negoziato d’adesione, e sostegno economico, con lo stanziamento di un credito da 50 miliardi di euro a destinazione di Kiev. Queste le intenzioni se non che, per realizzarle, ci vuole l’unanimità dei 27 ed un certo Viktor Orban, si è detto NON d’accordo fino alla vigilia. Quali le sue intenzioni? Il primo ministro ungherese sembra però aver rinunciato alla sua posizione inflessibile che rischiava di mettere in scacco l’Unione europea, offrendo una vittoria a Vladimir Putin.
Ieri sera, in effetti, il Presidente Charles Michel su X-Twitter ha annunciato che il Consiglio Europeo ha deciso di aprire i negoziati di adesione con l’Ucraina. Secondo fonti europee “nessuno ha obiettato” e la decisione “non è stata bloccata da alcuno Stato”. “Questa è una vittoria per l’Ucraina. Una vittoria per tutta l’Europa. Una vittoria che motiva, ispira e rafforza”, ha commentato su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il Consiglio Europeo ha per altro deciso di aprire i negoziati anche con la Moldova e di concedere lo status di Paese candidato alla Georgia.
Crisi scongiurata? Orban ha strappato concessioni all’UE? Quali sfide comporta un nuovo allargamento ad est dell’Unione europea che, con ritmi diversi, vorrebbe passare dai 27 paesi di oggi a ben 36? Fino a poco tempo fa nessuno voleva veramente pensarci; la nuova geopolitica impone di farlo, ma con quali effettive opportunità? Quali i pericoli, anche tenuto conto che già in 27 le cose sono tutt’altro che semplici? Ne discutiamo con:
Matteo Bonomi, Responsabile di ricerca nel programma “UE, Politiche e Istituzioni” dell’Istituto Affari Internazionali a Roma;
Stefano Bottoni, professore associato di Storia dell’Europa Orientale, Università Firenze (da Budapest);
Davide Maria De Luca, giornalista del quotidiano Domani (da Kiev);
Andrea Ostinelli, corrispondente RSI a Bruxelles.
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Fri, 15 Dec 2023 - 30min - 4131 - L’ora di Beat
La Svizzera inizia la nuova legislatura con un nuovo Consigliere federale, che porta il nome di Beat Jans, che ha sconfitto l’altro candidato ufficiali Jon Pult e anche quello ufficioso Daniel Jositsch. Dal primo gennaio il socialista basilese prenderà il posto di Alain Berset, che lascia il governo dopo 12 anni alla guida del Dipartimento dell’interno. Quella di Jans non è stata l’unica elezione di ieri, ad inizio legislatura l’insieme del governo deve sottoporsi al giudizio delle Camere federali. Tutti gli altri sei ministri sono stati rieletti, anche Ignazio Cassis che è riuscito a respingere l’attacco del Verde Gerhard Andrey. Un risultato che ha fatto felice il PLR ma che lasciato diverse tossine nel fronte di sinistra. I Verdi accusano i socialisti di non aver voluto appoggiare il loro candidato, per evitare di subire poi dei contraccolpi da parte del fronte borghese al momento dell’elezione dei loro rappresentanti. La legislatura inizia dunque con questa frattura interna alla sinistra e con un ministro che probabilmente assumerà la guida del Dipartimento dell’interno.
Ne parleremo con:
Alex Farinelli, consigliere nazionale del PLR
Marco Chiesa, presidente dell’UDC
Gerhard Pfister, presidente del Centro
Roger Nordmann, consigliere nazionale del PSThu, 14 Dec 2023 - 30min - 4130 - La tenuta della “Formula magica”
Mercoledì 13 dicembre: sarà il giorno del “gewählt ist….”. In aula questa espressione risuonerà per ben otto volte, da eleggere ci sono i sette membri del Consiglio federale e il nuovo Cancellerie della Confederazione. Ad ogni inizio di legislatura tutto il governo deve superare lo scoglio dell’elezione a Camere federali riunione. Solitamente una formalità. Quest’anno però ci sono un paio di interrogativi di peso. Il primo riguarda la successione di Berset, che a fine dicembre lascerà il Consiglio federale dopo 12 anni alla guida del Dipartimento dell’interno. Chi prenderà il suo posto? Uno dei due candidati ufficiali del Partito socialista – Jon Pult o Beat Jans – oppure un terzo sfidante? Il secondo quesito ruota attorno alla rielezione di Ignazio Cassis, con i Verdi pronti a contendere il seggio del Consigliere federale ticinese e con alcune ipotesi che lasciano intravvedere un coinvolgimento – al momento per nulla concreto – del presidente del Centro, Gerhard Pfister. Ma al di là di come andrà a finire, cosa dire della formula magica che dal 1959, seppur con un paio di variazioni sul tema, definisce gli equilibri partitici interni al governo? E cosa pensare quando ci sentiamo dire che in Consiglio federale non sempre vengono eletti i migliori candidati? È davvero così?
Ne parleremo con tre “neo”:
Brenda Tuosto, neo-consigliera nazionale PS/VD
Simone Gianini, neo-consigliere nazionale PLR/TI
Fabio Regazzi, neo-consigliere agli Stati Centro/TIE con due interviste registrate a Greta Gysin e Lorenzo Quadri
Tue, 12 Dec 2023 - 31min - 4129 - MODEM GIOVANI: clima e petrolio
Come al solito, o forse addirittura più del solito, durante una conferenza sul clima vengono a galla le linee di scontro fra paesi industrializzati, emergenti e in via di sviluppo. Divisioni a cui si sovrappongono quelle fra chi il petrolio lo consuma e chi lo esporta, con i paesi produttori che non sono disposti a rinunciare ai profitti dell’oro nero.
L’accordo attualmente sul tavolo alla conferenza di Dubai mira ad accelerare il passaggio alle energie rinnovabili e aumentare l’efficienza energetica, oltre alla creazione di un fondo per indennizzare le vittime del cambiamento climatico. Finora sono invece rimaste inascoltate le richieste per includere nel documento degli obiettivi vincolanti per ridurre l’uso del petrolio. È perciò difficile limitare le emissioni, così da evitare un aumento medio delle temperature superiore a 1.5 gradi.
La COP28 sarà al centro del dibattito nella prima parte della puntata speciale di oggi, in studio parteciperà poi alla discussione una classe del Liceo di Savosa.
Ne parliamo in collegamento con:
Alberto Clò, docente di economia industriale all’Università di Bologna, direttore della rivista Energia e già Ministro italiano dell’Industria;
Massimo Filippini, professore di economia al Politecnico federale di Zurigo e all’USI, direttore del Centro di ricerca in economia e politica dell’energia del Politecnico di Zurigo;
Antonio Piemontese, giornalista inviato a Dubai .
In studio:
una classe del liceo di Savosa con il docente di geografia Saul Gabaglio;
il Gran consigliere ticinese del Centro, Marco Passalia;
la Gran consigliera ticinese dei Verdi, Nara Valsangiacomo.
Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Mon, 11 Dec 2023 - 53min - 4128 - ModemMon, 11 Dec 2023 - 53min
- 4127 - Diritti umani, 75 anni di storia
Articolo 1: “siamo tutti liberi e uguali”
Articolo 30: “nessuno può toglierti i tuoi diritti”
In occasione del 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, Modem si fa in tre parti. Un primo, breve, capitolo storico, per ricordare come è nata questa Dichiarazione universale, era il 10 dicembre del 1948. Una seconda parte ci porta ad approfondire questa tematica mettendola in relazione al nostro Paese, in altri termini a che punto siamo in Svizzera nell’applicazione di diritti umani. Infine parleremo anche di scuola e di giovani per capire come vengono raccontati, spiegati e insegnati i trenta articoli della Dichiarazione.
Con noi:
· PAOLO BERNASCONI - avvocato
· DANIELE BOLLINI - esperto di Storia e Civica nella scuola dell’obbligo e docente di didattica della Storia alla SUPSI
· XENIA RIVKIN - membro di comitato del nuovo Istituto nazionale svizzero per i diritti umani
Fri, 08 Dec 2023 - 32min - 4126 - Berna: prima i milioni poi i miliardi
Dopo che il Consiglio degli stati ha votato un Preventivo 2024 non in regola con il freno all’indebitamento, tocca ora al Consiglio nazionale esprimersi. Se per il prossimo anno il contendere si limita a qualche decina di milioni su oltre 80 miliardi di uscite, ben diversa è la situazione per gli anni a venire. Per la Consigliera federale Karin Keller-Sutter i deficit strutturali saranno tra i due ed i tre miliardi di franchi all’anno fra il 2025 ed il 2027. Una situazione che può essere risolta solo con interventi incisivi, anche perché per gli anni seguenti i deficit dovrebbero ulteriormente aggravarsi.
All’origine di questo cambio di passo soprattutto l’evoluzione demografica, che pesa sui conti dell’AVS, e la decisione del Parlamento di aumentare i fondi per l’esercito. Fra le soluzioni frenare l’aumento delle spese o dichiarare straordinarie le maggiori uscite per l’esercito. Una soluzione quest’ultima giudicata incostituzionale dal Consiglio federale. Risolvere la questione aumentando le tasse sembra per ora un tabu per Karin Keller-Sutter. Inoltre i due terzi delle spese della Confederazione sono vincolate a livello legislativo e non possono essere modificate a breve termine .Sulla situazione finanziaria della Confederazione discutono:
Anna Giacometti, consigliera nazionale grigionese PLR e nella Commissione Finanze
Bruno Storni, consigliere nazionale ticinese PS
Thu, 07 Dec 2023 - 30min - 4125 - Gaza: quanto potrà andare avanti?
Siamo a quasi due mesi dal brutale attacco di Hamas che ha massacrato oltre 1’400 civili israeliani e ne ha sequestrati oltre 240, una parte dei quali nel frattempo rilasciati. Secondo le cifre palestinesi, la reazione militare di Tel Aviv ha invece portato finora a oltre sedicimila morti nella Striscia di Gaza, di cui il 70 per cento donne e bambini. Centinaia di migliaia i feriti e gli sfollati interni, in un territorio assediato – appunto - da due mesi. “Devastanti” le conseguenze umanitarie, ha denunciato anche l’ONU.
Dopo alcuni giorni di tregua, con lo scambio fra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, venerdì i combattimenti, i bombardamenti, sono ripresi intensamente. Così com’è ripreso a salire il numero di morti. L’obiettivo dichiarato di Tel Aviv è annientare Hamas. Ma è un obiettivo raggiungibile? E a che prezzo? Sono domande che ci poniamo dal 7 ottobre, ma che vale la pensa continuare a porsi, visto che nulla sembra poter fermare il conflitto in corso e – di conseguenza – la morte di migliaia di civili
E nel frattempo, in questi due mesi, il sostegno e l’appoggio iniziali a Israele, da parte dell’opinione pubblica e - soprattutto – di diversi governi, sono diminuiti se non addirittura svaniti. Anzi: aumentano gli atti di antisemitismo, con gli ebrei che vengono aggrediti perché identificati come rappresentanti di Israele, quindi: quanto potrà continuare questa operazione militare israeliana?
Ne parliamo con:
Lorenzo Kamel,Professore di Storia contemporanea all’Università di Torino;
Anna Bagaini,Analista ISPI ed esperta di Medio Oriente;
Rav Haim Fabrizio Cipriani;Rabbino delle comunità ebraiche Etz Haim in Italia e Kehilat Kedem in Francia.
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Wed, 06 Dec 2023 - 31min - 4124 - Verso la messa al bando di Hamas
È una questione che si è imposta nel dibattito politico dopo il cruento attacco di Hamas nel sud di Israele lo scorso 7 ottobre: bisogna o non bisogna etichettare il movimento islamista di resistenza palestinese come un’organizzazione terroristica? Alcuni paesi già lo facevano e tra questi Usa, Canada, Regno Unito e Unione europea. Altri no e tra questi la Svizzera, che fino ad oggi si è allineata alle decisioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu per il quale Hamas non è un’organizzazione terroristica contrariamente ad Al Qaida o allo Stato Islamico. Ma le cose sembrano ora destinate a cambiare. Il Consiglio federale ha già deciso di elaborare e sottoporre al parlamento una legge con la quale proibire Hamas. Una simile misura è stata chiesta all’unanimità delle Commissioni di politica di sicurezza delle due Camere federali, che ne dibatteranno durante questa sessione invernale. Quali le implicazioni di una simile mossa? Ne discutiamo con:
Jacqueline De Quattro, consigliera nazionale Plr, membro della commissione di politica di sicurezza del CN
Carlo Sommaruga, consigliere agli stati Ps, membro della commissione di politica estera del CS, presidente del gruppo parlamentare Svizzera-Palestina
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Tue, 05 Dec 2023 - 30min - 4123 - Una Svizzera che fa Crack
Cocaina da fumare, mischiata con bicarbonato o ammoniaca. Questo è il crack e questo è il tipo di tossicodipendenza che sta sempre più prendendo piede nelle nostre città. Un fenomeno che ha dapprima investito Ginevra e la Svizzera romanda ma che ora si è esteso anche alle altre principali città del nostro Paese. Pure Lugano e Coira ne sono toccate. Un consumo in crescita, anche perché il crack è nettamente più a buon mercato rispetto ad altre sostanze stupefacenti. Ma ha effetti immediati molto gravi, sulla salute di chi ne fa uso e anche sulla gestione di questi casi, visto che il consumo di crack porta rapidamente a irascibilità e violenza. C’è dunque anche un problema di ordine pubblico.
Questa puntata di Modem ci porterà dapprima a Zurigo, con un reportage di Luca Fasani, che ha visitato un Centro di contatto per tossicodipendenti, una struttura che funge da modello anche per altre realtà del nostro Paese. Coira ad esempio è intenzionata ad aprire degli spazi simili per chi consuma crack. E a Lugano? Al Parco Ciani , dove si ritrovano i consumatori abituali di eroina, gli operatori osservano un aumento importante del consumo di crack e freebase fra chi già faceva uso di altri tipi di stupefacenti.
Un fenomeno di cui parleremo con:
Ne parliamo con
Karin Valenzano Rossi, capo dicastero sicurezza e spazi urbani della Città di Lugano
Emilia Gianola, criminologa dell’Università di Losanna
Mon, 04 Dec 2023 - 30min - 4122 - L’anno di GPT
Proprio un anno fa Chat GPT si apriva al grande pubblico. Dalla curiosità per un fenomeno quasi da baraccone si è velocemente passati alla cose serie, con ripercussioni sul modo di lavorare e di studiare. L’importanza che sta assumendo l’ intelligenza artificiale – e qui c’è chi avanza dubbi sul come il termine è stato tradotto in italiano – viene confermata pure dalla decisione di questa settimana di incoronare il termine GPT come parola svizzera dell’anno 2023 per la lingua italiana. A rilanciare Chat GPT a livello di notizie nelle ultime settimane ci sono poi state le lotte fra direzione e consiglio di amministrazione di OpenAI, sviluppatrice del programma. Con il siluramento, seguito dal ritorno, di Sam Altman, il volto pubblico dell’azienda. Vicende che ci spingono a chiederci quali sono le implicazioni degli sviluppi dell’intelligenza artificiale a livello regolamentare, economico ma pure della ricerca sull’intelligenza artificiale.
A modem ne discutono:
Silvia Santini, professoressa di tecnologie mobili e indossabili della facoltà d’informatica dell’USI
Mauro Quadroni, avvocato contitolare della AI Legal & Strategy Consulting
Cristiano Valli, giornalista di base a San Francisco e attento al mondo delle nuove tecnologieModem, dal lunedì al venerdì su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Fri, 01 Dec 2023 - 31min - 4121 - Di clima e di misure
Le conferenze ONU sul Clima ci hanno abituati a passi lenti e per lo più privi di risultati eclatanti. Sarà così anche quest’anno: la ventottesima COP, che inizia oggi a Dubai, viene già descritta come una “conferenza di transizione”. Non solo perché gli Emirati Arabi, che la ospitano, certo non spingeranno su argomenti cruciali come l’abbandono delle energie fossili, ma anche perché la guerra in Ucraina, l’inflazione e altri fattori hanno messo in secondo piano la lotta al cambiamento climatico anche in realtà, come l’Unione Europea, che volevano e dovevano essere tra i primi della classe.
Allora che cosa attendersi dalla COP di quest’anno? E che cosa dire di una transizione energetica che tanto fatica a mettersi in moto e a contenere le emissioni di gas a effetto serra?
Ne discutiamo con:
Mariagrazia Midulla, responsabile per il Clima ed Energia di WWF Italia
Massimo Filippini, professore di economia e politica dell’energia all’USI e al Politecnico di Zurigo
Intervista registrata a Marco Gaia, meteorologo, capo previsioni e consulenze MeteoSvizzera
Thu, 30 Nov 2023 - 31min - 4120 - Quale riforma fiscale per il Ticino?
È stata presentata dal Governo cantonale lo scorso mese di luglio e la riforma proposta ha subito suscitato vive reazioni. Quattro gli interventi previsti con l’obiettivo di alleggerire il carico fiscale che pesa sui cittadini: si potranno accrescere le deduzioni per spese professionali, ci sarà una riduzione dell’imposta sulle successioni e sui capitali previdenziali ma a far discutere è soprattutto la quarta misura, che prevede di diminuire le imposte a carico dei contribuenti facoltosi.
Un pacchetto che arriverà in Gran Consiglio a dicembre, ma che a livello commissionale ha spaccato in due, anzi in tre, l’arco politico ticinese. Da una parte PLR, Lega e UDC favorevoli a intervenire con questi sgravi, sul fronte opposto la sinistra che non ne vuole sapere. E in mezzo il Centro che chiede di inserire questa riforma tributaria nella discussione, anch’essa infuocata, sul preventivo 2024. Senza dimenticare il fronte dei comuni e della città, che si sente scavalcato dal Parlamento e che teme di dover subire più di tutti le conseguenze di questi sgravi.
Ne parliamo con:
Maurizio Agustoni, capogruppo del Centro;
Ivo Durisch, capogruppo del PS;
Michele Foletti, sindaco leghista di Lugano;
Alessandra Gianella, capogruppo del PLR.Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Wed, 29 Nov 2023 - 30min - 4119 - Ucraina-Russia, stallo continuo
Si potrebbe dire “guerra scaccia guerra”: quanto sta accadendo in Palestina sta distraendo dal conflitto in corso ormai da quasi due anni in Ucraina, sia l’opinione pubblica, sia la politica – ma anche i media - occidentali…
Già da tempo si era cominciato a parlare di “stanchezza”, di “logorio” del sostegno – politico, finanziario, militare - a Kiev, ma ora sembra che le cose stiano peggiorando… Ufficialmente l’Occidente è compatto nel sostenere Kiev, ma è davvero così, e lo sarà anche in futuro?
Dai due leader sembrano arrivare segnali, indicatori, sulla sorte del conflitto, con un Volodymir Zelensky stanco, cupo, sconfortato, confrontato con critiche anche interne, mentre dall’altra c’è Vladimir Putin che si presenta rilassato e fiducioso… ma il loro apparente stato d’animo rispecchia la realtà?
Cosa sta succedendo al fronte? Che ne è della controffensiva di Kiev, tanto annunciata e mai veramente decollata? E quali possono essere le prospettive per i prossimi mesi, ora che l’inverno – il secondo dallo scoppio della guerra - è arrivato, in modo peraltro brutale, con una forte tempesta che ha privato della corrente elettrica due milioni di ucraini e causato anche delle vittime?
Vediamo di dare alcune risposte a questi interrogativi. Ad aiutarci tre ospiti:
MARTA SERAFINI Giornalista Corriere della Sera, inviata in Ucraina
ULRICH SCHMID, docente di storia dell’Europa orientale, specialista di politica e media russi
Il generale VINCENZO CAMPORINI, già capo di stato maggiore dell’Aereonautica militare e della difesa in ItaliaModem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Tue, 28 Nov 2023 - 30min - 4118 - Gaza: tregua, ostaggi e aiuti umanitari
Dopo le tensioni e i ritardi dell’altro ieri e il rischio che tutto fallisse, ieri è stato portato a termine il terzo scambio di ostaggi e prigionieri tra Hamas e Israele. Fra le 17 persone rilasciate - di cui 14 israeliane - v’era anche una bimba statunitense di 4 anni, che ha visto morire i genitori il 7 ottobre. Poco dopo questa liberazione, Joe Biden e Benjamin Netanyahu hanno discusso “della situazione a Gaza, della pausa nei combattimenti e dell’aumento dell’ulteriore, necessaria, assistenza umanitaria” nella Striscia.
Dal canto suo Israele ha avviato la liberazione di 39 prigionieri palestinesi, mentre 237 camion di aiuti e 7 cisterne di carburante sono entrati a Gaza dall’Egitto: il numero più alto finora raggiunto. Tre giorni senza combattimenti e raid hanno dato un po’ di sollievo agli oltre 2 milioni di abitanti di Gaza, la maggior parte dei quali sono stati costretti a lasciare le proprie case, di cui ormai la metà risulta inagibile o distrutta.
Se tutto andrà per il meglio, oggi ci dovrebbe essere il quarto rilascio. E poi? Riprenderanno i bombardamenti, come ha ribadito il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, unitamente al premier in visita ai soldati a Gaza Nord? O ci saranno nuovi giorni di tregua e nuovi scambi, come vorrebbero Qatar, Egitto, Stati Uniti e come ha ancora ribadito lo stesso Netanyahu sulla base dell’accordo concluso con Hamas, che prevede un giorno supplementare di tregua per 10 israeliani liberati?
Ne discutiamo a Modem cercando di capire i perché delle tensioni dell’altro ieri, come questo delicato momento è percepito da israeliani e palestinesi e cercando forse anche di dire qualcosa a proposito dei paesi che stanno facendo da intermediari, a cominciare dal Qatar.
Intervengono:
Francesca Caferri, inviata in Israele, La Repubblica;
Paola Caridi, giornalista e saggista;
Marco Pinfari, politologo, American University Cairo.
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Mon, 27 Nov 2023 - 29min - 4117 - AAA medico di famiglia cercasi
A pochi giorni dalla scadenza dei termini per cambiare l’assicurazione sanitaria di base Modem si concentra sulla medicina di famiglia e sul ruolo centrale del medico di prossimità anche in chiave di contenimento dei costi della salute.
Il medico di famiglia è ritenuto fondamentale per il buon funzionamento del nostro sistema sanitario, tuttavia la medicina di prossimità e gli oneri che comporta non è altrettanto ben vista dai giovani medici che sembrano prediligere altre specializzazioni più remunerative e considerate più prestigiose.
Come invertire questa tendenza a fronte di un’erosione annunciata del numero di medici di famiglia in Ticino e in Svizzera?
Ne parliamo con:
Luca Gabutti, primario di medicina al San Giovanni di Bellinzona e vice decano agli studi alla Facoltà di biomedicina dell’Usi
Christian Garzoni, direttore sanitario Clinica Moncucco e presidente della rete medica Medix
Antonella Crüzer segretaria generale ACSI - Associazione delle consumatrici della Svizzera italiana
Fri, 24 Nov 2023 - 29min - 4116 - In piazza contro i tagli
Si sommano in Ticino le proteste contro i tagli decisi dal Governo cantonale per ridare ossigeno alle finanze pubbliche. Ieri a Bellinzona i sindacati Vpod, Ocst e Sit hanno convocato una prima manifestazione di piazza a difesa degli stipendi nella funzione pubblica: la risposta è stata massiccia con diverse migliaia di persone che si sono ritrovate davanti al Palazzo governativo.
Sul fronte socio-sanitario, l’Associazione ticinese delle istituzioni sociali denuncia non solo l’opportunità, ma anche la legalità di certi tagli alle prestazioni rivolte alle fasce più deboli della popolazione. Intanto, la discussione in Gran consiglio sul Preventivo 2024 slitta a gennaio, forse a febbraio. E il tema resta ben caldo perché altre azioni di protesta potrebbero venir decise il prossimo 11 dicembre. Di tutto ciò ne discutiamo con:
Simona Genini, gran consigliera PLR;
Michele Guerra, gran consigliere della Lega dei ticinesi e presidente della commissione della gestione;
Fabrizio Sirica, gran consigliere PS.
Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Thu, 23 Nov 2023 - 30min - 4115 - Argentina, ci pensa MileiWed, 22 Nov 2023 - 30min
- 4114 - Femminicidio: quando finirà?
L’hanno trovata in dirupo, in provincia di Pordenone, pugnalata a morte dal suo ex ragazzo: è finita così la vita di Giulia Cecchettin, 22 anni, studentessa universitaria prossima alla laurea e scomparsa da alcuni giorni. Ieri, anche il suo aguzzino è stato ritrovato, in vita questa volta e in Germania, dove si era recato in fuga dopo l’omicidio. La notizia, che ha occupato le prime pagine di tutti i mezzi di stampa italiani ha suscitato vivo scalpore ed ha riportato alla ribalta il femminicidio che, nella penisola dall’inizio dell’anno, ha già causato la morte di 53 donne in ambito familiare/affettivo.
“Pensavamo che con il passare del tempo sarebbe svanito il modello dell’uomo legato a generazioni meno giovani, cioè quello tradizionalmente patriarcale, padrone della famiglia e della donna. Pensavamo che quel modello sarebbe svanito e si sarebbero costruite nuove relazioni. E invece permane ed è radicata l’idea del maschio che incentra la relazione sul rapporto padronale di possesso e controllo”, ha affermato Fabio Roia, presidente vicario del Tribunale di Milano.
La morte di Giulia farà finalmente scattare qualcosa in ambito legislativo, assistenziale e soprattutto social-culturale, affinché il femminicidio venga combattuto con determinazione alla radice, anche fuori dai confini italiani? La famiglia della giovane ha deciso di battersi proprio per questo.
Per discuterne a Modem intervengono:Gabriela Giuria Tasville, giurista, direttrice della Fondazione Azione Posti Liberi e attiva presso la Fondazione diritti umani;
Pierfranco Longo, Presidente della Conferenza cantonale dei Genitori (TI);
Cinzia Sciuto, Filosofa, saggista, , condirettrice di MicroMega si occupa di diritti civili, laicità e femminismo.
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Tue, 21 Nov 2023 - 31min - 4113 - Un nuovo parlamento e tante sfide
Il dato è tratto, le urne hanno emesso i loro verdetti. Le Camere federali sono ora pronte ad affrontare la loro 52esima legislatura. Il primo partito svizzero rimane l’UDC, che si è imposto al Consiglio nazionale ma che ha dovuto fare i conti con una serie di sconfitte nell’ultima domenica di ballottaggio. Solo in Ticino i democentristi sono andati a bersaglio, con l’elezione del loro presidente Marco Chiesa. Sorridono i socialisti che sono riusciti ad accrescere la loro presenza al Consiglio degli Stati e sorride anche il Centro, che si conferma il partito di maggioranza relativa nella Camera dei Cantoni, dove nella prossima legislatura ci sarà anche il ticinese Fabio Regazzi. In calo il PLR, che in due ballottaggi di questa domenica si era tolto dalla corsa a vantaggio del candidato UDC: una strategia che non ha dato i risultati sperati e che crea di certo qualche malumore tra i liberali radicali. In Ticino, fallito il tentativo di Alex Farinelli di riportare il suo partito agli Stati. Ma al di là della statistica elettorale cosa pensare di questo nuovo parlamento? E della legislatura che sta per iniziare? Saranno altri quattro anni all’insegna della polarizzazione oppure ci sarà spazio per soluzioni di compromesso? in particolare sui problemi che da troppo tempo attendono una soluzione, a cominciare dai costi delle casse malati.
Di questo discuteremo domani con i nostri ospiti:
Giovanni Galli, capo-redattore dei politica federale al Corriere del Ticino
Stefano Guerra, responsabile della redazione nazionale de La RegioneE sul fronte politico:
Anna Giacometti, consigliera nazionale PLR/GR
Laura Riget, co-presidente del PS Ticino e collaboratrice della presidenza socialista a livello nazionaleModem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Mon, 20 Nov 2023 - 30min - 4112 - Dick Marty, fra battaglie e irriverenza
Non ha mai fatto un concorso o una candidatura spontanea, sono sempre venuti a cercarlo. E molte decisioni importanti, nella sua vita, le ha prese all’ultimo minuto.
Dick Marty il procuratore, il consigliere di Stato, il senatore a Berna, il membro del Consiglio d’Europa. L’autore di tante inchieste scomode: sul narcotraffico, sulle prigioni segrete della CIA, sul traffico di organi in Kosovo, solo per citarne alcune.
Ma anche il Dick Marty uomo: radicale, spesso indignato, critico e criticato, che oggi a 78 anni non nasconde la sua malattia e con il suo libro “Verità irriverenti” racconta i lunghi mesi trascorsi sotto scorta perché minacciato di morte.
Un Modem Incontro con questo personaggio, per dare uno sguardo all’oggi ma anche per ripercorrere alcune pagine di Storia non ancora del tutto raccontate.
Fri, 17 Nov 2023 - 31min - 4111 - Ripresa del dialogo
Joe Biden e Xi Jinping si sono lungamente incontrati la scorsa notte in California. Per i presidenti delle due economia mondiali l’occasione di riprendere il dialogo e cercare di gestire in modo responsabile l’acerrima competizione in corso in campo tecnologico e commerciale. Sul tavolo delle discussioni anche le questioni di sicurezza, a cominciare dallo statuto di Taiwan e dalle due guerre che oggi più preoccupano: in Ucraina e a Gaza. È soprattutto a questo aspetto che oggi presteremo la nostra attenzione: come Stati Uniti e Cina si posizionano per difendere i rispettivi interessi nazionali ed evitare che le crisi internazionali sfuggano ancora più di mano? Con:
Alessandro Colombo, professore ordinario di relazioni internazionali, Università di Milano
Simona Grano, sinologa, professoressa associata presso l’Istituto di studi sull’Asia Orientale, Università di ZurigoThu, 16 Nov 2023 - 30min - 4110 - Apprendistati – il trampolino verso le professioni
L’apprendistato e la formazione professionale sono considerati punti di forza dell’economia elvetica, e proprio per questo è importante che continuino ad evolvere per rimanere al passo con i tempi.
Certo al centro dell’attenzione c’è chi inizia la sua carriera con un apprendistato. Ma accanto ai giovani hanno un ruolo le aziende, i Cantoni e naturalmente le famiglie. Famiglie decisive nell’indirizzare figlie e figli verso le varie professioni. Va comunque sottolineato che non sempre gli interessi delle parti coincidono, mentre non si può dimenticare lo sviluppo economico, tecnologico e demografico.
Ne discutiamo con:
Daniela Bührig, vicedirettrice dell’Associazione Industrie Ticinesi
Oscar Gonzalez, direttore aggiunto divisione della formazione professionale TI
Enrico Santinelli, in rappresentanza del Comitato Cantonale dei GenitoriModem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Wed, 15 Nov 2023 - 30min - 4109 - CH-UE: nuove prove d’intesa
Il mandato negoziale non c’è ancora ma il Consiglio federale ha deciso di elaborarlo. È già un passo avanti: entro la fine dell’anno il governo dovrebbe definire nei dettagli questo mandato, per dare inizio a quelli che potremmo chiamare i “Bilaterali 3”. Naufragata due anni e mezzo fa l’opzione chiamata “accordo quadro”, ora Berna ci riprova con una nuova soluzione, che però ricalca su per giù quanto discusso in passato con l’UE.
Da sciogliere sempre e ancora il nodo del capitolo istituzionale e il ruolo della Corte europea di giustizia che, in particolare l’UDC non vuole possano interferire con l’ordinamento elvetico. Il nuovo pacchetto comprende però ambiti nuovi – elettricità e sicurezza alimentare ad esempio – che estendono la portata di un possibile accordo, e quindi anche le chances che possa essere accettato dal mondo politico unitamente, come spesso accade nel nostro Paese, anche dal popolo.
Tuttavia, ancora prima che il governo comunicasse l’intenzione di aprire questi negoziati, i sindacati hanno voluto far sentire la propria voce e il proprio dissenso. A loro dire quanto discusso finora metterà a repentaglio il mercato del lavoro svizzero e aumenterà la pressione sui livelli salariali in vigore nei nostro Paese. Due gli ambiti che preoccupano maggiormente, quello dei lavoratori distaccati e quello delle agenzie di lavoro interinale.
Ne parliamo con:
Vania Alleva, presidente del sindacato Unia;
Monika Rühl, direttrice di economiesuisse.
Per uno sguardo storico su mezzo secolo di accordi bilaterali avremo con noi anche Tomas Miglierina, già corrispondente RSI a Bruxelles.
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Tue, 14 Nov 2023 - 30min - 4108 - Una Spagna spaccata
Ad ormai poche ore dalla formazione di un nuovo Governo a guida di Pedro Sanchez – che dovrebbe ricevere la fiducia giovedì in parlamento - la Spagna ribolle. L’accordo tra il partito socialista spagnolo di Sanchez e gli indipendentisti catalani guidati da Carles Puigdemont – nel quale è prevista anche un’amnistia in favore dei catalani con cause giudiziarie ancora aperte in relazione al tentativo di secessione del 2017 – non piace alla destra, al partito popolare (PP) e ai nazionalisti di ultradestra VOX che negli ultimi giorni sono scesi a più riprese nelle piazze delle principali città spagnole. Una dimostrazione – dicono – di come Sanchez sia disposto a tutto pur di restare al potere. Un patto che rischia di far crollare la democrazia spagnola.
Che succede dunque in Spagna? Quanto potrebbe effettivamente tenere un nuovo Governo Sanchez di fronte a queste proteste e ad un certo scetticismo anche a sinistra? Una proposta di amnistia dovrebbe in un qualche modo far preoccupare l’Unione europea?
Ne parliamo a Modem con
Davide Mattei, collaboratore RSI, inviato in Spagna
Paola Lo Cascio, professoressa di Storia Contemporanea all’Università di Barcellona
Matteo Re, professore associato all’Università Rey Juan Carlos di Madrid
Mon, 13 Nov 2023 - 30min - 4107 - Due poltrone per cinque pretendenti
Siamo a poco più di una settimana da domenica 19 novembre, quando in Ticino si terrà il ballottaggio per il consiglio degli Stati, seconda e ultima tappa delle elezioni federali 2023. In questa puntata speciale di Modem della durata di un’ora, dedicata proprio al secondo turno per la Camera dei Cantoni, si confrontano i cinque candidati ai due seggi riservati al Ticino sotto il cupolone di Palazzo federale.
Con la conduzione di Amanada Pfändler e Alan Crameri, responsabile dell’attualità nazionale in radio, intervengono i rappresentanti di cinque partiti diversi. Contrariamente a quanto successo quattro anni or sono, non ci sono alleanze conclamate per cui, sulla carta, ognuno si batte contro tutti gli altri, in un dibattito che vede ai blocchi di partenza:
- MARCO CHIESA, presidente dell’UDC nazionale e consigliere agli Stati uscente;- ALEX FARINELLI, PLR, anche lui appena riconfermato al Consiglio Nazionale;
- GRETA GYSIN, consigliera nazionale dei Verdi, ed eletta per una seconda legislatura tre settimane fa;
- AMALIA MIRANTE, da aprile granconsigliera ticinese, in corsa per il movimento Avanti con Ticino&Lavoro;
– FABIO REGAZZI, del Centro, presidente USAM, da 12 anni al Consiglio nazionale.
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Fri, 10 Nov 2023 - 1h 01min - 4106 - 300 franchi potrebbero bastare?
In un momento in cui il settore elvetico dei mass media è in profonda trasformazione, e i piani di risparmio si rincorrono, il Consigliere Federale Albert Rösti ha presentato la proposta del governo sul futuro canone radiotelevisivo. Come reazione all’iniziativa popolare “200 franchi bastano” il Governo intende ridurre il canone per le famiglie da 335 a 300 franchi all’anno entro il 2029, oltre ad aumentare il numero di aziende esonerate dal pagamento del canone. Una questione che vede intrecciarsi le mutate abitudini di utilizzo dei media, le pressioni politiche sulla Società svizzera di radiotelevisione (SSR) e il rapporto fra costi e benefici del servizio pubblico.
Temi come la presenza regionale, l’affidabilità dell’informazione, il rapporto con i media privati e la salvaguardia della democrazia sono al centro dell’attenzione. Una SSR con meno mezzi, a cui si chiede di ridimensionare la sua presenza in campi come l’intrattenimento, lo sport e la presenza su internet, sarà ancora in grado di raggiungere gli obiettivi fissati dalla Costituzione? Berna intende anche rivedere la concessione rilasciata alla SSR entro il 2028: quali le prospettive?
A modem ne discutiamo con:
Giorgio Fonio, granconsigliere ticinese, Il Centro;
Paolo Pamini, consigliere nazionale ticinese, UDC;
Daniel Ritzer, direttore del quotidiano laRegione.
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Thu, 09 Nov 2023 - 30min - 4105 - Medio Oriente: un mese di guerra
Un mese fa, la carneficina del movimento islamista palestinese Hamas nel sud di Israele. Nel mese successivo, la sanguinosa risposta israeliana a Gaza, tutt’ora in corso e che promette di durare ancora molto. Le cifre le conosciamo: 1’400 israeliani massacrati e circa 240 presi in ostaggio quel 7 ottobre; oltre dieci mila palestinesi uccisi, centinaia di migliaia di sfollati, oltre 2 milioni (la popolazione di Gaza) in grave crisi umanitaria e un territorio raso al suolo. Raccontare, generalizzando, come israeliani e palestinesi stanno vivendo questa guerra non è sicuramente facile. Ci limiteremo a due sguardi soggettivi: quello di un giornalista israeliano che vive non lontano da Tel Aviv e quello di un ingegnere palestinese, residente in Italia, ma che in Cisgiordania e a Gaza ci andava con frequenza per lavoro fino a un mese fa.
Gli ospiti di questa puntata:
Daniel Bettini, giornalista al quotidiano Yediot Ahronot
Safwat Kahlout,giornalista da Gaza
Fabian Odeh, ingegnere e consulente tecnico presso l’Autorità nazionale palestinese
Wed, 08 Nov 2023 - 30min - 4104 - Chiasso: rifugiati e asilo
Le misure di sicurezza e prevenzione presso il Centro federale d’asilo di Chiasso e dintorni saranno rafforzate. Lo ha annunciato oggi al termine di una visita nella città di confine, Elisabeth Baume-Schneider, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia. Come e in che modo, questo resta ancora da vedere, così come resta da vedere se e come la Confederazione rivedrà la chiave di ridistribuzione dei richiedenti asilo fra i Cantoni, come chiesto dal governo ticinese.
Al termine della visita – molto attesa, dopo il crescente disagio registrato fra la popolazione di Chiasso e dei comuni limitrofi, per l’aumento dei problemi di ordine pubblico e dei reati ad opera dei richiedenti l’asilo - Baume-Schneider ha infatti detto di non poter promettere nulla e di dover in primo luogo “analizzare scrupolosamente” la situazione.
Che bilancio trarre quindi da questo viaggio a sud delle Alpi della ministra socialista? Come gestire al meglio la situazione a Chiasso? Con un pugno di ferro, oppure puntando su migliori condizioni di vita per i richiedenti l’asilo, riducendo la densificazione dei centri e favorendo maggiormente l’integrazione di chi ci vive?
E, ancora, la situazione sul fronte dell’asilo è davvero un “caos” come denuncia l’Udc, partito che ha vinto le ultime elezioni federali proprio puntando sulla questione dell’immigrazione? Oppure siamo di fronte – come dice la stessa Baume-Schneider – a una situazione contingente particolare, legata anche all’arrivo di un numero importante di persone in fuga dalla guerra in Ucraina che hanno chiesto protezione?
Ne parliamo, a partire da un reportage di Verena Szabo, con:
Bruno Arrigoni, sindaco di Chiasso;
Willy Lubrini, tra i coordinatori del Movimento Mendrisiotto regione aperta
Piero Marchesi, consigliere nazionale e presidente UDC TI.
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Tue, 07 Nov 2023 - 30min - 4103 - Mendrisio e il rompicapo dello skatepark
In Ticino il 19 novembre non si vota solo per il secondo turno dell’elezione per il Consiglio degli Stati. A Mendrisio si andrà alle urne anche per decidere il futuro del progetto con il quale la città momò vuole dotarsi di uno skatepark di nuova generazione. Un investimento da 2,6 milioni di franchi che sta facendo molto discutere nel Magnifico Borgo, anche perché un nuovo parco per gli appassionati dello skateboard avrebbe una valenza anche cantonale, visto che in Ticino sono davvero poche oggi le strutture di questo tipo, in tutto soltanto 5. E tutte di dimensioni piuttosto limitate, ad eccezione di quella di Lugano.
Contro questo progetto è stato lanciato un referendum. Un’opposizione che fa leva in particolare sull’ubicazione del nuovo skatepark, nell’area dell’ex Macello, tra tre strade cantonali e non lontana dai binari della ferrovia. In altri termini per i referendisti sarebbe meglio cercare uno spazio più vivibile, con il rischio però di dover attendere ancora parecchi anni per permettere ai giovani appassionati della regione di incontrarsi attorno ai loro skateboard.
Ne parleremo con:
Samuele Cavadini, sindaco di Mendrisio
Gianluca Padlina, consigliere comunale del Centro e membro del comitato referendario
E con due inserti registrati: un’intervista a Tiziano Fontana, consigliere comunale della Lista Civica e un reportage di Camilla Camponovo, che ha incontrato alcuni giovani skaters momò.
Mon, 06 Nov 2023 - 29min - 4102 - Gottardo, treni passeggeri in attesa
Ora è confermato: il traffico ferroviario nel tunnel di base del San Gottardo tornerà alla normalità solo da settembre 2024. I danni sono più gravi di quanto si pensasse e a dilatare i tempi sembrano esserci anche ritardi nelle forniture. Ad essere penalizzato – lo sappiamo – non è tanto il traffico merci, che nel frattempo ha trovato una sua nuova velocità di crociera, ma quello viaggiatori: le FFS, da dicembre o gennaio, aumenteranno forse il numero dei treni passeggeri durante i week-end, ma tra lunedì e venerdì il loro transito nella galleria di base sembra restare escluso. Che dire di tutto questo? Quali “cerotti” si riuscirà a immaginare fino a settembre? E quali insegnamenti trarre da quel deragliamento di un treno merci di cui, lo scorso agosto, forse nessuno avrebbe pensato che avrebbe riportato la gente sui vecchi binari per addirittura un anno?
Ne discutiamo con:
Roberta Cattaneo, direttrice della regione Sud delle Ferrovie federali svizzere
Bruno Storni, consigliere nazionale PS, membro commissione trasporti
Marco Romano, consigliere nazionale Il Centro, membro commissione trasporti
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Fri, 03 Nov 2023 - 29min - 4101 - Studi medici: è l’ora dei tetti massimi
A detta del Governo ticinese si chiama “limitazione del numero di medici nel settore ambulatoriale”. In altri termini dal 1° novembre 2023 è stato introdotto il numero chiuso per l’apertura di nuovi studi medici. Un tetto massimo che riguarda 11 specializzazioni in cui chi vorrà aprire un nuovo ambulatorio dovrà mettersi in lista d’attesa, e aspettare che qualcuno lasci il proprio studio, come succede per esempio quando un medico va in pensione.
Si tratta di una misura voluta per frenare l’aumento della fattura sanitaria e che, secondo il Dipartimento sanità e socialità, interviene in settori confrontati con un forte aumento dei costi.
Tra le specializzazioni toccate ci sono la cardiologia, la neurologia e l’oncologia. Escluse da questa misura -e quindi tutelate dalla mano pubblica- troviamo invece la medicina di base, la pediatria e la pedo-psichiatria.
Imposta a livello federale da una revisione della Legge sull’assicurazione malattia, questa miniriforma del sistema sanitario ha sollevato forti critiche in Ticino, a tal punto che il decreto governativo che la disciplina è già stato oggetto di alcuni ricorsi da parte del Gruppo ospedaliero Moncucco e da diversi medici.
A Modem ne discutono:
PAOLO BIANCHI - direttore della Divisione della salute pubblica, al Dipartimento sanità e socialità
FRANCO DENTI - presidente dell’Ordine dei medici in Ticino
GIANCARLO DILLENA - presidente dell’Associazione delle cliniche private ticinesiThu, 02 Nov 2023 - 32min - 4100 - La guerra, e dopo?
Israele annuncia che l’intervento militare a Gaza è entrato nella sua terza fase con l’estensione delle operazioni di terra. Benyamin Netanyahu rinvia nuovamente al mittente la richiesta di un cessate il fuoco umanitario, che per il premier israeliano significherebbe cedere alle barbarie di Hamas. La Croce Rossa palestinese e l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi denunciano una situazione sempre più disperata per i palestinesi nella striscia di Gaza. Intanto nel mondo si leva la protesta dell’opinione pubblica contro quella che un numero crescente di persone interpreta come una punizione collettiva contro il popolo palestinese. A cosa potrà condurre tutto questo? Quali prospettive immaginare dopo questa guerra che agli oltre 1400 israeliani uccisi da Hamas nel massacro del 7 ottobre ha aggiunto la morte di oltre 8000 palestinesi, stando alle affermazioni di Hamas? Ne discutiamo con:
Gad Lerner, giornalista, saggista, conduttore televisivo
Renzo Guolo, prof. di sociologia dell’islam e delle religioni, Università di Padova, studioso dell’islam radicale e opinionista.Tue, 31 Oct 2023 - 30min - 4099 - Quegli aiuti dentro casa
Famigliari curanti: è a loro che vogliamo dedicare l’odierna puntata di Modem. Si stima che nel nostro Paese l’impegno volontario e informale di cura venga assunto da uno svizzero su 4 di fatto, gli ultimi dati in possesso dell’Ufficio di statistica rilevano per il Canton Ticino oltre 50’000 persone dedite alla cura di un famigliare, di un parente, di un genitore, di un figlio. Numeri che fanno una certa impressione, che dicono tanto anche dell’evoluzione demografica di un paese che invecchia e delle necessità di presa a carico di una parte della popolazione.
Il 30 ottobre, vale a dire oggi, è una giornata che il Canton Ticino e altri 9 cantoni dedicano proprio a loro, ai Famigliari curanti. Una giornata istituita nel 2012, per dire grazie, ma anche per sostenere e accompagnare chi si prende cura dei propri cari, chi dedica e molto spesso sacrifica una parte della propria vita al lavoro di cura informale. Chi cura il curante dunque? Ne parliamo a Modem, proprio in occasione della giornata intercantonale con:
Sara Duric, coordinatrice del programma cantonale del sostegno ai famigliari curanti del Dipartimento della Sanità e della Socialità del Canton Ticino;
Rita Pezzati, psicologa e psicoterapeuta, professoressa presso la SUPSI;
Alessandra Viganò, direttrice sanitaria Associazione Locarnese e Valmaggese di Assistenza e cura a Domicilio (ALVAD)
Testimonianza registrata con Mirko Sartori, famigliare curante.Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay
Mon, 30 Oct 2023 - 30min - 4098 - La lunga corsa alla Casa Bianca
Una congiuntura economia non facile, una crisi istituzionale alla Camera, tensioni sociali e due guerre, se non alle porte di casa, comunque vicine, se si considera il coinvolgimento americano (finanziario e non solo).
È in questo contesto che gli Stati Uniti si preparano ad affrontare l’anno elettorale, che terminerà il 5 novembre 2024, con l’elezione del prossimo presidente americano.
Ma sarà davvero – come sembra – nuovamente uno scontro Joe Biden – Donald Trump? E quanto pesano – nell’opinione pubblica - alcune questioni di politica interna? Solo per citarne alcune: il tema lavoro e salari, il “blocco” della politica, con un Congresso paralizzato dalle divisioni interne ai Repubblicani … E che impatto potranno avere sulle scelte degli americani la guerra in Ucraina e il conflitto Israelo-palestinese?
A poco più di un anno dall’appuntamento del 5 novembre 2024, a pochi mesi dalle primarie democratiche e repubblicane che designeranno i candidati ufficiali dei due grandi partiti ne parliamo con
Raffaella Baritono, docente di storia e politica degli Stati Uniti all’università di Bologna
Andrew Spannaus, giornalista e analista americano
Andrea Vosti, corrispondente radio RSI a Washington
Fri, 27 Oct 2023 - 31min - 4097 - Israele, Hamas e ONU
Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha mandato su tutte le furie il Governo israeliano. La frase incriminata: “è importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono avvenuti dal nulla e che il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione”. L’indignata risposta israeliana: “Guterres si deve dimettere”.
È molto più di un battibecco quello andato in scena nelle ultime ore al Palazzo di Vetro di New York. È una guerra diplomatica con conseguenze dirette per le popolazioni civili.
Perché le Nazioni Unite di oggi, di cui fa parte anche la Svizzera, rappresentano sì il “concerto delle Nazioni” che non riesce a mettersi d’accordo politicamente su quasi niente. Ma dal 1949, tramite l’agenzia UNRWA, le Nazioni Unite rappresentano pure un minimo di garanzia per l’assistenza ai civili palestinesi sfollati internamente o rifugiati.
E così in questi giorni a Gaza non entra più nulla. Né cibo né carburante. Andrebbero a foraggiare i terroristi palestinesi che hanno attaccato e continuano ad attaccare Israele, ritiene il Governo israeliano.
Allora a che cosa serve l’ONU, nel suo doppio ruolo. E quali altri strumenti internazionali devono o possono intervenire. Ne discutiamo a Modem con:
MICHELE GIORGIO - giornalista, collaboratore RSI da Gerusalemme
DAVID ZEBULONI - giornalista basato a Tel Aviv, collabora con “Libero Quotidiano”
TRIESTINO MARINIELLO – prof. di diritto internazionale all’Università John Moores di Liverpool
Thu, 26 Oct 2023 - 30min - 4096 - Avanti Marsch! Intervista con il capo dell’esercito
La guerra in Ucraina si fa sentire anche sulla politica di difesa della Confederazione. L’invasione iniziata nel febbraio dello scorso anno ha implicazioni sulla rilevanza e sulla strategia dell’esercito svizzero, tanto che il parlamento ha approvato un aumento delle spese militari che fra qualche anno passeranno dallo 0.7 all’1 percento del PIL. Un esercito che dai circa 700’000 militi del periodo della guerra fredda è sceso a 140’000. Ora, nel nuovo contesto geo-strategico, come valutare i passi intrapresi dall’esercito e l’auspicato ampliamento della cooperazione internazionale in che modo si concilia con la neutralità elvetica.
Dopo un’intervista con il Capo dell’esercito svizzero, Thomas Süssli, ne discutono a Modem:
Mauro Gilli, esperto di tecnologie militari e sicurezza internazionale presso il Politecnico federale di Zurigo;
Orazio Martinetti, storico;
Tobia Schnebli, del Gruppo per una Svizzera senza esercito.
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Wed, 25 Oct 2023 - 30min - 4095 - Guerra in Ucraina, a che punto siamo?
È il conflitto che preoccupa tutti e in particolare l’Europa da un anno e mezzo, ma che la guerra tra Israele e Hamas ha fatto passare in secondo piano, almeno sui media. Cosa sta succedendo sul fronte ucraino? Che cosa dire dell’offensiva condotta dalle truppe di Mosca ad Avdiïvka, nei pressi di Donetsk? Come ci si sta avvicinando all’inverno? Quale incidenza sta avendo la grave crisi esplosa nel Medio Oriente? In quale misura è reale il rischio di un progressivo disimpegno dell’Occidente in quella che sempre più appare come una guerra di logoramento? Sono alcune delle domande che porremo ai nostri ospiti:
Cristiano Tinazzi,giornalista attivo sul fronte ucraino
Luca Steinmann,giornalista attivo sul fronte russo
Mara Morini,professoressa associata di scienza politica, Università di Genova
Pietro Batacchi,direttore della Rivista Italiana di Difesa
Tue, 24 Oct 2023 - 30min - 4094 - Elezioni 2023: il giorno dopo
Dalle urne domenica è uscita una Svizzera più conservatrice e meno ecologista rispetto a 4 anni fa. Più conservatrice perché oltre all’Udc, chiara vincitrice, anche il Centro è cresciuto, anche se in misura minore. Era però da due decenni che registrava un calo a livello nazionale. Meno ecologista perché a perdere seggi sono stati sia i Verdi, sia i Verdi liberali che lasciano sul terreno ben sei poltrone. Le priorità degli svizzeri sono quindi cambiate rispetto a 4 anni fa. E in un periodo di grande insicurezza a beneficiarne – oltre al partito della “sicurezza ai confini” – è anche stato il Partito socialista, partito della “sicurezza sociale”, che ha recuperato una parte di quanto aveva perso nel 2019
Com’è da leggere questo voto? Tutta colpa della congiuntura, oppure ci sono anche stati errori tattici da parte delle singole forze politiche? E come potrà lavorare il parlamento nei prossimi quattro anni? Ma - prima ancora - cosa aspettarsi per il ballottaggio del prossimo 19 novembre, per il Consiglio degli Stati in Ticino?
Ne parliamo con:
Daniele Caverzasio, portavoce Lega dei ticinesi
Alex Farinelli, consigliere nazionale PLR
Giorgio Fonio, candidato dell’Alleanza di Centro e vice-presidente del Centro - sezione Ticino
Piero Marchesi, consigliere nazionale e presidente sezione Ticino UDC
Marco Noi, co-coordinatore Verdi Ticino
Fabrizio Sirica, co-presidente PS – Ticino
Alessandro Speziali, presidente del PLR
Con un commento di Sean Müller, politologo dell’Università di Losanna
Mon, 23 Oct 2023 - 1h 02min - 4093 - TI 2024: un preventivo amaro
Sorpresa, incomprensione, rabbia, sono alcuni dei sentimenti manifestati dai ticinesi dopo la presentazione del preventivo 2024 da parte del Governo cantonale. Nessun partito, al momento, intende sostenerlo in toto, mentre le voci critiche si sono moltiplicate su metodologia, entità e opportunità di una manovra di rientro, con diversi tagli alla spesa pubblica, da 134 milioni di franchi.
Per l’anno prossimo si è così ottenuto un preventivo (con quasi 96 milioni di deficit) in linea con il vincolo previsto dal freno ai disavanzi. Ma non è tutto: il Consiglio di Stato ha già annunciato che per ottenere il pareggio dei conti nel 2025 (vedi il cosiddetto “Decreto Morisoli”) occorrerà prevedere un secondo pacchetto di misure.
Il Governo ticinese, presentando il preventivo 2024, ha invitato la politica “a far fronte comune e ad affrontare in modo responsabile un tema basilare quale quello del riequilibrio dei conti dello Stato. Questa è la sfida che tutti gli attori devono saper affrontare e superare nell’interesse del Cantone e della cittadinanza”.
Le prime reazioni dei partiti fanno presagire scenari poco unitari e Modem ne discute con quattro politici:
Ivo Durisch, capogruppo PS (commissione gestione);
Giorgio Fonio, deputato del Centro (Commissione gestione);
Paolo Pamini, deputato UDC (commissione gestione,);
Alessandro Speziali, presidente PLR e deputato.Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Fri, 20 Oct 2023 - 29min
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