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IL SIGNORE DEGLI ANELLI - di J.R.R. Tolkien
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Lettore Graziano Cecere
Prodotto da Libri per Passione
Registrato presso il JAFAR - Creative Space & Talent Hub
©2022-2023
DISCLAIMER:
Il Signore degli Anelli in Italia è edito da Bompiani, ad essa sono riservati tutti i diritti.
Questo audiolibro è un'iniziativa mossa da passione, non a fini di lucro, nata da Libri per Passione e con la collaborazione di Radio Brea, webradio dell'Associazione Culturale Sentieri Tolkieniani.
- 1686 - Prologo, Capitolo III - L'Ordinamento della ConteaTue, 24 Oct 2023
- 1685 - Prologo, Capitolo II - A Proposito dell'Erba PipaTue, 24 Oct 2023
- 1684 - Prologo, Capitolo I - A Proposito degli HobbitWed, 18 Oct 2023
- 1683 - Libro VI, Capitolo IX - I porti grigi (The Grey Havens)
In questo capitolo si narra della ripulizia della Contea: Gli Hobbit che furono incarcerati da Saruman vengono tutti liberati, e Sam utilizza il dono di Galadriel per ripiantare gli alberi nella Contea. Con il passare degli anni, Frodo comincia a sentirsi male a causa delle ferite e del lungo contatto che ha avuto con l'Anello. Frodo, terminato di scrivere la sua storia sul Libro Rosso, si reca, insieme a Sam, che nel frattempo si è sposato con Rosa Cotton e ha avuto una bambina, Elanor (come il nome di uno dei fiori di Lórien), ad incontrare gli Elfi. Insieme agli elfi trovano Bilbo, il quale nel frattempo ha compiuto 131 anni. Tutti, eccetto Sam, che era all'oscuro delle reali intenzioni del padrone, lasciano la Terra di Mezzo per raggiungere Aman. Ai Porti Grigi, c'è anche Gandalf, che parte anch'egli per Aman, ma è arrivato là con Merry e Pipino, in modo che Sam non sia costretto ad affrontare il triste viaggio di ritorno da solo. Dopo che le navi lasciano la riva, i tre Hobbit rimasti nella Terra di Mezzo tornano poi a casa.
Sun, 17 Sep 2023 - 1682 - Libro VI, Capitolo VIII - Percorrendo la Contea (The Scouring of the Shire)
Arrivati alla Contea, gli Hobbit scoprono che ora è comandata da un lontano cugino di Frodo, Lotho Baggins, che in realtà è il burattino di un certo "Sharkey" che tiranneggia per la contea con i suoi uomini e mezz'orchi al seguito.Merry e Pipino guidano una rivolta contro gli uomini di Sharkey e li ricacciano dalla contea nella battaglia di Lungacque, l'ultima battaglia combattuta nella Contea.Scoprono che Sharkey non è altro che Saruman. Saruman prova ad uccidere Frodo che però si salva grazie alla cotta di Mithril, nonostante questo Frodo decide di risparmiargli la vita. Saruman confessa, compiaciuto, che Lotho è stato ucciso nel sonno da Gríma e quindi, percuotendo con un calcio il suo servitore, si allontana, ma Vermilinguo, stanco dei maltrattamenti, uccide Saruman e tenta di fuggire, ma nella fuga viene trafitto da frecce Hobbit. Saruman lascia una contea ridotta ad una landa desolata.
Sun, 17 Sep 2023 - 1681 - Libro VI, Capitolo VII - Verso Casa (Homeward Bound)
Nel loro cammino verso la contea, gli Hobbit e Gandalf si fermano a pernottare nella locanda del Puledro Impennato dove apprendono dall'oste, Omorzo Cactaceo, che ci sono stati problemi in Brea durante la loro assenza. Gli Hobbit lo assicurano che le cose andranno meglio da quando Aragorn, conosciuto da Omorzo come il Vagabondo Grampasso, è Re e quindi lasciano Brea e partono per la contea. Gandalf abbandona gli Hobbit per andare a visitare Tom Bombadil.
Sun, 17 Sep 2023 - 1680 - Libro VI, Capitolo VI - Molte separazioni (Many Partings)
La compagnia va a Nord, verso Rohan, per seppellire Théoden e quindi celebrarne la memoria con grandi festeggiamenti. Da qui vanno a Isengard, dove gli Ent hanno ripiantato gli alberi, ma, mossi da pietà, hanno rilasciato Saruman. Legolas e Gimli proseguono per Fangorn; Aragorn ritorna al suo regno portandosi la chiave di Orthanc, mentre il resto della compagnia prosegue il suo viaggio verso nord incontrando durante il cammino Saruman e Grima. Saruman non si mostra affatto pentito. Gli Hobbit e Gandalf arrivano quindi a Gran Burrone dove visitano Bilbo ormai molto invecchiato.
Sun, 17 Sep 2023 - 1679 - Libro VI, Capitolo V - Il Sovrintendente e il Re (The Steward and the King)
La narrazione comincia a Minas Tirith nelle case di guarigione dopo che gli eserciti dell'ovest sono partiti per i Cancelli neri. Éowyn, affidata alle cure dei guaritori, chiede di vedere colui che ha il comando a Gondor per potergli chiedere di lasciare le case di Cura e partecipare anche lei alla battaglia. Il custode della casa di guarigione la porta allora dinanzi a Faramir che di diritto è destinato a essere il nuovo sovrintendente di Gondor. Faramir, vedendola, se ne innamora. Merry, anche lui a Minas Tirith per essere curato, racconta a Faramir le pene che Éowyn soffre. Lentamente i due giovani si innamorano fino a quando Éowyn accetta di sposare Faramir. Aragorn, con Gandalf e gli Hobbit, fa ritorno a Minas Tirith. Qui Gandalf incorona Aragorn re. Aragorn nomina Faramir principe dell'Ithilien e Beregond capo della guardia di Faramir. Gandalf conduce Aragorn sui monti Mindolluin per svelargli che ormai il mondo è affidato alla stirpe degli uomini e che quindi dovrà governare con saggezza. Qui Aragorn trova un piccolo arbusto di Albero bianco, il simbolo di Gondor, lo prende e lo pianterà nel cortile del palazzo a sostituzione dell'antico albero appassito. Gli elfi giungono anche loro a Minas Tirith e Arwen sposa Aragorn.
Sun, 17 Sep 2023 - 1678 - Libro VI, Capitolo IV - Il campo di Cormallen (The Field of Cormallen)
La narrazione ritorna là dove è stata interrotta nel capitolo 10 del libro V. Le aquile arrivano a dare man forte agli eserciti dell'Ovest. Sauron, nel momento in cui Frodo indossa l'anello, si rende conto finalmente dell'enorme pericolo e richiama tutti i Nazgûl, ma ormai è troppo tardi: l'anello è distrutto e con lui Sauron. Le forze di Mordor, orfane di Sauron, fuggono. Gandalf, con l'aiuto delle aquile, recupera Sam e Frodo in cima al monte Fato. Sam e Frodo si risvegliano in Ithilien e qui vengono festeggiati con grandi onori. Entrambi si riuniscono con Grampasso, ora re, e il resto della compagnia dell'anello.
Sun, 17 Sep 2023 - 1677 - Libro VI, Capitolo III - Monte Fato (Mount Doom)
Frodo e Sam raggiungono Monte Fato. Gollum li attacca all'improvviso tentando di reimpadronirsi dell'anello, ma Frodo riesce a sconfiggerlo. Sam si prepara ad uccidere Gollum, ma, mosso da pietà, gli risparmia la vita. Sull'orlo del vulcano, Frodo non ha la forza di gettare l'anello, ma, anzi, lo pretende per sé e lo infila al dito; in quel momento, Gollum rispunta all'improvviso e attacca Frodo staccandogli a morsi il dito e quindi l'anello. Tuttavia Sméagol, troppo impegnato ad esultare per aver riconquistato il suo "Tesssoro", non si accorge di mettere un piede di troppo nel baratro e precipita nel vulcano trascinando con sé l'anello, distruggendolo una volta per tutte.
Thu, 01 Jun 2023 - 1676 - Libro VI, Capitolo II - La terra d'ombra (The Land of Shadow)
Travestiti da orchetti, Sam e Frodo attraversano Mordor. Dal Discorso di due orchi che sentono mentre sono nascosti, scoprono che Gollum, rubando la cotta di Frodo, ha contribuito a disperdere le tracce dei due Hobbit, più avanti hanno anche prova che li sta seguendo. Durante il cammino vengono intercettati da una truppa di orchi, credendoli due orchi disertori, li costringono ad unirsi alla loro marcia. Approfittando di un momento di confusione, riescono comunque a fuggire.
Thu, 01 Jun 2023 - 1675 - Libro VI, Capitolo I - La torre di Cirith Ungol (The Tower of Cirith Ungol)
Sam va alla ricerca di Frodo nella torre degli orchi e scopre che gli orchi si sono uccisi l'uno con l'altro per dividersi le cose di Frodo, specialmente la cotta di mithril. Sam trova Frodo in cima alla torre dove gli restituirà l'anello.
Thu, 01 Jun 2023 - 1674 - Libro V, Capitolo X - Il cancello nero si apre (The Black Gate Opens)
L'esercito, con Gandalf, Aragorn, Gimli, Legolas e Pipino, arriva ai cancelli neri. Da qui esce il portavoce di Sauron che gli mostra dei beni appartenenti a Sam e Frodo. In cambio della vita di questi, la Bocca di Sauron chiede una resa incondizionata e che tutte le terre ad est dell'Anduin siano riconosciute a Sauron, mentre quelle ad ovest fino alle montagne nebbiose e alla breccia di Rohan diventino tributarie di Sauron sotto la guida di un suo luogotenente. Gandalf chiede di vedere gli ostaggi, ma l'emissario esita, quindi Gandalf rigetta tutti i termini imposti. Il portavoce se ne va e presto le truppe di Sauron li circondano. Il gran capo dei troll di Gorgoroth stordisce Beregond e lo sta per finire, ma interviene pronto Pipino a difesa dell'amico e uccide il nemico che, nella caduta, li travolge. Pipino sviene, non prima di aver sentito le parole: "Arrivano le Aquile!".
Thu, 01 Jun 2023 - 1673 - Libro V, Capitolo IX - L'ultima discussione (The Last Debate)
Gimli e Legolas entrano a Minas Tirith e qui incontrano Merry e Pipino. I capitani decidono, nel frattempo, l'azione successiva da intraprendere. Al termine del consiglio decidono di marciare con un'armata di 7000 uomini contro i cancelli neri di Mordor per distrarre l'attenzione di Sauron ed evitare che si accorga di Sam e Frodo che marciano verso la distruzione dell'anello.
Thu, 01 Jun 2023 - 1672 - Libro V, Capitolo VIII - Le case di guarigione (The Houses of Healing)
Théoden è deposto nella Sala della Torre. Éowyn, Merry e molti altri giacciono feriti nelle case di guarigione e Gandalf chiama Aragorn in assistenza perché le mani del re sono mani di guaritore, come dice un antico proverbio di Gondor. Aragorn utilizza le foglie di re (Athelas) per curare Faramir, Éowyn, Merry e gli altri feriti. Nel frattempo, gli abitanti di Minas Tirith cominciano a dire che il re è tornato.
Thu, 01 Jun 2023 - 1671 - Libro V, Capitolo VII - Il rogo di Denethor (The Pyre of Denethor)
Pipino racconta a Gandalf della pazzia di Denethor. Entrambi si dirigono nelle stanze dove Beregond difende il ferito Faramir dall'immolazione. Gandalf termina il conflitto salvando Faramir dal rogo e, per un momento, Denethor sembra riprendere il senno. Si scopre che Denethor ha usato un palantír e, ingannato da Sauron, ormai non aveva nessuna speranza di vittoria e, soprattutto, non voleva andare sotto il comando di Aragorn. Quindi, mentre Gandalf porta via Faramir, Denethor dà improvvisamente fuoco al rogo, bruciando se stesso e il palantír. Faramir è portato alle case di guarigione.
Thu, 06 Apr 2023 - 1670 - Libro V, Capitolo VI - La battaglia dei campi del Pelennor (The Battle of the Pelennor Fields)
La carica di Rohan, guidata dal Re in persona con la sua scorta, travolge le truppe a nord bruciando accampamenti e distruggendo le macchine d'assedio. La cavalleria degli Haradrim, guidata dal loro capitano, contrattacca puntando diritto verso Théoden. Nonostante la cavalleria Haradrim sia tre volte superiore, Théoden e i suoi hanno la meglio: il re stesso ucciderà il loro comandante.Il re dei Nazgûl, che aveva abbandonato il cancello, attacca, con il suo destriero alato, Theodén mettendo in fuga la guardia. Nevecrino, il cavallo del re, spaventato a morte si imbizzarrisce e, colpito da una freccia, cade sul fianco travolgendo il suo cavaliere. Théoden rimane lì, morente, solo al suo destino, quando si frappone tra il re e il signore dei Nazgûl, il giovane cavaliere Dernhelm. Il signore oscuro gli intima di andarsene e di non osare sfidarlo perché "nessun uomo vivente" può sconfiggerlo, al che Dernhelm si rivela essere Éowyn (quindi una donna e non un uomo). Approfittando dello stupore dello schiavo dell'anello, Éowyn taglia di netto la testa del destriero alato. Il re stregone a questo punto incalza Éowyn distruggendo a colpi di mazza lo scudo e rompendole il braccio. Quando il cavaliere oscuro sta per uccidere definitivamente la giovane, Merry lo distrae colpendolo al ginocchio con il suo pugnale elfico, fabbricato tra l'altro proprio per sconfiggere il signore di Angmar. Grazie all'intervento di Merry, Éowyn riesce a trafiggere con la sua spada il volto invisibile del nemico, uccidendolo: il signore dei Nazgûl è stato sconfitto, non da uomo vivente, come lui aveva detto, ma da una donna e un hobbit.Éowyn cade come morta in avanti, mentre il re, ignaro che nelle vicinanze giace inanime la sua nipote adorata, muore sereno tra le braccia di Merry. Giunge nel frattempo Éomer con il resto della scorta per tentare di salvare il re, ma vedendolo morto gli tributa un ultimo saluto. Éomer più in là scorge anche sua sorella tra i caduti e, credendola morta, ritorna con i suoi in battaglia ormai senza più interesse per il suo destino. Merry comincia a sentirsi male dopo essere entrato in contatto con il Signore dei Nazgûl. Nel fiume, nel frattempo, veleggiano vele nere e, in cuor loro, i difensori di Gondor credono che la fortuna li abbia ormai abbandonati pensando che quelle vele siano dei corsari di Umbar giunti a dargli il colpo di grazia; in realtà è Aragorn giunto in loro aiuto. Con questi rinforzi ormai sopraggiunti, la battaglia termina a favore di Gondor, ma grandi sono comunque le perdite sofferte.
Thu, 06 Apr 2023 - 1669 - Libro V, Capitolo V - La cavalcata dei Rohirrim (The Ride of the Rohirrim)
I Rohirrim attraversano la foresta Druadana dove incontrano gli uomini selvaggi. Il loro capo, Ghân-buri-Ghân dà informazioni su quanto sta succedendo a Minas Tirith e si offre di condurli per sentieri che solo lui conosce in modo da aggirare le vedette nemiche, poste lungo la strada proprio per rallentare l'arrivo dei rinforzi, e travolgere, con un assalto improvviso, gli assedianti, tuttavia si rifiuta di aiutarli in battaglia. Le truppe di Rohan superano così, senza incidenti, la Foresta Druadana e Valle Cavapietra e arrivano a Minas Tirith. Qui, vedendo che ormai gli orchetti avevano aperto il cancello, caricano il nemico.
Thu, 06 Apr 2023 - 1668 - Libro V, Capitolo IV - L'assedio di Gondor (The Siege of Gondor)
La narrazione ritorna a Gandalf e Pipino. Pipino viene convocato dal Sovraintendente di Gondor il quale lo nomina suo scudiero. Durante una pausa, Pipino incontra nuovamente Beregond. La conversazione dei due è interrotta da grida feroci e il suono di una tromba: è Faramir che è attaccato dai Nazgûl. Faramir, grazie a Gandalf che gli era corso incontro per soccorrerlo, riesce a raggiungere la città fortificata. Qui farà rapporto al padre, Denethor, e dirà di aver incontrato Frodo e di averlo lasciato continuare verso Cirith Ungol, il passo maledetto che porta a Mordor. Denethor incalza il figlio, criticandolo per non aver preso l'anello da Frodo, ma Gandalf interviene dicendo che l'anello non avrebbe portato nessun bene a Gondor. Il mattino seguente Faramir parte per guidare la guarnigione di Osgiliath, la prima che sarà raggiunta dal nemico. Nell'attacco, le forze di Sauron, in sovrannumero, hanno la meglio su quelle di Faramir che è quindi costretto a ritirarsi. Durante la ritirata viene però ferito. Ha così inizio l'assedio di Minas Tirith. Denethor, afflitto di dolore per suo figlio morente, lascia il comando in mano a Gandalf e si ritira nelle sue stanze. Gli orchi incendiano il primo cerchio della città, mentre Denethor, ormai impazzito, decide di erigere una pira dove bruciare in rogo lui e il figlio. Gli orchi sfondano il cancello di ingresso della città guidati dal signore dei Nazgûl e Gandalf gli si fa avanti per affrontarlo. Il capitolo si chiude con il suono dei corni di Rohan giunti in soccorso.
Thu, 30 Mar 2023 - 1667 - Libro V, Capitolo III - L’Adunata Di Rohan (The Muster Of Rohan)
Capitolo III
L'adunata di Rohan (The Muster of Rohan)
Théoden, Éomer, e Merry scendono le colline fino a Dunclivo. Nel forte apprendono che Aragorn ha attraversato il sentiero dei morti e Théoden racconta a Merry la storia di questo sinistro percorso. Qui Théoden riceve degli emissari di Denethor che gli chiedono di raggiungere in aiuto Minas Tirith. Il re dispone che i cavalieri a suo seguito si preparino alla svelta per partire alla volta di Minas Tirith, ma ordina a Merry di restare a Dunclivo. Merry, tuttavia, riesce a seguire il re con la sua spedizione aiutato da un giovane cavaliere che si presenta con il nome di Dernhelm.Thu, 09 Mar 2023 - 1666 - Libro V, Capitolo II - Il passaggio della grigia compagnia (The Passing of the Grey Company)Il passaggio della grigia compagnia (The Passing of the Grey Company)La narrazione ritorna a Dol Baran, dove Gandalf e Pipino hanno lasciato la compagnia. Aragorn, Legolas, Gimli, Théoden e Éomer sono raggiunti dalla cosiddetta "Grigia Compagnia", un gruppo di Raminghi del Nord della stessa stirpe di Aragorn, partiti da Gran Burrone insieme ad Elladan ed Elrohir, figli di Elrond Mezzelfo. Insieme si dirigono verso il Fosso di Helm. Ivi arrivati Merry pone la sua spada al servizio di Re Théoden e, mentre fervono i preparativi per la guerra e si elaborano le necessarie strategie, Aragorn decide di giocare un'astuta quanto pericolosa mossa: immerge il suo sguardo nel palantír di Orthanc, rivelandosi così a Sauron per quello che egli è: il legittimo Re di Gondor. Adesso il mortale nemico sa di dover fare i conti anche con l'erede di Isildur, e questo potrebbe fargli fare qualche mossa avventata, oltre che fargli distogliere l'attenzione dal Portatore dell'Anello. Tuttavia, dalla antica pietra, Aragorn apprende anche della reale entità delle forze nemiche e delle loro imminenti mosse e, poiché il tempo per preparare l'esercito sembra non essere sufficiente, decide di percorrere il cosiddetto Sentiero dei Morti: una strada misteriosa e lugubre che nessuno è mai riuscito a percorrere per intero e su cui circolano nefaste leggende. Accompagnato dalla "Grigia Compagnia" - a cui si aggiungono gli immancabili Legolas e Gimli - egli, dunque, si reca ad Edoras e quindi a Dunclivo. Lì Éowyn prova, senza successo, prima di dissuaderlo di intraprendere quella strada e poi di accompagnarlo lungo il sentiero dei morti. La compagnia attraversa il tunnel sotterraneo dei morti e ivi convocano tutti i morti presso il colle di Erech. Alla roccia di Erech, Aragorn, chiede ai morti di fare fede al giuramento che tempo addietro, quando in vita, avevano fatto ad Isildur e seguirlo per spazzare i servitori di Sauron. Solo dopo questo il giuramento può considerarsi mantenuto e i morti potranno avere pace.Thu, 02 Mar 2023
- 1665 - Libro V, Capitolo I - Minas Tirith
Questo capitolo è letto da Antonino Di Gregorio per Libri Per Passione
Gandalf e Pipino arrivano nella grande, ma decadente, città di Minas Tirith per parlare con Denethor, Sovrintendente Regnante di Gondor. Pipino giura fedeltà e obbedienza a Denethor per ripagare il debito verso Boromir che gli salvò la vita. Pipino è quindi portato attraverso la città da Beregond, un soldato della guardia, e successivamente dal figlio di questi, Bergil. Pipino e Bergil finiscono la giornata guardando gli uomini di Gondor marciare per organizzare la difesa della città. L'Oscurità innaturale di Mordor ha inizio tramite le esalazioni provocate dal Monte Fato.Sat, 25 Feb 2023 - 1664 - Libro IV, Capitolo X - Messer Samvise e le sue decisioni (The Choices of Master Samwise)
Frodo è stato colpito alle spalle dal morso di Shelob, e giace a terra già avvolto nella bava filosa del mostro. È l'ora dunque per Samvise Gamgee di dimostrare l'estremo coraggio e fedeltà di cui è capace: egli ingaggia con Shelob una lotta mortale, e la ferisce gravemente nel ventre costringendola a fuggire. Ma Frodo giace senza vita ai suoi piedi e una nera disperazione cade nella mente ottenebrata di Sam. In preda al dubbio e al furore, egli non sa quale sia la decisione migliore: morire assieme all'amato padrone o portare a termine il compito impossibile di distruggere l'anello. Dopo lunghi momenti trascorsi tra lacrime e dubbi, Sam dunque si rassegna a ciò che appare al momento più utile: continuare il viaggio. Toglie così l'anello dal collo di Frodo e si allontana, dopo aver composto il corpo dell'hobbit e aver sostituito la sua spada con Pungolo, certamente più utile ora a lui.Sam dunque indossa l'anello e si avvia verso il valico alla volta della nera torre di guardia. Ma qualcosa lo blocca: voci di orchi provengono sia di fronte a lui che alle sue spalle. Le grida di Frodo e i rumori della lotta hanno risvegliato l'attenzione delle guardie del valico, che ora si affrettano a intercettare gli invasori. Protetto dall'anello, Sam può vedere e udire tutto ciò che gli orchi si dicono: scopre dunque che da giorni si sapeva delle manovre di Gollum con Shelob, e che il loro ingresso non era passato inosservato. Ma soprattutto, egli scopre che Frodo non è morto: come dice Shagrat, il capo delle guardie della torre, Shelob non uccide le sue vittime ma le paralizza momentaneamente, per goderne poi il sangue e la carne ancora freschi a suo piacimento. Ora dunque Frodo è condotto dagli orchi lungo i sottopassaggi del valico verso i sotterranei della torre di guardia, e Sam è costretto a inseguire disperato e affannato, prendendola con se stesso per la sua ingenuità. Ma gli orchi sono troppo veloci per lui, e prima che egli possa raggiungerli, essi si rinserrano dietro i cancelli fortificati della fortezza, lasciandolo fuori solo nell'oscurità. Frodo è vivo, ma prigioniero del nemico.
Thu, 26 Jan 2023 - 1662 - Libro IV, Capitolo IX - La tana di Shelob (Shelob's Lair)
Questo capitolo è letto da Roberta Occhi per Libri Per Passione
Alla fine delle scale, ai piedi di una immensa parete di roccia nera, si apre un tunnel, l'ultimo pezzo di strada che conduce nel regno di Sauron. Dalla nera imboccatura emana un fetore insopportabile di marciume putrescente, ma Gollum è categorico: chi vuole entrare inosservato nella Terra Nera non ha altra via che quella. E Frodo la imbocca, consapevole che, quali che siano gli scopi di Gollum, almeno in questo egli ha ragione.Gli Hobbit vengono immediatamente avvolti da un'oscurità più profonda di qualunque notte maledetta e senza stelle: un'oscurità densa e incombente come l'odore immondo che li aggredisce togliendo loro non solo il fiato ma anche la forza di volere e di pensare. La galleria si inerpica lungo una strada liscia e dritta, come un'opera umana voluta per qualche scopo ormai dimenticato. Ogni tanto, ai due lati, lungo le pareti anch'esse lisce, si aprono altri passaggi, più stretti e altrettanto oscuri; e man mano che proseguono, la puzza aumenta, assieme alla inquietante presenza di strane escrescenze dondolanti dal soffitto, flessibili come liane.Essi giungono così al punto di massima intensità del buio e del fetore: una grande apertura da cui emana una malvagità quasi inconcepibile, che per un attimo paralizza la loro volontà. Con uno sforzo immenso gli hobbit riescono tuttavia a riprendere il cammino; ma qualcosa ora li minaccia alle spalle. Un sibilo velenoso, un rumore di giunture li insegue. Sam si rammenta improvvisamente del dono di Galadriel per Frodo, la fiala d'acqua attinta allo specchio in cui si riflette la luce di Eärendil, stella del vespro. E Frodo la estrae. Ai loro occhi appare l'essere più mostruoso che si possa immaginare: un immenso ragno, dagli occhi a grappoli in cui brilla una luce velenosa di avida malignità, pronto a balzare su di loro. Più per disperazione che per coraggio o convinzione, Frodo e Sam innalzano le loro spade e la luce di Eärendil di fronte al mostro, che, colpito per la prima volta nella sua lunga esistenza da tanto coraggio e da una simile luce elfica, è costretto momentaneamente a indietreggiare.L'immondo ragno non è altri che Shelob, la figlia del mostro aracnideo Ungoliant creato dalla malvagità di Melkor nella Prima Era durante la guerra contro gli elfi di Valinor. Essa giace nel proprio putridume da un infinito numero di anni, indisturbata, indifferente persino al potere di Sauron, il quale la utilizza come guardiana dei suoi confini. Ma ora Frodo e Sam hanno momentaneamente via libera, e corrono disperatamente verso l'uscita del tunnel, che superano dopo aver tagliato l'ultima immensa ragnatela che la chiude. E Frodo, colto da una irresistibile frenesia di salvezza, non più consapevole di dove si trova, esce correndo e urlando dalla tana, lungo il sentiero che conduce all'ultimo valico verso Mordor, valico sovrastato da una minacciosa e vigile torre di guardia. E mentre corre, da un'uscita secondaria sbuca nuovamente Shelob, frapponendosi tra Frodo e Sam. Sam cerca di correre in aiuto del suo padrone, ma qualcosa lo afferra alla gola: è Gollum, ormai convinto che il suo piano sia perfettamente riuscito e pronto a vendicarsi delle umiliazioni subite dall'hobbit "grasso". Nella lotta furibonda che ne segue ha la meglio Sam, e Gollum è costretto a darsi alla fuga, ma il destino ha fatto il suo corso.Thu, 19 Jan 2023 - 1660 - Libro IV, Capitolo VIII - Le scale di Cirith Ungol (The Stairs of Cirith Ungol)
Lasciato il crocevia, li aspetta l'imbocco nella valle maledetta di Minas Morgul, la Torre degli spettri. Essa si incunea serpeggiando nel cuore dell'Ephel Dúath, immersa in un'oscurità perenne e nebbiosa, rotta dall'inquietante chiarore spettrale della torre della rocca che una volta, sotto i re di Gondor, prendeva il nome di Minas Ithil. Gemella lunare della torre di Minas Tirith, Minas Ithil era stata conquistata dalle forze dell'oscurità nell'epoca in cui Sauron, cacciato dalla foresta di Bosco Atro (Mirchwhood), era rientrato in Mordor. Da allora essa ospita il nero re degli stregoni di Angmar, lo stesso che – in una lontana notte di ottobre – ha pugnalato Frodo su Collevento.
Ai lati della strada che conduce al cancello della fortezza si stendono prati neri costellati di fiori bianchi come ossa, emananti un intenso fetore di morte. E proprio davanti al bivio, Frodo è catturato da un incantesimo mortale che lo conduce, trotterellando istupidito, verso l'ingresso della torre mortale, non fosse per Sam che riesce a strapparlo alla oscura malia.Sulla parte sinistra della strada si apre una spaccatura nella roccia lungo all'interno della quale corre un sentiero stretto e pietroso: è, come indicato da Gollum, la strada a scalini che si inerpica verso un valico nascosto e abbandonato della valle, il valico di Cirith Ungol. Ma i viaggiatori hanno appena imboccato il sentiero, che il nero cancello della Torre si apre, vomitando un esercito immenso di uomini e orchi guidato dal re degli spettri in persona. Per un attimo, il richiamo dell'anello attira l'inquieta attenzione del nemico, costringendo Frodo a lottare nuovamente contro la tentazione di infilarselo; ma la guerra non attende e l'esercito riprende il cammino verso la conquista di Osgiliath.Per i tre compagni riprende dunque il cammino, ovvero la straziante salita lungo la pericolose ed oscure scale che, per centinaia e centinaia di metri, si inerpicano verso le creste montagnose che segnano il confine occidentale di Mordor. La fatica è improba, peggiorata dal vento freddo e aggressivo che scende dalle cime sovrastanti, e dalla minaccia di baratri invisibili che accompagnano l'ascesa nel cuore della notte. Poche sono le occasioni di riposo, e in una di queste, Sam e Frodo rinsaldano, con parole di rara bellezza, la profonda consapevolezza del significato che ricopre il loro destino nell'infinito scorrere della storia del mondo: « [...] noi non saremmo qui, se avessimo avuto le idee un po' più chiare prima di partire. Ma suppongo che accada spesso. Penso agli atti coraggiosi delle antiche storie e canzoni, signor Frodo, quelle ch'io chiamavo avventure. Credevo che i meravigliosi protagonisti delle leggende partissero in cerca di esse, perché le desideravano, essendo cose entusiasmanti che interrompevano la monotonia della vita, uno svago, un divertimento. Ma non accadeva così nei racconti veramente importanti, in quelli che rimangono nella mente. Improvvisamente la gente si trovava coinvolta, e quello, come dite voi, era il loro sentiero. Penso che anche essi come noi ebbero molte occasioni di tornare indietro, ma non lo fecero. E se lo avessero fatto noi non lo sapremmo, perché sarebbero stati obliati. Noi sappiamo di coloro che proseguirono, e non tutti verso una felice fine, badate bene; o comunque non verso quella che i protagonisti di una storia chiamano una felice fine. Capite quel che intendo dire: tornare a casa e trovare tutto a posto, anche se un po' cambiato… come il vecchio signor Bilbo. Ma probabilmente non sono quelle le migliori storie da ascoltare, pur essendo le migliori da vivere! Chissà in quale tipo di vicenda siamo piombati!» «Chissà - disse Frodo -. Io lo ignoro. E così accade per ogni storia vera. Prendine una qualsiasi fra quelle che ami. Tu potresti sapere o indovinare di che genere di storia si tratta, se finisce bene o male, ma la gente che la vive non lo sa, e tu non vuoi che lo sappia». « [...] Ma signore, non vi avevo mai pensato...Thu, 12 Jan 2023 - 1659 - Libro IV, Capitolo VII - Viaggio sino al crocevia (Journey to the Cross-roads)
Il viaggio dunque riprende. Ma qualcosa nel mondo è cambiato: una nube minacciosa e imponente avanza da est, dal cuore di Mordor, oscurando tutto il cielo e privando l'aria di freschezza e di vita. Sui boschi dell'Ithilien è calato un silenzio mortale. È la tempesta che Sauron sta portando nel cuore del regno di Gondor, in attesa dell'assalto alla rocca di Minas Tirith.
Oppressi dall'angoscia e dalla fatica, i tre viaggiatori costeggiano oscure foreste, addentrandosi verso sud est; la meta è un crocevia nel quale si incontrano le strade che conducono, a sud verso il mare lontano, a ovest verso le rovine della città di Osgiliath, una volta capitale di Gondor e ora terra di conquista degli orchi, e a est verso la valle maledetta di Minas Morgul, la torre degli spettri.Lì giunti, gli Hobbit hanno una sorpresa: nel centro del crocevia si erge una imponente statua di pietra, memoria degli antichi re di Gondor; la sua testa è stata recisa, sostituita con una pietra deforme oscenamente imbrattata, e giace abbandonata su un lato della via. Ma l'ultimo raggio di sole, tramontando sotto il tombale tetto di nuvole che ha ormai oscurato tutto l'occidente, va a cadere proprio sulla testa del re, rivelando che essa è coronata di un intreccio di fiori rampicanti bianchi e oro. Come un auspicio di tempi che furono, o di speranze future, la visione rianima gli Hobbit, e Frodo può esclamare: "non possono conquistare per sempre!".Mon, 09 Jan 2023 - 1657 - Libro IV, Capitolo VI - Lo stagno proibito (The Forbidden Pool)
Verso l'alba Faramir fa alzare Frodo dal suo giaciglio per mostrargli una inquietante novità: Gollum si è infiltrato nel rifugio segreto, e sta nuotando nello stagno creatosi ai piedi della cascata in cerca di pesci. Il suo destino è segnato: la legge di Gondor infatti condanna a morte chiunque infranga il segreto di Henneth Annun. Ma Frodo intercede per lui e ottiene che gli venga risparmiata la vita, ponendosi come suo protettore e garante. È così che Faramir concede a Frodo di continuare il suo drammatico viaggio, sotto la guida di Gollum. Dopo averli nominati Amici di Gondor e suoi personali, Faramir carica gli hobbit di provviste fresche e li riconduce sul sentiero abbandonato il giorno prima. Lì si separano, consapevoli che forse mai più potranno rivedersi da vivi.
Thu, 29 Dec 2022 - 1655 - Libro IV, Capitolo V - La finestra a occidente (The Window on the West)
Terminata la battaglia, Faramir inizia l'interrogatorio di Frodo, ma ben presto si rende conto della sincerità dell'hobbit e di un inquietante mistero di cui è portatore. Per questa ragione decide di condurre lui e Sam nel rifugio segreto di Henneth Annûn, la Finestra del Tramonto, dove potrà continuare indisturbato il suo colloquio con gli Hobbit. Henneth Annun è una caverna ricavata deviando l'antico corso di una cascata, che ora è divenuta una barriera impenetrabile utile a proteggere la segretezza del luogo. In quella caverna i soldati di Gondor transitano durante le loro spedizioni segrete nell'Ithilien, trovandovi ristoro e riposo. Ed è lì che continua il dialogo tra Frodo e Faramir, dialogo durante il quale il capitano di Gondor apprende le tragiche avventure della Compagnia dell'anello. E proprio durante il colloquio, Sam si lascia scappare, affascinato dalla personalità di Faramir, il segreto dell'Anello.È questa una delle pagine più alte di tutto il romanzo: il giovane condottiero si rivela un uomo di profonda saggezza e compassione umana, e di fronte alla terribile tentazione dell'Anello - lo stesso per cui suo fratello ha trovato la morte – egli supera la prova dando testimonianza di fedeltà al suo destino e di intima adesione agli stessi principi che stanno portando Frodo all'estremo sacrificio della vita. Frodo stesso può dunque abbandonarsi fiducioso tra le amichevoli braccia del capitano, rivelando con disperata stanchezza il terribile compito di cui si è fatto carico.
Thu, 22 Dec 2022 - 1654 - Libro IV, Capitolo IV - Erbe aromatiche e Stufato di coniglio (Of Herbs and Stewed Rabbit)
La nuova tappa del viaggio di Frodo, Sam e Gollum attraversa la regione dell'Ithilien, una vallata ancora viva e verdeggiante, che in tempi più felici era considerata il giardino di Gondor. Costellata di boschi di conifere profumate e di macchie di erbe aromatiche, essa dona agli Hobbit una pausa di inattesa serenità.
Come al solito essi devono viaggiare di notte, poiché l'Occhio è sempre vicino e instancabile. E in una pausa mattutina, l'affamato Sam convince Gollum a cacciare per loro qualche coniglio. Ottenuto ciò che voleva, il fedele hobbit cucina la tenera selvaggina accendendo un piccolo fuoco, da cui, contro le sue intenzioni, si alza presto un sottile filo di fumo. Sarà proprio quel piccolo segnale che attirerà sugli hobbit l'attenzione di una pattuglia di soldati di Gondor mandati a sabotare gli eserciti provenienti dal sud.
Frodo e Sam (Gollum si è abilmente sottratto) sono prigionieri del Capitano Faramir, che apprende con profonda emozione della loro amicizia con Boromir, suo fratello. Ma i nemici si avvicinano e i soldati sono impegnati in una breve ed intensa battaglia contro le loro retroguardie. Ed è così che Sam fa l'amara esperienza di una guerra, quando il corpo straziato di un Sudrone precipita ai suoi piedi; così come può provare la soddisfazione di vedere da vicino un Olifante, un enorme bestione da guerra che corre imbizzarrito a pochi passi da lui.Thu, 15 Dec 2022 - 1653 - Libro IV, Capitolo III - Il cancello nero è chiuso (The Black Gate Is Closed)
Accovacciati su uno sperone di roccia dell'Ephel Dúath, i viaggiatori guardano sorgere l'alba alle spalle del nero cancello di Mordor. Sono a poche centinaia di metri dalla loro terribile meta, nascosti agli sguardi delle minacciose sentinelle, spettatori impotenti dell'enorme forza militare che si concentra tra le braccia rocciose che fiancheggiano l'ultimo tratto di strada che conduce alle porte dell'Oscurità. E sulle strade che da Est conducono al Passo Maledetto, Cirith Gorgor, si snodano gli eserciti dei nuovi alleati di Sauron, i Sudroni (Swertings) provenienti dalle terre meridionali che si stendono oltre il Grande mare.
Frodo appare deciso a dirigersi al cancello, fedele alla missione che un giorno ormai lontano gli è stata affidata dal Consiglio di Elrond, consapevole che il prezzo sarà la morte, e non vuole che nessuno lo segua. Ma Gollum è terrorizzato: egli sa che nessuno può sfuggire all'Occhio di Sauron, e che la conseguenza sarà il ritorno dell'Anello nella mano dell'Oscuro Signore. È così che egli rivela agli hobbit diffidenti l'esistenza di un altro passaggio, segreto e misterioso, in grado di condurli oltre le montagne, nel cuore di Mordor. È la lunga scalinata che più a sud, all'altezza della terribile città morta di Minas Morgul, si inerpica verso il passo di Cirith Ungol. Frodo non sa se fidarsi o meno dei consigli ambigui della loro guida. Egli invoca dentro di sé la perduta guida di Gandalf, e non immagina che nello stesso istante lo stregone, a colloquio con Saruman, sta proprio pensando a lui. Ed è forse proprio questo segreto legame spirituale che ispira nell'hobbit una nuova determinazione: seguirà il consiglio di Gollum e prenderà la strada da lui consigliata.Thu, 08 Dec 2022 - 1652 - Libro IV, Capitolo II - L'attraversamento delle paludi (The Passage of the Marshes)
La fedeltà di Gollum si rivela a poco a poco autentica e sincera: egli infatti conduce gli hobbit fuori dal labirinto degli Emin Muil, e li guida sicuro e attento lungo il nuovo minaccioso cammino delle Paludi Morte (Dead Marshes). Queste sono un immenso acquitrino che si stende dai colli dell'Emin Muil fino ai confini di Mordor, a sud del Dagorlad, la terra desolata lungo la quale corre la via diretta per il nero cancello di Mordor. Esse costituiscono il passaggio nello stesso tempo più infido e più protetto verso la terra del Nemico, l'unico che gli orchi non frequentino mai, passaggio scoperto da Sméagol nei suoi disperati vagabondaggi. Nelle acque putride e puzzolenti delle paludi, tempestate da innumerevoli fuochi fatui, si intravedono i pallidi fantasmi di guerrieri antichi, elfi, uomini e orchi: sono i resti spettrali dell'antica battaglia dei Tre eserciti combattuta ai piedi di Mordor alla fine della Seconda Era.
Il cammino è orribile e disperato; bagnati e intrisi dell'insopportabile odore di morte, i viaggiatori si muovono attraverso un sentiero quasi invisibile di erbe scivolose e pozzanghere insidiose. E su di loro, nel cuore di una notte limpida e fredda, si abbatte la minaccia di un Nazgûl sibilante e crudele, che sfreccia nel cielo dalle mura di Mordor verso il fronte dell'ovest, dove gli eserciti di Rohan stanno trionfando.
La fine del viaggio è forse ancora peggiore del suo inizio: ai bordi orientali delle paludi si stendono le pendici avvelenate e desertiche dell'Ephel Dúath, le Montagne dell'Ombra, un vasto deposito di ceneri e rigurgiti velenosi generati dalla mortale polluzione di Mordor e dei suoi eserciti. Ed è in uno dei loro pozzi oscuri che i tre compagni trovano un attimo di riposo: mentre Frodo giace addormentato, all'attento Sam non sfugge un incredibile monologo nel quale la doppia natura di Gollum – Scurrile e Servile – si trova a lottare tra il desiderio dell'anello e quello di preservare l'amicizia del suo nuovo padrone. Ed è lì che Gollum accenna al futuro possibile aiuto che egli potrà ricevere da una misteriosa creatura.Thu, 01 Dec 2022 - 1651 - Libro IV, Capitolo I - Sméagol Domato (The Taming of Sméagol)
La storia torna su Frodo e Sam. Dopo la loro fuga dall'accampamento, essi vagano da tre giorni lungo le scabrose pendici degli Emyn Muil, i colli che fanno da confine tra l'Anduin e le terre dell'est. Non esistono sentieri e spesso il loro andirivieni li riporta su strade già percorse; stanno inutilmente tentando di uscire da quelle terre desolate e senza vita, ma ostacoli e difficoltà di ogni tipo si frappongono al loro desiderio.
Come se ciò non bastasse, sanno di essere seguiti da Gollum, che si tiene tuttavia nascosto ed evita ogni contatto.
Una notte, dopo aver disceso, non senza rischi spaventosi, una parete di roccia scabrosa con l'aiuto della corda elfica ricevuta in dono a Lórien (corda che, dopo essere servita per la loro discesa, si slega da sola al richiamo di Sam per ricadere tra le sue braccia), essi riescono finalmente a scorgere la malvagia creatura alle loro spalle, intenta a seguirne le tracce nel buio. Si appostano allora e gli tendono un agguato. È così che Gollum cade prigioniero di Frodo e Sam (non senza aver lottato duramente).
Ormai i due non possono più liberarsi di lui: lasciarlo vorrebbe dire esporsi al pericolo di una sua vendetta, e abbandonarlo legato sarebbe come condannarlo a morte. Per la prima volta, Frodo prova un moto di pietà per la miserabile creatura, ricordando anche le parole di Gandalf sulla pietà di Bilbo, e decide allora di sottoporre Gollum ad una prova: lo libererà dalla corda elfica che lo tortura, se egli giurerà fedeltà al Portatore dell'anello. E Gollum giura. Da quel momento si trasforma in un essere amichevole e (fin troppo) servizievole, accettando di fare loro da guida verso la terra nera di Mordor.Thu, 24 Nov 2022 - 1649 - Libro III, Capitolo XI - Il Palantír (The Palantír)
Il corteo reale si allontana dalla rocca di Orthanc, proprio mentre un urlo raccapricciante dal suo interno fa capire che Saruman ha scoperto qual era l'oggetto con cui Vermilinguo ha tentato di ucciderlo. I due saranno costretti a condividere una prigionia piena di odio e rancore.
Usciti da Isengard, Merry sul cavallo di Gandalf e Pipino su quello di Aragorn, i cavalieri e i loro alleati si apprestano a trascorrere una notte di riposo prima di raggiungere il Fosso di Helm in vista di un consiglio di guerra. Nel buio della notte, Pipino tuttavia fatica a trovare riposo: il suo pensiero è inquieto, attratto dal mistero del nero cristallo col cuore luminoso in cui per un breve attimo ha avuto la ventura di sbirciare. E incapace di trovare sonno, ad un tratto si alza e, come un ladro, sottrae il Palantír dalle braccia di Gandalf dormiente per potervi un'ultima volta gettare un'occhiata. Ma il potere della sfera è troppo forte per lui: fa appena in tempo a sollevare il mantello che lo riveste, che viene subito catturato dal lume crudele che cova in esso e si accascia, fulminato, con un grido.
Tutto l'accampamento è in subbuglio, ma Gandalf non tarda a scoprire il colpevole, rigido e privo di sensi accanto alla sfera. Dopo averlo rianimato lo interroga severamente, ottenendo da Pipino una piena confessione: egli ha parlato con Sauron, ha dovuto dirgli che è uno Hobbit, ed ora è divenuto oggetto della sua crudele e ansiosa attenzione. Come Gandalf può infatti desumere dal racconto dell'hobbit, l'Oscuro Signore è ormai convinto che Saruman abbia rapito il portatore dell'anello e lo stia torturando con l'uso della sfera; presto invierà dunque un suo messaggero per portare nella Torre di Barad-dûr il presunto prigioniero.
Non rimane che sciogliere l'accampamento e dividersi: Théoden e i suoi cavalieri, con Aragorn, Gimli e Legolas, dovranno marciare a tappe forzate verso il Fosso di Helm; Gandalf, con Pipino, cavalcherà veloce come il vento verso Minas Tirith, la capitale di Gondor. La guerra si sta avvicinando. E mentre tutti si apprestano a partire, nel buio della notte sfreccia sulle loro teste un Cavaliere nero alato, un Nazgûl sulla sua mostruosa creatura volante: è diretto a Isengard.Thu, 17 Nov 2022 - 1648 - Libro III, Capitolo X - La voce di Saruman (The Voice of Saruman)
È l'ultimo atto della guerra tra Rohan e Isengard: il tentativo che Gandalf deve fare per riportare Saruman dalla parte del bene nella lotta contro Sauron. L'incontro avviene sotto il balcone che sovrasta il grande portale della torre di Orthanc; su di esso Saruman, come un vecchio lupo braccato, si rivolge ai vincitori cercando di sfruttare per l'ultima volta il suo più grande potere: il fascino incantatore della sua voce. Prima dunque cerca di circuire nuovamente la volontà di Théoden, proponendogli una nuova alleanza; ma Théoden riesce a liberarsi dell'incanto definitivamente, rifiutando ogni compromesso col traditore. Poi il capo degli stregoni prova disperatamente a convincere nuovamente Gandalf a stringere un patto di collaborazione, ma si deve accorgere che ogni potere è svanito. Gandalf è ora il capo del suo ordine, e per l'autorità conferitagli, priva Saruman del suo bastone e lo condanna a rimanere prigioniero della rocca, nell'attesa angosciosa di un ignoto e minaccioso destino.
Proprio mentre il corteo con Gandalf e Théoden si allontana, da un'alta finestra della torre Vermilinguo – anch'egli prigioniero degli Ent – cerca di uccidere Saruman facendo cadere un pesante oggetto che piomba invece ai piedi di Gandalf. Lo raccoglie Pipino, rimanendo scosso dalla sua inquietante presenza: è infatti una dei Palantíri, le pietre veggenti di Númenor con cui Saruman dialogava segretamente con Mordor.Thu, 10 Nov 2022 - 1645 - Libro III, Capitolo IX - Relitti e alluvioni (Flotsam and Jetsam)
Mentre Gandalf e il corteo reale si avviano ad incontrare Barbalbero, Gimli, Legolas e Aragorn rimangono con gli hobbit, per consumare insieme un lieto pasto, fumare in pace e ricostruire insieme i frammenti sparsi delle loro storie parallele. Gli hobbit raccontano dunque la loro prigionia e l'incontro con gli Ent, fino agli eventi decisivi dell'attacco a Isengard.
La marcia trionfale degli Ent era giunta alla valle dello stregone sul calar della notte, proprio mentre gli eserciti di Saruman uscivano dalle mura per portare il loro attacco al Fosso di Helm. Lasciato passare l'esercito, al cui inseguimento subito erano stati posti molti degli Ucorni (Huorns) – ovvero gli alberi viventi della foresta di Fangorn -, gli Ent si buttarono furiosamente alla demolizione delle mura di Isengard. Superato l'ostacolo, essi si avventarono nella valle, trovando sulla loro strada pozzi eruttanti fuochi e fumi avvelenati. Per sconfiggere Saruman, l'unica soluzione era deviare il corso del fiume Isen e creare un'inondazione in grado di allagare le profonde caverne nelle quali si nascondevano le fucine di guerra dello stregone: e così fu.
Quello che dunque si presenta agli occhi degli amici ritrovatisi è un bacino di acque morte e inquinate sulle quali galleggiano relitti di guerra, e nel mezzo del quale sorge il pinnacolo spettrale di Orthanc. Saruman è prigioniero, e la sua potenza, forse, definitivamente offuscata.Thu, 03 Nov 2022 - 1644 - Libro III, Capitolo VIII - La via che porta a Isengard (The Road to Isengard)
Gandalf e Théoden si rincontrano dunque vincitori sulle mura del Fosso. Tutti gli sguardi dei guerrieri di Rohan, e di Gimli, Legolas e Aragorn sono invece attratti dal mistero inquietante e sinistro della foresta comparsa improvvisamente dal nulla. Ma Gandalf non vuole fornire alcuna spiegazione.
Dopo un breve riposo, il re e i suoi amici partono, per consiglio di Gandalf, verso Isengard. Il loro compito è quello di chiudere definitivamente i conti con Saruman, anche se lo stregone sostiene che non è più un esercito quello che occorre, ma un semplice corteo reale. Nella prima parte del viaggio essi attraversano la misteriosa foresta, e intravedono degli Ent, con profonda emozione di Legolas. Poi il cammino prosegue lungo le praterie di Rohan, a fianco del letto dell'Isen, inspiegabilmente prosciugato. E, dopo una notte di viaggio, finalmente giungono alle porte della valle dello stregone.
Isengard è una valle incassata tra due braccia montuose che convergono a formare un cerchio roccioso impenetrabile; alla loro convergenza, Saruman ha fatto costruire un poderoso cancello che si apre su un breve tunnel. La valle è sempre stata verde e accogliente, un bacino pianeggiante al cui centro si innalza una fantastica torre in pietra nera, opera di impareggiabile potenza: Orthanc. Ma quello che appare agli occhi dei cavalieri è uno spettacolo ben diverso: il cancello è divelto e frantumato, il tunnel sfondato e diroccato, mentre ovunque giacciono frammenti delle mura divelte. Il potere di Saruman è stato travolto. E proprio dalle rovine, fanno capolino le teste ricciute di Merry e Pipino, intenti a consumare un lieto pasto tra stoviglie e botti di birra trafugate dal bottino di Isengard. L'incontro con i vecchi amici della compagnia è ironico e affettuoso, mentre anche Théoden può fare conoscenza degli Hobbit.Thu, 27 Oct 2022 - 1641 - Libro III, Capitolo VII - Il Fosso di Helm (Helm's Deep)
La cavalcata dei cavalieri di Rohan dura due giorni. Durante la marcia giunge loro notizia che Saruman ha sferrato l'attacco: i Guadi dell'Isen (Fords of Isen) sono caduti nelle mani del nemico, che avanza con forze imponenti verso sud, per attaccare Erkenbrand, il difensore della fortezza detta il Fosso di Helm, nella vallata Ovestfalda (Westfold Vale). Gandalf, per ragioni sue segrete, si allontana verso nord, incitando Théoden a portare soccorso al principe del Mark.
I cavalieri giungono dunque, sulla sera del secondo giorno, alla imponente fortezza, protetta da una diga che ostruisce tutta la vallata nella quale essa è incastonata, e successivamente da un sistema di mura titaniche costruite migliaia di anni prima dai re giunti dal nord. Ivi, scoprono che hanno già trovato rifugio tutti gli abitanti della vallata, in un immenso sistema di caverne (le caverne di Aglarond) che sprofondano per miglia nel cuore delle montagne, che di Erkenbrand non vi è più notizia, mentre solo una piccola guarnigione di anziani guerrieri è pronta alla difesa. Ma le forze sono poche, e la notte si annuncia minacciosa e foriera di angoscia.
Ben presto, infatti, orchi e uomini selvaggi del nord ingaggiati da Saruman con la menzogna, giungono come una marea in tempesta a lambire le prime difese della valle: comincia la battaglia del Fosso di Helm. Durante tutta la notte, Aragorn ed Éomer, assieme a Gimli e Legolas, vengono chiamati, assieme all'esercito, a una dura prova di resistenza e valore, cercando di opporsi con il loro coraggio all'immenso urto di odio e furore dei nemici, e durante la battaglia molti cavalieri di Rohan, tra cui lo stesso Hàma, perdono la vita. Le arti di Saruman sono potenti e sottili: egli scatena una tempesta di fulmini e pioggia sulla battaglia, e ha anche preparato un'arma segreta, un fuoco capace di sgretolare con un'esplosione le potenti mura del Fosso. Infatti gli orchi riescono a conquistare, assalto dopo assalto, malgrado una sortita disperata di Aragorn, Éomer e Gimli fuori dal grande cancello, i bastioni esterni della fortezza, e poco prima dello spuntare dell'alba, si preannuncia l'assalto finale che porrà termine ad ogni speranza dei difensori. È in quel punto della notte che re Théoden chiede ad Aragorn un atto di lealtà e coraggio disperati: vendere cara la vita tentando una sortita con la cavalleria del Mark sui bastioni della fortezza, per respingere gli assalitori. Ed è così che Aragorn e Théoden, assieme ad Éomer, si lanciano nell'ultima carica della battaglia, aprendosi un varco di distruzione e di morte tra i nemici ormai certi della vittoria.
Ma fuori, alla prima luce dell'alba, li attende una sorpresa: il nemico è come paralizzato da rumori sinistri e oscure presenze giunte alle sue spalle con le prime luci del giorno: gli orchi sono infatti totalmente circondati, in faccia dalla carica dei cavalieri di Rohan, ai fianchi dalla comparsa inattesa di Gandalf accompagnato dai soldati di Erkenbrand, e alle spalle dall'oscura foresta vivente di Fangorn, che gli Ent hanno guidato in battaglia. Finisce così il vile attacco di Isengard al regno di Rohan: pressati e attaccati da ogni parte, gli orchi fuggono disperati nell'oscuro intrico vegetale degli alberi di Fangorn, dove vengono risucchiati e distrutti per non uscirne mai più vivi.Thu, 20 Oct 2022 - 1640 - Libro III, Capitolo VI - Il Re Del Palazzo d'Oro
Dopo una lunghissima cavalcata per le solitarie praterie di Rohan, Gandalf e compagni giungono in vista di Edoras, capitale di Rohan, il colle su cui si ergono la città di re Théoden e Meduseld, il palazzo d'oro della dinastia dei Rohirrim.
L'accoglienza tuttavia non è delle più cortesi: fin dalla porta, le guardie hanno ricevuto l'ordine di diffidare di ogni viandante, e soprattutto di Gandalf. Ma l'autorità dello stregone supera ogni ostilità, ed egli può accedere con Aragorn e gli altri all'ampio salone del trono. Su questo siede un vecchio apparentemente piegato dagli anni, e accanto a lui un uomo dall'aspetto mellifluo e sinistro, Grima Vermilinguo (Wormtongue), consigliere del re ma in realtà spia infiltrata da Saruman per sabotare la salute mentale del sovrano. Da anni il fraudolento consigliere ha preso in pugno la volontà di Théoden, facendolo sentire ormai vecchio e solo di fronte al precipitare di eventi incontrollabili, mentre tutta la corte – Éomer e la sorella Éowyn, e Háma la fedele guardia di palazzo – assistono impotenti e con crescente furore al disonesto gioco di Grima. Ma Gandalf è giunto proprio per porre fine a questo stato di cose: rivelando la sua nuova natura egli annichilisce il potere occulto della spia di Saruman e vince la diffidenza, indotta e inconsapevole, del vecchio re. Accogliendo i nuovi consigli di Gandalf, Théoden riprende rapidamente vigore e fiducia, e si scuote di dosso la ragnatela di menzogne in cui Grima l'aveva rinchiuso.
Ed è così che il re del Théoden decide, pressato dalle notizie recategli da Gandalf, di opporsi definitivamente alle trame di Saruman e di sfidarlo in battaglia. I cavalieri di Rohan, guidati di nuovo dal loro re, partono per la difesa del regno verso la decisiva battaglia contro le forze del male scatenatesi ai loro confini. A presidio del trono, sola nel grande palazzo d'oro di Meduseld, rimane Éowyn, giovane e bella dama di Rohan, già segretamente toccata nel cuore dall'apparizione misteriosa e severa di Aragorn, erede di Isildur.Thu, 13 Oct 2022 - 1638 - Libro III, Capitolo V - Il Cavaliere Bianco
La narrazione torna sul trio dei cacciatori. Aragorn riesce a scoprire le tracce degli hobbit accanto ai resti della battaglia, e guida così Legolas e Gimli all'interno della foresta di Fangorn.
Giunti sul colle di Barbalbero, una minaccia sembra incombere sui tre amici: un misterioso e anziano viandante si sta avvicinando loro, minaccioso nella sua ambigua somiglianza con Saruman. Indossa infatti un cappuccio che a malapena cela la folta e lunga barba bianca, e si appoggia a un bastone da stregone.
Gimli manifesta immediatamente l'intenzione di ucciderlo, ma il viandante è più veloce di loro e con un'agilità incredibile li raggiunge alla sommità del colle. Stregati dalla sua voce affabile, Aragorn e i suoi amici non sanno risolversi su cosa fare; ma quando il vecchio si siede su un masso, qualcosa di bianco balena tra i suoi stracci come un raggio di sole dalle nuvole. Allora Gimli, sempre convinto si tratti di Saruman, si scaglia con la sua ascia contro il misterioso pellegrino. Ma questi, con un atto di imperio, disarma il nano e i suoi compagni e poi, liberatosi dagli stracci, si manifesta finalmente nel suo vero volto.
Riappare dunque Gandalf, nelle bianche vesti di capo degli stregoni, rinato dalla sua lotta col demonio e restituito alla vita anche grazie alle cure di Galadriel. Egli rivela loro l'essenza della sua nuova natura: dopo il combattimento col Balrog negli abissi più oscuri della terra e sulle cime più inaccessibili del mondo, purificato dalla lotta e dalla mortale sofferenza, egli è stato elevato al rango di stregone bianco, guida delle libere genti della Terra di mezzo nella battaglia finale contro l'oscurità (un chiaro riferimento simbolico all'Arcangelo Gabriele, il portatore della Luce). Ora egli conosce cose lontane e domina la volontà dei suoi protetti, e può ergersi come Cavaliere Bianco contro i Nove cavalieri neri di Mordor.
Rassicurati gli amici sul destino degli hobbit, Gandalf richiama il cavallo Ombromanto (Shadowfax), il principe dei Mearas di Rohan, e, seguito da Aragorn, Gimli e Legolas, galoppa rapido verso il palazzo d'oro di Théoden, re di Rohan. La marea è cambiata, e la tempesta si sta avvicinando.Thu, 06 Oct 2022 - 1637 - Libro III, Capitolo IV - Barbalbero
Postisi in salvo, alle prime luci dell'alba, proprio mentre i cavalieri di Rohan sferrano il loro mortale attacco contro gli Uruk-hai, gli hobbit si inoltrano timorosi nell'oscura e millenaria foresta di Fangorn, un residuo degli antichi boschi della Prima Era del mondo.
Qui, su un piccolo colle esposto ai raggi del sole, incontrano la creatura più strana e antica della Terra di mezzo: Barbalbero (Treebeard), l'Ent, ovvero il pastore di alberi, il custode della foresta. Egli ha la forma di un solido e antichissimo albero, ma è una creatura quasi umana. Occhi e voce rivelano la profondità insondabile della sua mente, e i suoi atti sono improntati a una serena, imperturbabile e imperscrutabile saggezza.
Barbalbero conduce Merry e Pipino, come ospiti graditi per la loro semplice naturalità, nella sua dimora, nascosta nelle più lontane radici della foresta, e qui viene da loro messo al corrente degli ultimi avvenimenti della Terra di Mezzo. Avviene così il più stupefacente degli eventi: l'Ent, scosso e infuriato dal tradimento di Saruman – i cui orchi da tempo ormai devastano le propaggini della foresta – si "risveglia". Come un vento di bufera sorto all'improvviso, indice una Consulta tra tutti gli Ent, e insieme a loro decide di recarsi alla guerra contro Isengard. Merry e Pipino, che con la loro venuta sono stati la causa di questa improvvisa svolta degli eventi, vengono portati in trionfo alla testa dell'imponente marcia degli Ent.
Ma qualcosa di ancora più insondabile e inatteso attira l'attenzione degli hobbit: l'intera foresta si sta muovendo a fianco degli Ent, una marea di alberi dal cuore tenebroso si sta scagliando come una tempesta contro le solide difese della rocca di Orthanc.Thu, 29 Sep 2022 - 1636 - Libro III, Capitolo III - Gli Uruk-hai
Narra la dolorosa prigionia di Merry e Pipino nelle mani degli Uruk-hai fuggitivi. Nuova genia di orchi creati da Saruman, più robusti e crudeli, capaci di resistere alla luce del sole, la loro pattuglia è partita da Isengard col preciso mandato di rapire gli hobbit. Con gli Uruk-hai si trovano anche orchi di provenienza nordica, e un drappello di soldati di Mordor. Presto tra le tre componenti scoppia un conflitto proprio in merito alla sorte dei prigionieri, che costa la vita a parecchi orchi. Merry e Pipino, feriti e legati, vengono trasportati come pacchi o devono, a volte, correre con le loro stesse gambe alla folle andatura dei loro nemici. Gli Uruk-hai attraversano correndo tutta la pianura di Rohan, diretti a nord-ovest, verso Isengard, per consegnare a Saruman il prezioso bottino hobbit. Durante l'attraversata, Pipino tenta una fuga, lasciando cadere tra l'erba la spilla elfica che verrà poi trovata da Aragorn.
Dopo tre giorni di cammino, gli orchi giungono alle falde della foresta di Fangorn; lì, sono sorpresi da una folta pattuglia di cavalieri di Rohan, comandati da Éomer, gli stessi che poi si incontreranno con il terzetto degli inseguitori. Circondati dai cavalieri, gli orchi si apprestano a una disperata difesa; ma uno di essi, Grishnàkh, soldato di Mordor, presagendo l'imminente rovina, e in conflitto con la volontà di Uglùk, capo degli Uruk-hai, sottrae nascostamente gli hobbit dall'accampamento. Suo segreto intento, naturalmente, è impadronirsi dell'anello, poiché nessuno ha potuto nascondere agli orchi che l'Oscuro signore è disperatamente alla caccia dell'Unico Anello.
Ma la fuga di Grishnàkh viene scoperta dalle sentinelle di Rohan, e l'orco è ucciso. Merry e Pipino sono liberi. Possono così liberarsi dai legami, e scivolando protetti dai loro manti elfici, si dirigono verso l'oscura foresta di Fangorn.Mon, 26 Sep 2022 - 1633 - Libro III, Capitolo II - I Cavalieri Di Rohan
Tre giorni e una notte dura la faticosa caccia dei tre compagni agli orchi fuggitivi. Senza quasi riposare, mangiando pochi bocconi di lembas cammin facendo, quasi sempre di corsa e con gli occhi puntati a terra alla ricerca di tracce, uomo, nano ed elfo coprono ben quarantacinque leghe, vedendo tuttavia il loro obiettivo allontanarsi sempre più. L'unico momento di speranza è loro dato dal ritrovamento, tra l'erba alta delle vaste pianure di Rohan – il regno degli allevatori di cavalli – di una spilla elfica d'argento sicuramente appartenuta a uno degli hobbit prigionieri. Essa non è semplicemente caduta, ma le impronte dimostrano chiaramente che l'hobbit ha cercato di fuggire ed ha volontariamente lasciato cadere un segno della sua presenza.
L'alba del quarto giorno trova i tre cacciatori dispersi e stanchi nella vasta pianura, a poche miglia da un'immensa ed oscura foresta. E proprio dalla parte della foresta essi vedono avvicinarsi una folta pattuglia di cavalieri dai grigi capelli e dall'imponente statura. I cavalieri di Rohan sono guidati da Éomer, Terzo maresciallo del Mark, e sono reduci da una battaglia con gli stessi orchi inseguiti da Aragorn. L'incontro tra Éomer e i tre amici è sulle prime burrascoso, ma alla fine i cavalieri lasciano in prestito ai cacciatori due cavalli, con la promessa di rivedersi al palazzo del re, a Edoras, capitale del regno.
Alla fine, dunque, i tre compagni raggiungono quello che rimane degli orchi: un cumulo di ceneri fumanti e di resti scomposti di armi, sovrastato da un palo con la testa infilzata di un nemico ucciso. Degli hobbit nessuna traccia apparente. Scende la notte, e ai tre non rimane che attendere l'alba per l'ultimo tentativo di individuare qualche segno dei loro amici.Thu, 15 Sep 2022 - 1631 - Libro III, Capitolo I - L'Addio di Boromir
Il corpo rantolante di Boromir viene ritrovato da Aragorn a circa un miglio dal campo di Parth Galen. Il Ramingo arriva in tempo solo per raccogliere la dolente confessione del moribondo sul suo tentativo di impadronirsi dell'anello e la sua invocazione del perdono. Poi il figlio di Denethor, primo capitano di Gondor, muore.
Con l'aiuto di Gimli e Legolas, Aragorn si attarda a dare al corpo dell'amico le esequie funebri: con le armi in pugno e il corpo pietosamente ricomposto, Boromir viene deposto in una delle barche elfiche e sospinto verso le cascate di Rauros.
Immediatamente dopo il dovuto omaggio al caduto, Aragorn si precipita a investigare sulla scomparsa di Frodo, e scopre così le tracce della sua fuga con Sam verso la riva orientale. Ormai il Ramingo non ha più dubbi: il destino di Frodo è nelle sue stesse mani, ma quelli che rimangono della compagnia non possono abbandonare i loro piccoli amici – Merry e Pipino – alla tortura e alla morte che li attende nelle mani degli orchi. Il loro dovere è dunque quello di inseguire gli orchi e liberare i giovani hobbit dalla prigionia. Incomincia così un folle, epico inseguimento da parte di Aragorn, Gimli e Legolas, a un giorno di distanza dal rapimento dei loro amici.Thu, 08 Sep 2022 - 1610 - Libro II, Capitolo X - La Compagnia Si Scioglie
Sia Aragorn che Frodo sono ora lacerati da un dilemma. Aragorn ha il pensiero rivolto a Gondor: il suo desiderio sarebbe di tornare alla capitale del regno, Minas Tirith, per combattere a fianco dei suoi soldati contro Sauron, portando a compimento il suo destino di erede alla corona. Ma egli sa che il suo primo dovere, ora che Gandalf non c'è più, è di proteggere il Portatore dell'Anello, assecondando la sua volontà.
Frodo, dal canto suo, è paralizzato dal terrore per l'impresa che lo attende - addentrarsi nelle terre nere di Mordor - ma non vuole trascinare nell'orrore i suoi amici. Chiede allora un po' di tempo per riflettere sulle sue decisioni, e si allontana dai compagni accampati sul prato di Parth Galen, sulle rive dell'Anduin.
Inosservato, Boromir segue Frodo e lo avvicina mentre questi girovaga angosciato ai piedi del colle di Amon Hen. È chiaro che Boromir vuole l'anello: lo vuole per condurlo al padre, Denethor, Sovrintendente (Steward) di Gondor; dapprima cerca di convincere Frodo, poi, viste le resistenze dell'hobbit, si avventa furioso su di lui per strapparglielo. E così Frodo, indossato l'anello, si dà alla fuga, sottraendosi alla vista dello stupefatto Boromir. Boromir si pente amaramente del suo gesto, ma ormai è troppo tardi: Frodo è sparito. L'uomo fa mestamente ritorno all'accampamento, suscitando, col suo atteggiamento reticente, l'apprensione di tutti. La Compagnia si sparpaglia alla ricerca disperata di Frodo.
Nel frattempo, Frodo, braccato dal fedele Sam, che ha subito intuito le ragioni del comportamento del suo padrone, si è impadronito di una barca, e si è allontanato verso la riva orientale del fiume. Sam raggiunge velocemente Frodo e insieme i due, lasciati i compagni,si apprestano a compiere l'ultima parte del viaggio.
Al contrario di quanto accade nella versione cinematografica diretta da Peter Jackson, la morte di Boromir e il rapimento di Merry e Pipino non fanno parte de "La Compagnia dell'Anello" ma sono narrati nelle primissime pagine di "Le due Torri", secondo libro de "Il Signore degli Anelli".Thu, 02 Jun 2022 - 1608 - Libro II, Capitolo IX - Il Grande Fiume
Narra del lungo e tranquillo viaggio della Compagnia lungo le acque maestose e selvagge del grande fiume Anduin, sulle barche donate loro dagli elfi. Il fiume scorre lungo terre selvagge e abbandonate: a Occidente costeggiando le praterie di Isengard e di Rohan; a oriente le falde brulle e spoglie di vita degli Emin Muil, i colli che costeggiano la terra di Mordor. Sam e Frodo si avvedono ben presto di essere seguiti, lungo la corrente del fiume, da Gollum, che si nasconde dietro un ceppo alla deriva. Ma Aragorn conferma loro che ogni tentativo di catturarlo sarebbe vano e dispendioso. L'unico inconveniente che essi incontrano sono le rapide di Sarn Gebir, che li costringono a fermare temporaneamente la navigazione. E proprio alla confluenza delle rapide, i viaggiatori vengono assaliti da una compagnia di orchi, sovrastata da una misteriosa creatura alata, immensa e nera come la notte, che solo la freccia di Legolas riesce ad allontanare.
Respinto l'attacco, Aragorn e compagni trovano il sentiero che li conduce oltre le rapide; possono così riprendere la navigazione. L'ultima tappa è la gola degli Argonath, le immense statue dei re di Gondor che si ergono ai confini del regno sulle sponde del grande fiume, a barriera ed ammonimento dei viaggiatori indesiderati. Ed è proprio sotto l'ombra imponente e minacciosa delle statue, che agli occhi stupefatti di Frodo appare il vero volto di Aragorn: il volto severo e luminoso di un re che fa ritorno alla sua terra. Superata la gola, il fiume si apre sul placido lago di Nen Hithoel, le cui acque ampie ed accoglienti confluiscono verso le tre cime di Amon Lhaw, sulla riva orientale (il colle dell'udito), Amon Hen, sulla riva occidentale (il colle della vista), e Tol Brandir, immenso pinnacolo immerso nelle acque del fiume prima delle imponenti cascate di Rauros.
Il viaggio della Compagnia è a una tappa decisiva. Ora Aragorn e Frodo dovranno decidere dove dirigere il loro cammino: se a Ovest, verso Gondor e la città di Minas Tirith; o a est, verso Mordor. Gli altri saranno liberi di scegliere con chi stare.Thu, 26 May 2022 - 1606 - Libro II, Capitolo VIII - Addio a Lórien
Narra della partenza della Compagnia da Lothlórien. In un ultimo incontro, Galadriel colma di doni i viaggiatori: ad Aragorn ella dona una spilla d'argento a forma di aquila che incastona una grande pietra verde: dono per le future nozze con Arwen (di cui lei è la nonna); a Legolas un arco di Lórien; a Gimli, che, ormai perdutamente innamorato di lei osa chiederle un solo e semplice capello, ella concede graziosamente quanto richiestole (l'enorme valore simbolico di ciò si rivela tenendo presente che Galadriel concede volentieri questo dono a Gimli, un nano, mentre lo rifiutò più volte, molte ere prima, a Fëanor in persona); a Boromir dona una preziosa cintura; lo stesso a Merry e Pipino; a Sam una scatolina con polvere di Lórien, per concimare al suo ritorno a casa la terra della Contea, ed una corda elfica; e infine, a Frodo, una fiala d'acqua dello specchio, nel cui interno è stata catturata la luce della stella di Eärendil, la stella del vespro: essa dovrà servire al portatore dell'Anello per le ore più buie del suo viaggio.
Prima della partenza, inoltre, gli elfi riforniscono la Compagnia di barche per la discesa lungo il fiume Anduin verso sud, di caldi e leggeri manti elfici, sorretti da spille a foggia di foglie di Mallorn (gli alberi di Lórien), manti in grado di mimetizzare tra i boschi e le pietre, e nell'oscurità della notte, coloro che li indossano, e di cibo: gallette di "pan di via" (Waybread) o lembas, in grado di sostenere per un intero giorno un robusto guerriero. Dopo un'amichevole banchetto, la Compagnia dell'Anello riprende così il suo viaggio, salutata dall'amicizia degli elfi e benedetta dall'amore di Dama Galadriel.Fri, 20 May 2022 - 1605 - Libro II, Capitolo VII - Lo Specchio Di Galadriel
La Compagnia dell'Anello fa il suo ingresso nel cuore del reame elfico, a Caras Galadhon, una città di alberi immensi tra le cui fronde il popolo degli immortali ha costruito i suoi edifici (flats) e il palazzo reale della regina Galadriel e di sire Celeborn. Aragorn e i suoi compagni vengono accolti dalla benevolenza e dall'amore della dama, che è a conoscenza dei piani di Elrond e degli scopi che muovono i viaggiatori verso Mordor. Il potere della dama è nella sua capacità di leggere profondamente e inesorabilmente nel cuore dei suoi interlocutori; ed è così che ella avvince col fascino della sua bontà Gimli, riportando la pace tra elfi e nani, ma anche ferisce profondamente l'orgoglio di Boromir, costretto a confessare a sé stesso prima che a lei la brama che lo rode nei confronti dell'anello. Tuttavia l'ospitalità di Galadriel è colma di attenzione verso la fatica e il dolore dei suoi ospiti, che possono, sotto la sua protezione, riposare a lungo nella meravigliosa città immersa tra le foglie d'oro di Lothlórien.
Nella malinconia del ricordo di Gandalf i viaggiatori trascorrono quasi un mese di riposo, finché, una sera, Galadriel convoca a sé Frodo e Sam. Ella conduce gli hobbit in una conca nel cui centro si erge una vasca che la dama si appresta a riempire con l'acqua di una cascatella che corre lì accanto. Sam e Frodo sono invitati a guardare nello specchio d'acqua della vasca: essa è come una finestra che si apre sul passato e sul futuro, ma ciò che mostra è indecifrabile. Entrambi gli hobbit vedono frammenti di cose che accadranno, ma di cui non comprendono appieno il significato (è così che Sam vede la futura rovina della Contea, e la morte apparente di Frodo; mentre a Frodo sembra di scorgere Gandalf lungo una strada notturna). All'ultimo, a Frodo appare l'occhio felino e infuocato di Sauron, evocato dall'anello e dal potere dello specchio. Egli comprende allora la durezza della lotta che Galadriel deve condurre ormai senza sosta contro il potere dell'occhio di Sauron, e in un impeto di generosa pietà offre alla regina degli elfi l'anello del potere. La tentazione dell'anello scuote il cuore di Galadriel, ma ella sa che il suo tremendo potere potrebbe corrompere anche il suo cuore e trasformarla in una terribile regina della notte. Ed è così che rifiuta l'offerta di Frodo e decide di rimanere Galadriel, e di accettare il destino di decadenza e di oblio che in un futuro ormai molto vicino colpirà tutto il suo popolo.Thu, 12 May 2022 - 1602 - Libro II, Capitolo VI - Lothlórien
Volti alla fuga, gli otto superstiti della tragedia si accasciano ai confini di Moria, per piangere Gandalf e curare le ferite di Frodo. È così che la Compagnia scopre che, se questi ha potuto salvarsi dal micidiale colpo di lancia ricevuto, è stato per merito di una splendida cotta di Mithril (l'argentovero di Moria, il più prezioso e resistente dei metalli) che Bilbo gli ha regalato, un dono di regale valore, una vera assicurazione sulla vita nei pericoli della battaglia. Ma non c'è tempo per stupirsi e commentare l'accaduto: il viaggio deve proseguire, anche senza Gandalf.
A poche miglia di distanza si stendono i boschi di Lórien, il misterioso reame degli elfi, in cui regna una dama dai grandi poteri. Legolas ed Aragorn esortano i loro amici ad avanzare senza paure sotto i primi alberi del bosco, sul far della notte, quando una voce intima loro di fermarsi. È Haldir, una guardia elfica posta di vedetta ai confini di Lothlórien: la legge impedisce a ogni estraneo di entrare nei confini del regno, ma anche se Aragorn e Legolas sembrano convincere la fedele sentinella a fare un'eccezione, la presenza del nano Gimli gli impedisce definitivamente di accontentare la Compagnia. Da tempi immemorabili, infatti, fin dai tempi delle guerre tra elfi e nani della prima era, non corre buon sangue tra le due stirpi, e sempre quando qualcuno dei loro rappresentanti si incontra, corrono parole grosse. Ma ordini giungono dal cuore del reame di far passare la Compagnia, ed è così che, seppur con l'accordo di far procedere tutti bendati, il viaggio riprende sotto le fronde degli alberi d'oro, nell'eterna primavera soleggiata e sognante di Lórien, nei luoghi stessi dove Aragorn e Arwen si incontrarono all'inizio della loro storia d'amore.Thu, 05 May 2022 - 1601 - LIbro II, Capitolo V - Il Ponte di Khazad-dûmThu, 28 Apr 2022
- 1597 - LIbro II, Capitolo IV - Un Viaggio nell'OscuritàThu, 21 Apr 2022
- 1596 - LIbro II, Capitolo III - L'Anello va a SudThu, 14 Apr 2022
- 1594 - LIbro II, Capitolo II - Il Consiglio di ElrondThu, 07 Apr 2022
- 1593 - LIbro II, Capitolo I - Molti IncontriThu, 31 Mar 2022
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