Attacco a Israele

Cosa cambia riuscire a risalire cosa sia successo a Gaza in cui, in un solo giorno, hanno perso la vita oltre cento persone? Dove sta andando Israele, nelle mani di Benjamin Netanyhau?

Sta ponendo diversi interrogativi l’elezione come vicepresidente della Corte internazionale di giustizia dell’Aja di Julia Sebutinde, proprio l’unico giudice che aveva espresso la dissenting opinion sulle misure provvisorie da applicare a Israele in forza della Convenzione sul genocidio. L

Navi alla deriva, attacchi terroristici, abbordaggi, droni abbattuti e bombardamenti: la guerra delle Porte del Lamento, lo stretto marittimo che collega il Mar Rosso al Golfo di Aden (e così all’Oceano Indiano) procede ininterrotta dal 19 ottobre dello scorso anno. Gli Huthi colpiscono anche le navi umanitarie.

Un "passaggio sicuro" nel Mar Rosso per le navi russe e cinese. Parola di Houthi.

A oltre 100 giorni dall’inizio del conflitto a Gaza, l’allargamento dello scontro da Israele e la Striscia appare inevitabile, ma soprattutto sembra avere un’unica regia: l’Iran. La giornalista Eleonora Lorusso intervista Arduino Paniccia, analista, opinionista e scrittore, già consulente per agenzie Onu, esperto Ispi e nonché fondatore dell’Asce – Scuola di Competizione Economica Internazionale (ex Scuola di guerra).

Si possono avere i più diversi giudizi sul governo israeliano e sulla sua condotta, ma resta l'abissale differenza: Israele è una democrazia e riconosce il diritto internazionale; la Russia è una dittatura e riconosce soltanto l'uso della forza

Il Sudafrica, storico sostenitore della causa palestinese, ha accusato di "genocidio" Israele in una lunga istanza ascoltata dalla Corte internazionale di giustizia dell'Aia

Il diplomatico palestinese Osama Al-Ali vuole che Hamas termini la guerra

L’agricoltura israeliana ha subìto un duro colpo dopo l’inizio della guerra. In particolare i produttori nel Sud del Paese, al confine con Gaza, sono al collasso. Il 7 ottobre Hamas ha massacrato più di trenta lavoratori thailandesi (altri venti mancano ancora all’appello) e ne ha rapiti trentadue (liberati dopo quasi due mesi di prigionia grazie a un accordo mediato dall’Iran e dall’Egitto).

L’unico modo per mettere fine a questa guerra è capire che il vero nemico è il Qatar. Fino a quando Hamas continuerà a ricevere finanziamenti da Doha, il movimento terroristico continuerà resistere.

Tutti, in queste ore, stiamo guardando a Gaza come a un termometro della crisi in Medio Oriente. Sbagliato

La Corte suprema israeliana - con otto voti a favore contro sette contrari - ha bocciato l'articolo della riforma giudiziaria del presidente Netanyahu che toglieva ai magistrati il diritto di pronunciarsi sulle decisioni del governo o della Knesset

Sembra ormai imminente lo scoppio di un conflitto ad alta intensità fra le Forze armate israeliane e la milizia sciita libanese di Hezbollah

La Russia sempre più vicina all'Iran per opporsi all'Occidente di cui Israele è parte integrante

Un luogo più simbolico che cogente l'Onu, nato a garanzia del diritto internazionale (pur con tutti i suoi limiti) e dalla necessità di parlarsi anche fra nemici, chiamato in causa per vidimare un'inversione di ruoli e di scopi

Non che la pace non sia una scelta sacrosanta e giusta (ci mancherebbe altro), ma il richiamo a essa non si riveli scevro dalla realtà del mondo complicato in cui ci è dato di vivere.

L'antisemitismo non si riduce ad Hamas e trascende la stessa Shoah. Forse è la forma d'odio più antica della storia

Le durissime parole del leader dell'opposizione israelina, Yair Lapid, contro il presidente Netanyhau

Il movimento di Hamas ha annunciato la creazione di una nuova organizzazione in Libano chiamata Vanguards of the Al-Aqsa Flood

Missili Houthi piovono sulle navi mercantili. Sin da quando i tentativi di pirateria del padroni dello Yemen occidentale sono stati sgominati dalle pattuglie navali internazionali, la possibilità di una escalation era valutata come estremamente alta.

Non sappiamo se, come sfuggito al presidente degli Stati Uniti, la soluzione sia cambiare il governo a Gerusalemme, ma sappiamo che urge una strategia. Senza questa, rischia Israele e rischiamo tutti

Non ci si può strappare le vesti - come sacrosanto - per le allucinanti storie di morte che arrivano dall'Iran e poi trovare motivazioni (se non direttamente giustificazioni) per le azioni dei terroristi tagliagole e stupratori di Hamas, che esiste grazie alla protezione politica ed economica del regime iraniano

Con l'avvicinarsi delle feste natalizie, aumenta il pericolo di attentati terroristici in tutta Europa

Testimoni hanno raccontato i dettagli raccapriccianti dell’attacco del 7 ottobre durante un incontro
che si è tenuto lunedì scorso alle Nazioni Unite, accusate di mettere a tacere la violenza contro le donne ebree.

La tesi del direttore Ahmed Al-Jarallah del noto quotidiano kuwaitiano “Al-Siyassa”: Hamas sta derubando i palestinesi

Le manifestazioni delle comunità ebraiche a Roma che riaccendono le luci sull'antisemitismo

Le parole del presidente turco Erdogan che ha nuovamente chiesto che Israele sia processato per «crimini di guerra». In Qatar.

Lo scoppio del conflitto nella Striscia di Gaza ha provocato l’arresto – quantomeno momentaneo – del
processo di normalizzazione in corso fra i Paesi arabi e Israele, in corso da decenni e velocizzatosi
grazie agli Accordi di Abramo del 2020, mediati dagli Stati Uniti.

L'attacco di Hamas del 7 ottobre, la reazione di Israele, la tregua fragile ora violata: aldilà della cronaca è bene valutare però anche politica e diplomazia

La morte brutale del piccolo Kfir che alimenta un insensato ripudio verso Israele, colpevole di "essersela cercata" e non verso il vero mostro: Hamas

Gerusalemme – Hamas vuole la tregua per riorganizzare le file dei suoi miliziani prima di continuare la guerra.

Il rabbino Pinchas Eliezer "Pini" Dunner è una delle voci più critiche del Qatar, Emirato finanziatore di Hamas che dev'essere bloccato e controllato

Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha trovato il suo personalissimo cavallo di battaglia per garantirsi l’appoggio degli alleati: la Palestina.

Un cargo battente bandiera liberiana è l’ultima vittima degli arrembaggi degli Houthi, i suprematisti islamici yemeniti finanziati dall’Iran.

È stato un sostenitore ostinato della convivenza fra israeliani e palestinesi, per questo non simpatico a taluni suoi connazionali. Sono voci come la sua che hanno reso grande Israele, una democrazia che del dissenso interno ha saputo fare una ricchezza.

Una tregua non è mai un grande successo, questo va ricordato

L'aggravarsi della crisi umanitaria mina i consensi e alimenta il rischio di escalation del conflitto

Alcuni ostaggi israeliani, presi dai terroristi, saranno restituiti, ma subito dopo la guerra riprenderà e durerà a lungo. Fermarla lì, come fermarla in Ucraina significa soltanto fermare l’aggressore. O essere suoi complici. Sottrarsi a quei conflitti comporta separare il benessere democratico dalla fatica e dai doveri del diritto, capitolando davanti al disegno mistico, razzista, negatore di ogni libertà (anche sessuale) di Putin e dei suoi pretonzoli ladri

Gerusalemme – «Hamas non rappresenta la Palestina» ha scritto il giornalista yemenita Hani Salem Mashour sul quotidiano emiratino “Al-Arab”. A suo giudizio lo scopo ultimo del movimento terroristico non è quello di portare il benessere e la pace alla popolazione palestinese, ma quello di costruire un Califfato. Mashour ha infatti spiegato che Hamas, essendo una ramificazione dei Fratelli Musulmani, non crede al concetto di Stato-nazione. «Fin dalla sua fondazione nel 1928, i Fratelli Musulmani hanno creduto di rappresentare tutti i musulmani nel mondo. Questa è una dottrina fissa che non è cambiata nel tempo» ha spiegato il giornalista yemenita, asserendo che questo punto è essenziale per capire l’ideologia del movimento

di Middle East Media Research Institute

Sono in molti a chiedersi quale sarà il futuro di Gaza dopo la guerra. La verità è che un futuro triste che durerà almeno altri dieci anni

Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per la Politica estera, e le parole evitabili sui concetti di antisemitismo all'alba di una tregua fra Hamas e Israele

Secondo un recente sondaggio dell’Israel Democracy Institute, dall’indomani dell’attacco di Hamas – in cui sono stati uccisi ebrei, musulmani, cristiani, buddisti e induisti – il 70% degli arabi israeliani ha dichiarato di identificarsi con lo Stato d’Israele.

L'antisemitismo impazza nelle università: ecco i numeri dell'ignoranza dilagante secondo i dati dell'istituto Cattaneo

L'esempio di Ella Waweja, conosciuta come Captain Ella: donna, araba e musulmana che indossa orgogliosamente la divisa dell'esercito israeliano

Una proposta di soluzione pacifica della questione palestinese non può che arrivare dall’Occidente.

Un piano per dispiegare una forza internazionale di pace nella Striscia di Gaza: questo il piano anticipato da Bloomberg di Usa e Ue

Occorre autorevolezza e richiamo alle responsabilità specie nel mondo islamico rispetto alle violenze di Hamas su Israele

Una fotografia come risultato del vertice di San Francisco fra il presidente americano Joe Biden e il leadercomunista cinese Xi Jinping non è poco, con i due che si danno la mano e, in altri scatti, si confrontano assieme ai propri staff

Dopo un mese il prezzo economico della guerra fra Israele e Hamas inizia a farsi sentire, innescando un dibattito politico che per il premier Benjamin Netanyahu e il suo ministro delle Finanze, il nazionalreligioso Bezalel Smotrich, sarà molto difficile da gestire.

La Germania è un partner importante per Ankara ma le uscite su Israele di Erdogan, in queste settimane, hanno parecchio raffreddato i rapporti con la Turchia

Nonostante i suoi continui agguati contro Gerusalemme, Hamas sta perdendo la guerra per la Striscia di Gaza. E malamente.

La foto nel ‘Parlamento’ di Gaza rischia di essere soltanto l’ennesima arma fra le mani della propaganda terrorista e anche di tutti i volenterosi pacifisti unilaterali

La vera sostanza del vertice di oggi riguarda le due guerre che agitano il mondo: quella russa in Ucraina e quella in Medio Oriente, dopo l’attacco di Hamas a Israele e la reazione di Tel Aviv nella Striscia di Gaza

L’appello, firmato già da oltre 3000 professori universitari, a chiudere qualunque rapporto diplomatico con Israele, che lascia senza parole

Parla Danilo De Biasio, direttore della Fondazione Diritti Umani: «Le vittime civili sono diventate il vero obiettivo. I bombardamenti chirurgici non esistono»

Intervista a cura di Eleonora Lorusso

Na’ama Barak Wolfman vive a Gerusalemme, è madre di tre figli ed è un’attivista di Women Wage Peace (WWP),un movimento pacifista israeliano nato dopo la Guerra di Gaza del 2014. Da 9 anni si batte per un «accordo politico bilateralmente accettabile" che ponga fine allo scontro israelo-palestinese. Oggi, a oltre un mese dall’attacco di Hamas, Na’ama crede ancora che una pace sia possibile. «Prima di tutto deve essere ancora possibile. Non c’è alternativa. Poi aggiungo che può essere possibile, anche se difficile». «Il conflitto israelo-palestinese va avanti da decenni, direi da centinaia di anni, sanguinoso, terribile, e si ripresenta ciclicamente. Ma sappiamo che nel mondo altri conflitti come questo sono stati risolti, quindi dobbiamo credere che anche questo lo farà», spiega ancora Na’ama Barak Wolfman.

Intervista a cura di Eleonora Lorusso

Berlino - Dopo il fine settimana delle bandiere dell’Isis e degli slogan a favore di un califfato tedesco a Essen e Berlino, il tema dell’antisemitismo di importazione è diventato centrale legandosi al confronto fra governo e opposizione sul giro di vite sull’immigrazione, soprattutto da Paesi musulmani.

La manifestazione a Roma, organizzata dal Partito democratico, è finita per coincidere con le tensioni internazionali e cozzare sul “problema” delle bandiere da esporre

Hanno tutte le ragioni del mondo, eppure hanno torto. Edith Bruck è una straordinaria scrittrice, ungherese naturalizzata italiana, ebrea, passata per i campi di concentramento. Liliana Segre, senatrice a vita, era ed è rimasta italiana, ma dall'Italia è stata tradita con le leggi razziali, costretta a tentare la fuga in quanto ebrea e passata per i campi di concentramento. Nelle loro parole ci sono mille ragioni, ma quelle loro parole sono sbagliate.

Londra - La questione palestinese è complessa, incancrenita: un campo minato da decenni di guerre, occupazioni e atti di terrore

L’emittente americana “Cnn” ha svelato di recente un timore che aleggia in una parte della diplomazia Usa, ovvero che il sostegno incondizionato alla campagna militare di Israele nella Striscia di Gaza stia alimentando l’odio dei popoli arabi e rischi di costare agli Stati Uniti «il sostegno del mondo arabo per una generazione»

In questo episodio di "Attacco a Israele" Fabio Scacciavillani e Roberto Bolzan analizzano la situazione ad un mese dall'inizio del conflitto aperto tra Israele e Hamas

Da quando Hamas ha dichiarato guerra a Israele, lo scorso 7 ottobre, il tono dominante nella stampa egiziana è quello di ostilità nei confronti dello Stato ebraico. Tuttavia, alcuni giornalisti e intellettuali egiziani hanno adottato una linea editoriale differente.

A un mese dall'attacco di Hamas sono in moltissimi gli arabi che non vogliono una guerra. Ce lo spiega Alberto Gasparetto, esperto di Scienza politica, Cultura, storia e società

In guerra la tattica militare ti fa vincere le battaglie, ma senza una strategia politica rischi di non vincerlo o, com’è capitato tante volte nella storia, rischi di non vincere la pace

La resistenza climatica di Greta Thunberg e di Fridays for Future si spacca di fronte alla questione israeliana

Il disordine mondiale cresce, spinto da due conflitti dalle cause molto diverse fra di loro e uniti da un solo elemento: l’odio senza sconti per l’Occidente, i suoi valori e anche i suoi leader

Lo strano caso degli italiano che scendono in piazza inneggiando ad Hamas come fosse una nuova forma di resistenza

Tokyo - Per i ministri degli Esteri presenti al G7 l'unica via per porre fine al conflitto tra Israele e Palestina è la "Soluzione a due Stati". Una proposta, già vista nella storia di questi due Paesi, che rischia di diventare retorica. E ancora: il mestiere oggi difficilissimo del reporter di guerra; gli italiani sono davvero informati su questo conflitto? Ne parlano in questa puntata Massimiliano Lenzi e Claudia Burgio.

Gli Usa sostengono il diritto di difesa di Israele ma nel contempo appaiono preoccupati che il conflitto possa allargarsi e ecceda oltre i limiti del diritto internazionale

Il ruolo centrale del Qatar nel conflitto tra Israele e Palestina, definito dal Wall Street Journal un "onesto intermediario". Potremmo dire, in realtà, che il Qatar è Hamas

È passato un mese esatto dal 7 ottobre 2023, il giorno che più volte abbiamo identificato come un pogrom nello stile del XIX o XX secolo. Il giorno dell'infamia che è riuscito a risvegliare uno degli spettri peggiori della storia dell'umanità.

Il commento del direttore Fulvio Giuliani

Molti avranno sentito o letto dell'invio di ben due portaerei statunitensi al largo delle coste libanesi e di Gaza, come deterrente militare nei confronti di chiunque (Iran in primis) pensi di approfittare della guerra fra Israele e Hamas per allargare il conflitto

Lo scrivemmo all'indomani del pogrom di Hamas del 7 ottobre: la giornata dell'infamia pianificata e realizzata dai terroristi tagliagola della Striscia di Gaza contro il popolo ebraico segna - fra le tante conseguenze - la fine politica di Benjamin Netanyahu

Il discorso del vice cancelliere tedesco e leader dei Verdi Robert Habeck è il discorso che avremmo voluto sentire da tanti leader mondiali

Milano scissa in due da manifestazioni ideologicamente opposte: una pro Palestina che inneggia ad Hamas e l’altra pro Israele. Ma ciò che resta è l’amarezza.

Gaza City è accerchiata. Si tratta della capitale de facto della Striscia di Gaza e si estende per circa 45 chilometri quadrati nel Nord di questa lingua di terra. Per ironia della storia dal 1998 è gemellata con Tel Aviv, ma è difficile che due destini possano essere più in contrasto.

Il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck ha detto che Berlino è pronta a fornire armi ad Israele in risposta all'attacco di Hamas

Gerusalemme – L’Iran ha deciso di sacrificare Gaza, ma non il Libano. Il tanto aspettato discorso del segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha infatti deluso Hamas.

Un’opinione pubblica spesso distratta o abituata a seguire le mode dell’istante e un bel pezzo di mondo del giornalismo sembrano aver improvvisamente ‘scoperto’ i rigurgiti antisemiti che attraversano l’Europa

Per il noto analista politico egiziano Magdi Khalil non ci sono dubbi: Hamas è come l’Isis. Dai microfoni dell’emittente “Russia Today” in arabo, Khalil (che vive negli Stati Uniti ed è portavoce dell’organizzazioneCoptic Solidarity) ha infatti coraggiosamente accusato il movimento di usare il terrorismo contro civili israeliani e di avere preso in ostaggio un’intera popolazione palestinese. «Hamas si nasconde dietro scudi umani. Ai residenti di Gaza è stato richiesto da Israele di lasciare i luoghi dove sono presenti le milizie. Gaza però è divisa in due livelli: la superficie, dove vive la popolazione, e i tunnel sotterranei, dove si nascondono i combattenti di Hamas » ha spiegato Khalil.

Oggi, alle ore 14:00 italiane, parlerà il leader degli Hezbollah, Hassan Nasrallah.

La paura in Occidente sta salendo con il moltiplicarsi delle guerre nel mondo, dall'Ucraina all'Israele. E negli Usa, l'FBI lo conferma

Erano tutti Charlie, oggi gridano "Allah Akbar!". In Francia, dopo gli ultimi episodi in Israele, ritorna la minaccia del terrorismo

Perché Hamas ha scelto con cura chi rapire e chi mostrare. Uno scontro che si gioca sull’emotività e le paure di chi la guarda, Occidente in primis. Parla lo psichiatra Marco Cannavicci, già consulente della Direzione Generale della Sanità Militare del Ministero della Difesa

Il commento del direttore Fulvio Giuliani sull'anastetizzarsi del dibattito pubblico all'indomani della risposta d'Israele all'attacco di Hamas

Il russo è la terza lingua più parlata in Israele (dopo l’ebraico e l’arabo) e oltre 100mila

cittadini israeliani vivevano in Russia, ma almeno un ottavo di loro se n’è andato dopo

l’inizio della guerra con l’Ucraina, compreso il rabbino capo Pinchas Goldschmidt.

Centinaia di migliaia di cittadini russi vivono in Israele ma, dopo che 16 di loro sono stati

uccisi lo scorso 7 ottobre, il governo di Putin ha addirittura ricevuto una delegazione di

Hamas a Mosca.

Ha un denominatore comune il giustificazionismo che ha indotto gli studenti di Harward, l’ambiguo Erdoğan e persino – sebbene con sfumature diverse – il segretario generale dell’Onu Guterres a sostenere la tesi dell’oppressione del popolo palestinese all’origine dell’attacco terroristico di Hamas.

Dato importante e interessante: l’Iran non è fra i Paesi che esportano e importano maggiormente non soltanto nei confronti della Palestina (ovvero Gaza + Cisgiordania) ma in tutta l’area del Golfo Persico. Nessuna convenienza, quindi, in una guerra

In questi giorni di agonia per il mondo intero, che assiste inerme al terrorismo di Hamas, c’è un’immagine che continua a tornare più forte di tutto il resto: quel video, sconvolgente, del leader politico di Hamas Isma'il Haniyeh.
Il commento del direttore Fulvio Giuliani

Intervista Mauro Gilli ricercatore associato di tecnolgoia militare e sicurezza internazionael al Politecnico di Zurigo. La guerra in corso tra Israele e Hamas non si combatte solo con missili e carrarmati: il blackout delle comunicazioni a Gaza lo ha confermato

Fra le analisi strategiche formulate sulla soluzione politica e militare per la crisi di Gaza merita attenzione quella illustrata in un editoriale di Michael Milhshtein su “Haaretz”, noto giornale progressista israeliano.

La carriera politica di Netanyahu è finita il 7 ottobre
Il commento di Fulvio Giuliani

Le critiche che mi vengono rivolte dal giorno del barbaro attacco di Hamas a Israele sono utilissime se civili e razionali. Eppure, spesso manca un tassello

I consiglieri libici avrebbero infatti espresso il proprio sostegno ai «fratelli in Palestina fino alla liberazione dei loro territori» e discusso le modalità per fornire e consegnare aiuti umanitari e medici urgenti ai residenti di Gaza

Ci sono le prove che Hamas sta utilizzando la popolazione palestinese come scudo umano, impedendo loro di evacuare la zona