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Quilisma

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RSI - Radiotelevisione svizzera

Il racconto nitido del Medioevo e del Rinascimento a un pubblico non scientifico. Una lettura trasversale su percorsi interdisciplinari affiancati alla musica, attraversando l’entusiasmante stagione della monodia per giungere al trionfo dell’esperienza polifonica. Il tutto con proposte d’ascolto, novità discografiche, recensioni librarie e incontri con i protagonisti, sia attraverso interviste sia come ospiti in studio.

479 - Quando il medioevo inventò il teatro (1./2)
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  • 479 - Quando il medioevo inventò il teatro (1./2)

    Oggi Quilisma affrontaLe jeu de Robin et Marion, una narrazione in musica della seconda metà del XIII secolo che porta la firma di Adam de la Halle. È una delle più antiche opere di teatro volgare conosciute in Francia, scritta in dialetto piccardo. Rappresentata probabilmente nel 1283 a Napoli in presenza della corte angioina, racconta dell’amore tra i pastori Robin e Marion disturbato da un nobile cavaliere di nome Aubert. Il tema dell’amore è sempre presente nell’espressione dei Trovieri, categoria che annovera Adam de la Halle, che era nato ad Arras nel 1235 circa e morto probabilmente a Napoli 1287. Visse dal 1283 presso la corte angioina di Napoli lasciando una trentina di poesie liriche e due ludi scenici, il Jeu de la feuillée e il Jeu de Robin et Marion, che sono fra i più antichi saggi del teatro profano del Medioevo e ci offrono due quadri vivaci, l’uno della vita cittadina, l’altro della vita pastorale. Adam deve la sua educazione musicale a studi compiuti presso l’abbazia di Vaucelles essendo destinato alla vita ecclesiastica. Le sue composizioni sono o per sola voce, o a tre voci con accompagnamento di viola oppure d’altro strumento. È musica semplice e facile, con melodie agevoli e ingenue, composta per lo più nello stile del discanto assai in voga in quel momento storico.

    Sun, 05 May 2024 - 26min
  • 478 - Longobardi, maestri di fitoterapia
    Sun, 17 Jan 2021 - 29min
  • 477 - La musica eterna di Giovanni Legrenzi (2./2)

    Domenica 13 e domenica 20 dicembre 2020

    Esistono ancora capolavori musicali che nessuno ha mai ascoltato in tempi moderni. È il caso di alcune pagine che portano la firma di Giovanni Legrenzi, geniale compositore seicentesco, uomo dal carattere umile ma protagonista della scena italiana. Fu musicista in Santa Maria Maggiore a Bergamo prima di trasferirsi a Milano dove avrebbe potuto essere il Maestro di Cappella del Duomo e poi ancora a Venezia dove la sua musica risuonò con grande successo. Se le sue opere maggiori sono divenute di pubblico dominio, alcune sue composizioni sono rimaste negli archivi sino a tempi recenti. L’impegno e la perizia di uno dei più noti musicologi italiani, Giovanni Acciai, ha ora riportato alla luce le sue Compiete, ovvero la preghiera cantata al termine del giorno. Acciai ne dà la sua maestosa interpretazione con le voci del suo storico ensemble Nova Ars Cantandi pubblicando un CD per l’etichetta Naxos in ‘rima mondiale’.

    Giovanni Acciai sarà ospite al microfono di Giovanni Conti per raccontare di questo straordinario recupero.

    Sun, 20 Dec 2020 - 29min
  • 476 - La musica eterna di Giovanni Legrenzi
    Sun, 20 Dec 2020 - 29min
  • 475 - Trovatori: i primi cantautori
    Sun, 06 Dec 2020 - 29min
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