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Laser è un magazine di approfondimento dell’attualità politica, culturale, sociale. Interviene sulla stretta attualità di giornata, solo in casi particolari, di grande rilevanza. Dà spazio anche a tematiche di interesse pubblico o a quante vengono trascurate dai grandi media. Il taglio è storico–sociologico. I registri comprendono interviste, reportage, documentari, incontri biografici. Spazia dal locale all’internazionale, da tematiche accademiche a questioni di vita quotidiana. Presta particolare attenzione alla forma radiofonica, all’abbinamento di contenuti di sostanza con uno stile divulgativo. È il magazine di riferimento della Rete Due per réportages e documentari.
- 3630 - Torino e gli invincibili
Sono ricordati per i risultati sportivi raggiunti e per la tragica fine che ha segnato le loro vite. Domani, 4 maggio, si commemora il 75esimo anniversario dell’incidente aereo nel quale morirono tutti i giocatori della squadra di calcio del Torino, nel 1949.
Durante la fase di atterraggio, il velivolo che riportava a Torino squadra, dirigenti e giornalisti dopo una partita amichevole in Portogallo, si schiantò contro il terrapieno della basilica di Superga.
Quasi tutta la formazione “granata” vestiva anche la maglia azzurra della nazionale, ma soprattutto le vittorie in campionato contribuivano a fare rinascere una città, Torino, devastata dalla seconda guerra mondiale. Dopo il conflitto, oltre metà delle abitazioni erano inagibili, il settore industriale in ginocchio ed era scomparsa all’improvviso l’identità che a lungo aveva legato la città alla monarchia sabauda.
La squadra degli “invincibili”, come saranno chiamati i calciatori dopo l’incidente aereo, restituiva speranza e dignità. I loro nomi saranno letti al memoriale allestito a Superga, davanti ad una folla di circa 50 mila persone molte delle quali avranno raggiunto la sommità della collina a piedi da Torino, e sarà ricordato anche il ruolo che la Svizzera ebbe nella nascita e nei primi successi della squadra.
Fri, 03 May 2024 - 27min - 3629 - Alla scoperta dell’oro rosso
Il corallo stava e sta, anche se sempre meno, dov’è “profondo il mare”. A scoprirne la bellezza furono i greci e i romani, ma a farne un affare fu un marsigliese, Paolo Bartolomeo Martin, che nel 1805 fece di Torre del Greco la sua capitale. Nella cittadina vesuviana dove arrivava, trasportato dalle imbarcazioni chiamate coralline, riuscì a generare un artigianato unico al mondo e vivo ancora oggi, nonostante se ne raccolga, soprattutto nel Mar Mediterraneo, molto meno grazie alle immersioni di poche decine di sommozzatori che hanno sostituito le coralline con le loro reti distruttive. La storia e il presente dell’oro rosso é narrata in questo Laser da due corallari di Torre del Greco e da un professore di zoologia dell’università di Napoli.
Thu, 02 May 2024 - 26min - 3628 - Scrittura operaia
A partire dagli anni ’90, subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, si era diffusa un po’ ovunque l’idea che la classe operaia fosse definitivamente morta. Molti intellettuali hanno prodotto articoli, libri e ricerche sostenendo che il peso della “working class” nella società europea si era notevolmente ridotto, diventando una forza irrilevante, o avesse addirittura cessato di esistere.
Ma in anni recenti il concetto stesso di fabbrica si è esteso ovunque. Le città sono percorse ormai da un esercito di trasportatori, rider, camerieri, badanti, impiegati delle pulizie, telefoniste dei call center. Ma anche insegnanti, segretari, correttori di bozze, infermieri, che si trovano spesso a sopravvivere grazie a uno stipendio precario. Un mondo che ha ritrovato a poco a poco anche una sua rappresentazione attraverso la cultura. In un’epoca in cui l’industria tradizionale è stata in parte soppiantata dalla delocalizzazione e da nuove forme di sfruttamento, la letteratura operaia che aveva avuto grande successo tra gli anni ‘50 e ‘80 del XX secolo, ha trovato nuova linfa vitale, iniziando a essere definita come tale anche dalle riviste culturali specializzate, e la classe operaia ha cominciato a riprendere forza nell’immaginario collettivo. A confermarcelo è stata la seconda edizione del festival di letteratura working class, una rassegna che si è svolta agli inizi di aprile alle porte di Firenze e ha avuto un successo straordinario, con cinquemila partecipanti e cinquanta relatori da sette paesi diversi.Tue, 30 Apr 2024 - 25min - 3627 - Metamorfosi sonora
Sono strumenti musicali ad arco realizzati con il legno delle barche utilizzate dai migranti per cercare di arrivare in Europa. Invece di essere distrutti, gli scafi sono trasportati in alcune carceri italiane e trasformati chitarre, violini, viole e violoncelli.
Alcuni di questi strumenti saranno protagonisti lunedi 12 febbraio in un concerto eccezionale al Teatro alla Scala di Milano, diretto dal Maestro Riccardo Doni.
Il progetto, denominato “Metamorfosi” e ideato da Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della fondazione Casa dello spirito e delle arti, ha finora raggiunto risultati inattesi. Gli strumenti, realizzati con materiale non certo di qualità, sono comunque miracolosamente adatti a raccontare le voci e le speranze di chi ha utilizzato le imbarcazioni per fuggire da guerre e miseria.
Fri, 09 Feb 2024 - 23min - 3626 - Le donne di Tehran
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In Iran le donne hanno sempre avuto un ruolo importante, prima e dopo la Rivoluzione Islamica del 1979. Il fatto di dover rispettare delle regole che discendono da una rigida interpretazione della religione islamica non ha intaccato la loro centralità.
Negli ultimi mesi le donne iraniane hanno avuto anche un altro ruolo. Hanno guidato la mobilitazione contro il regime. Da settembre 2022 – la morte di Mahsa Amini - fino alla scorsa primavera ci sono state manifestazioni e proteste praticamente in tutte le città e in tutte le regioni del paese, e le donne sono state in prima fila. Ma soprattutto, anche se molte volte la mobilitazione è stata alimentata da istanze locali, la questione femminile è stata il collante che ha tenuto insieme la spinta anti-governativa in tutto l’Iran. E il simbolo di questa spinta è diventato il capo scoperto. Niente velo, come richiederebbero invece le regole della Repubblica Islamica.
Cosa pensano, cosa sognano, come vivono le donne iraniane a pochi mesi da quella grande mobilitazione? Che paure hanno? Quali sono le loro priorità? Fino a dove sono disposte a spingersi per raggiungere i loro obiettivi?
Questo radio documentario – realizzato grazie a un rarissimo viaggio in Iran per dei giornalisti occidentali - vi farà sentire le voci e le storie di diverse donne, non tutte allineate contro il potere dei religiosi.
Il minimo comun denominatore è comunque la consapevolezza che in un modo o nell’altro - a prescindere dall’età, dalla posizione politica e dallo status sociale - bisogna rimanere al passo con i tempi. Cosa che però in Iran non è semplicissima.
Prima emissione: 22 settembre 2023
Thu, 08 Feb 2024 - 22min - 3625 - Bon ton
Quale può essere il senso del “bon ton”, oggi? Se pensiamo a una serie di regole codificate, a una sorta di rigido galateo, sarebbe forse difficile trovarne uno, tanto più in una società che fortunatamente ha fatto della valorizzazione della differenza e della multiculturalità un suo specifico tratto. Ma se intendiamo le buone maniere come un atteggiamento di gentilezza e attenzione all’altro, allora il bon ton acquista un senso più attuale e necessario che mai. “Essere eleganti non è una questione essenziale. Essere educati, sì”, leggiamo sulla copertina de Il nuovo bon ton, volume con cui Lina Sotis, vera icona del genere, torna sull’argomento a quarant’anni dal suo primo Bon Ton. Questo nuovo Bon Ton esce ora da Baldini+Castoldi, a cura di Carlo Mazzoni, sotto forma di colloquio con l’autrice, riflettendo sul nostro tempo. Lina Sotis e Carlo Mazzoni saranno ospiti di questa puntata, insieme a una giovane esperta di buone maniere, Camilla Da Rocha, che per anagrafe potrebbe essere la nipotina di Lina Sotis. Camilla Da Rocha è seguitissima dai giovani sui canali social, dove pubblica brevi e divertenti video di bon ton, ma è anche molto richiesta da privati e aziende come consulente in ambito di etiquette e di protocollo.
Wed, 07 Feb 2024 - 23min - 3624 - Bambini, linguaggio e pandemia
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Lo scorso 5 maggio l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria. Peccato che le conseguenze della pandemia da Sars-CoV-2 le stiamo ancora pagando. Noi, e soprattutto i nostri figli.
Ritorniamo a inizio 2020. In Italia i bambini sembravano essere la fascia meno ricettiva al virus e nel caos generale quelli che ancora non frequentavano la scuola dell’infanzia o la scuola primaria sono stati in qualche modo minore oggetto d’attenzione. Da un punto di vista psicofisico, però, i bambini più piccoli, oltre ai ragazzi, sono stati gli individui maggiormente colpiti perché hanno perso anni fondamentali per il loro sviluppo. Hanno perso esperienze, emozioni, stimoli di cui avevano bisogno in quel periodo specifico della loro vita.
Ne sono derivati disturbi del sonno, dell’attenzione, dell’alimentazione, disturbi dell’apprendimento. Oltre a ciò, la pandemia ha inciso anche sul nascere e sul l’aggravarsi di disturbi del linguaggio.
Eh, sì.. Forse per imparare a parlare bisogna parlare con gli altri?Prima emissione: 2 novembre 2023
Mon, 05 Feb 2024 - 26min - 3623 - “La viaggiatrice del tempo”
Festival di Sanremo 1991 l’artista straniera abbinata a Enzo Jannacci è Ute Lemper, acclamata cantante, attrice e ballerina che a 28 anni ha già calcato i più importanti palcoscenici internazionali. Questa è una delle prime immagini di Ute Lemper che conserviamo nella nostra memoria collettiva. Nella sua autobiografia La viaggiatrice del tempo, uscita a dicembre 2023, l’artista tedesca raccoglie finalmente le vicende che hanno segnato la sua vita privata e professionale. Successi e gioie ma anche amare sconfitte personali e professionali, vengono raccontati alla luce degli eventi epocali che lei stessa ha attraversato e di cui voleva essere testimone. Nella sua intervista con Ute Lemper, Cristiana Coletti raccoglie alcuni dei passaggi più significativi ed intensi della sua storia.
Thu, 01 Feb 2024 - 28min - 3622 - “La viaggiatrice del tempo”
Festival di Sanremo 1991 l’artista straniera abbinata a Enzo Jannacci è Ute Lemper, acclamata cantante, attrice e ballerina che a 28 anni ha già calcato i più importanti palcoscenici internazionali. Questa è una delle prime immagini di Ute Lemper che conserviamo nella nostra memoria collettiva. Nella sua autobiografia La viaggiatrice del tempo, uscita a dicembre 2023, l’artista tedesca raccoglie finalmente le vicende che hanno segnato la sua vita privata e professionale. Successi e gioie ma anche amare sconfitte personali e professionali, vengono raccontati alla luce degli eventi epocali che lei stessa ha attraversato e di cui voleva essere testimone. Nella sua intervista con Ute Lemper, Cristiana Coletti raccoglie alcuni dei passaggi più significativi ed intensi della sua storia.
Wed, 31 Jan 2024 - 27min - 3621 - Che spettacolo quel funerale
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Il funerale di Stalin è addirittura stato riproposto in un film. A quelli dello scrittore Pasternak e del cantautore Vysotsky hanno partecipato centinaia di migliaia di persone sfidando il regime comunista. E quello di Yevgeny Prigozhin? Celebrato di nascosto in un cimitero di San Pietroburgo chiuso da tempo e la salma sepolta al posto di un parente, anche se l’oligarca capo della milizia privata Wagner era un eroe della Russia. Il messaggio del Cremlino era chiaro, e non bisogna leggere tra le righe per capire come siano andate le cose.
I funerali dell’era sovietica – e post sovietica – ci offrono uno spunto di riflessione assolutamente originale e unico. IlProf. Gian Piero Piretto, uno dei massimi esperti di storia della cultura russa e autore de“L’ultimo spettacolo” Raffaello Cortina editore, ci accompagna nell’ultimo viaggio (di personaggi famosi che hanno fatto l’Unione Sovietica e la Russia). Una lettura del passato e del presente attraverso alcune cerimonie funebri in grado di fornire messaggi altrimenti difficili da comprendere in Occidente.
Prima emissione: 24 ottobre 2023
Tue, 30 Jan 2024 - 26min - 3620 - Tolkien, cantore di ciascuno
A “Gandalf for President” inneggiavano gli striscioni dei giovani che in America manifestavano contro la guerra nel Vietnam, “Campi Hobbit” si intitolavano le manifestazioni organizzate in Italia dai giovani di estrema destra: com’è possibile che di John Ronald Reuel Tolkien ci si sia appropriati da ambiti così diversi? Tolkien è un grande cantore di miti e di fiabe, e questo patrimonio ancestrale affonda le proprie radici negli archetipi di tutta l’umanità, parla al cuore di ognuno, per questo le sue opere sono amate universalmente, ben oltre le pervicaci strumentalizzazioni. Ma Tolkien, oltre ad essere autore di indiscussi capolavori, fu un uomo che sapeva apprezzare le piccole gioie domestiche, e un filologo e linguista apprezzatissimo dai suoi studenti di Oxford.
ATolkien - uomo, professore, autore - è dedicata una mostra inauguratasi a fine 2023 (per i 50 anni dalla morte) alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, che poi sarà visibile, per tutto il 2024, in varie città italiane. La percorreremo, in questo Laser, insieme al curatore, Oronzo Cilli.Una sezione della mostra è dedicata alla storia editoriale del Signore degli Anelli in Italia, dove giunse solo nel 1970 (dopo ben due rifiuti in Mondadori, tra cui quello celebre di Elio Vittorini). Di questa singolare avventura editoriale parleremo con Velania La Mendola, autrice di un interessante saggio appena uscito da Luni Editrice: Tolkien e il Signore degli Anelli. Storia editoriale di un capolavoro.
Mon, 29 Jan 2024 - 27min - 3619 - La voce serve
Liliana Segre ha 93 anni e negli ultimi 30 ha testimoniato ovunque, sempre con forza e decisione, l’orrore della guerra, dell’olocausto, del campo di concentramento di Auschwitz. La storia del respingimento alla frontiera svizzera, il carcere, la deportazione e la separazione da suo papà, che non avrebbe più rivisto, a soli 13 anni, sono racconti che non possono lasciare indifferenti. Oggi apre un altro capitolo, inedito, della sua vita: l’udienza con papa Pio XII al quale chiese di informarsi sulla sorte di suo padre. Da qui ne nasce una riflessione profonda, intima, commovente sul tormentato e discusso ruolo del papa della Seconda Guerra Mondiale e sul ruolo della Chiesa cattolica durante lo sterminio degli ebrei.
Fri, 26 Jan 2024 - 23min - 3618 - Campione, la guerra e il Casinò
80 anni fa, il 27 gennaio 1944, Campione si svegliò libera dal fascismo. Fu il cosiddetto “colpo di Stato”, la decisione di alcune figure di riferimento dell’enclave di allora di liberarsi dalla Repubblica Sociale Italiana per ritagliarsi uno spazio di autonomia, aperto alla vicina Svizzera, da cui ripartire per rilanciare economicamente un piccolo territorio isolato ridotto allo stremo dalle privazioni di beni di prima necessità.
Una certa narrazione accosta questo episodio ai grandi momenti antifascisti conosciuti in altre parti d’Italia, si pensi alla Repubblica dell’Ossola partigiana. Per Campione invece contò – e molto – il desiderio di riaprire il Casinò, unica fonte di sostentamento del paese.
ConMarino Viganò, storico e puntuale conoscitore di Campione d’Italia, ripercorriamo quel periodo, partendo dai primi decenni del Novecento. Con particolare attenzione allo sguardo interessato e preoccupato di Ticino e Confederazione elvetica nei confronti di una enclave italiana che ha sempre rappresentato una grande sfida.
Marino Viganò sarà protagonista di una conferenza pubblica sul tema, giovedì 25 gennaio ore 18.30, alla Sala eventi del Casinò di Campione d’Italia.
Thu, 25 Jan 2024 - 27min - 3617 - Il discorso di Sadat
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Prima c’è la Guerra dei sei giorni (1967) e la guerra di Yom Kippur (1973). Dopo verranno gli accordi di Camp David (1978), il Nobel per la pace congiunto a Begin e Sadat (1978), il definitivo trattato di pace tra Israele ed Egitto (1979). In mezzo troviamo lo storico discorso del presidente egiziano Sadat al Parlamento israeliano (Knesset) il 19 novembre 1977.
È un gesto di straordinario coraggio. Dopo aver avviato profonde riforme economiche e sociali, dopo aver preparato una diversa collocazione internazionale per l’Egitto, dopo aver risvegliato l’orgoglio del suo popolo sui campi di battaglia proprio contro Israele, Sadat si reca nel Paese nemico, nel centro del potere e del Governo, dove ognuno gli è ostile, e lì pronuncia parole di apertura, di reciproco riconoscimento, di invito alla convivenza.
Quel discorso fu molto più che una semplice enunciazione di concetti, un auspicio, o una celebrazione. Sono parole che imprimono una svolta al corso della storia, creano un nuovo orizzonte, preparano azioni che condurranno per la prima volta ad accordi di pace durevoli.
Dopo aver ricostruito il contesto storico con lo storico Claudio Vercelli, approfondiamo forme e modi di quello storico discorso con Lucia Avallone, studiosa di lingua e letteratura araba.
Prima emissione: 13 dicembre 2023
Tue, 23 Jan 2024 - 27min - 3616 - La resistenza estrema e attuale di Andrei Sakharov
È il 22 gennaio del 1980 quando Andrei Sakharov è arrestato a Mosca nel corso di una manifestazione contro l’entrata delle truppe sovietiche in Afghanistan. «Credo che l’Unione Sovietica», diceva, «debba porre fine a un’invasione che mina la credibilità del nostro Stato, rivelando con chiarezza il pericolo che una società totalitaria chiusa rappresenta per il mondo intero». È deportato a Gorky, 500 chilometri da Mosca, dove vive, racconta nelle sue memorie, sorvegliato giorno e notte dalla polizia.
La sua storia è quella della presa di coscienza dell’arbitrio violento del potere nell’Unione Sovietica: fisico nucleare, padre della prima bomba all’idrogeno sovietica negli anni Cinquanta, nel 1961 si è opposto alla ripresa degli esperimenti «perché potevano compromettere il disarmo e il dialogo per la pace».
Ha portato avanti battaglie importanti per difendere le libertà civili come quella di circolazione, informazione e opinione. Nei suoi scritti è intervenuto sulla pace, sul disarmo, sulla tutela dell’ambiente, ha affrontato criticamente il rapporto fra scienza e società, si è pronunciato contro la pena di morte.
La storia di Andrei Sakharov è ancora attuale e pericolosa per il regime di Putin: nell’aprile del 2023 il Ministero della giustizia russo ha chiuso in modo definitivo il Museo e Centro pubblico di Mosca a lui intitolato e voluto nel 1996 da sua moglie Elena Bonner.
Con Sergei Lukachevski, in esilio in Germania, dal 2008 direttore del Museo e Centro pubblico di Mosca Andrei Sakharov, Maria Candida Ghidini che insegna Letteratura russa all’Università di Parma e Giovanni Savino, ricercatore di Storia della Russia presso l’Università Federico II di Napoli.
Mon, 22 Jan 2024 - 27min - 3615 - Voci dal silenzio
Il 19 settembre 2023, quattro mesi fa esatti, l’Azerbaijan avviava una operazione militare nell’enclave dell’Artsakh, Nagorno Karabakh, popolato da circa 150 mila persone di etnia armena.
In poche ore la quasi totalità della popolazione era costretta ad abbandonare le proprie case e la propria storia millenaria e cercare rifugio in Armenia. La questione della frammentazione etnica in quella regione del Caucaso sembra da allora dimenticata, diluita nell’indifferenza della comunità internazionale e nella ridefinizione, su altri teatri di guerra, dei nuovi equilibri diplomatici mondiali.
Il presente ed il futuro della comunità armena dell’Artsakh sembrano segnati, e solo lo stato dell’Armenia e la sua popolazione sembrano ancora interessati a garantire dignità e sostegno alla popolazione fuggita dalle proprie case.
Fri, 19 Jan 2024 - 27min - 3614 - Bruno Bozzetto
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Bruno Bozzetto, classe 1938, con una carriera lunga sessant’anni, è un animatore, sceneggiatore e regista noto anche per il suo umorismo satirico e il suo stile distintivo. Autore di film animati di successo, non nasconde il suo amore verso la natura e gli animali.
Il suo ultimo cortometraggio si intitola “Sapiens?” e tratta il tema dell’uomo distruttivo verso la natura, che maltratta gli animali ed è continuamente confrontato con la guerra. Ma dove si può ritrovare la sapienza dell’uomo? Gli unici rimedi per sopperire all’umanità che fa danni sono – ha detto Bruno Bozzetto a Lina Simoneschi Finocchiaro che lo ha intervistato - l’educazione la cultura. E se gli chiedi come si descriverebbe in due parole, la sua risposta è: Il signor Bozzetto è un uomo curioso, e la curiosità mantiene giovani.
Prima emissione: 18 gennaio 2024
Wed, 01 May 2024 - 27min - 3613 - “Maniac” di Benjamín Labatut
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Lo scrittore cileno Benjamín Labatut, dopo il successo di Quando abbiamo smesso di capire il mondo, torna in libreria con un nuovo romanzo edito da Adelphi, dal titolo evocativo Maniac.
Nella sua ultima opera Labatut torna a narrare ombre e luci della storia umana attraverso la figura del calcolatore universale, il MANIAC di John von Neumann, che diede vita a due invenzioni tra loro diametralmente opposte: la bomba atomica e l’intelligenza artificiale.
È un’invenzione spartiacque per il futuro dell’umanità, racconta Benjamín Labatut, proprio perché la macchina “pensante” è capace di ergersi a divinità e di sfidare la limitatezza umana.
Prima emissione: 17 ottobre 2023
Wed, 17 Jan 2024 - 26min - 3612 - Mario Tobino
Mario Tobino medico scrittore poeta nei ricordi teneri ed affettuosi della sua nipote Isabella.
La parabola della sua biografia fino agli anni da primario nella “sua” Maggiano.
Maggiano, in provincia di Lucca, l’ospedale psichiatrico che nel Seicento era un convento con due chiostri. In quei due chiostri si affacciavano le camere degli uomini e delle donne. E le “due stanzette” di Tobino si affacciavano su un terzo cortile, dove c’erano delle aiuole che lui stesso aveva fatto disegnare a suo piacimento. La notorietà letteraria di Tobino trovava libero sfogo e creatività nelle famose “due stanzette” il luogo ideale dove compose la maggioranza dei suoi lavori. Dalla altura della collina l’ospedale di Maggiano era circondato da campagna e boschi. Le “due stanzette” erano il buon ritiro fino alla mattina dove Tobino scriveva e spesso andava in reparto senza aver chiuso occhio.Tue, 16 Jan 2024 - 25min - 3611 - C’era una volta Trump. E c’è ancora
Inizia oggi in Iowa il percorso verso le elezioni presidenziali statunitensi 2024. Questo piccolo Stato del Midwest – prevalentemente bianco, rurale, con una popolazione di poco più di 3 milioni di persone – è tradizionalmente il primo a votare per la scelta dei candidati repubblicano e democratico alla presidenza. Il voto in Iowa si chiama caucus e si svolge in modo diverso rispetto alla maggioranza degli altri Stati americani che organizzano le primarie. In Iowa gli elettori si danno appuntamento alle 7 di sera – nelle scuole, palestre, bar, uffici pubblici – e lì si contano. Quest’anno in Iowa non ci sono i democratici, che inizieranno il loro percorso verso le presidenziali con il South Carolina, il 3 febbraio. Chiamati a votare sono quindi soltanto i repubblicani. Tre i principali candidati. Donald Trump, che resta favorito, nonostante una flessione nei sondaggi negli ultimi giorni. E poi Nikki Haley, ex governatrice del South Carolina ed ex ambasciatrice all’ONU. E Ron DeSantis, governatore della Florida. Il voto è l’occasione per osservare alcune tendenze che segnano i repubblicani alla vigilia delle presidenziali. Ma è anche l’occasione per capire come Donald Trump, nonostante processi e accuse di ogni tipo, resti popolare, amato, rispettato, da vasti settori del mondo conservatore americano.
Mon, 15 Jan 2024 - 26min - 3610 - Restare umani
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L’immane tragedia che sta consumandosi in Medio Oriente nella feroce guerra fra Israele e Hamas, l’invasione dell’esercito russo in Ucraina, la fuga della popolazione armena dal Nagorno Karabakh hanno rovesciato su ciascuno di noi notizie e immagini di atrocità. È doveroso dunque chiedersi se non ci stiamo abituando all’orrore.
Aveva ragione Diderot, il famoso enciclopedista, quando nel Settecento paventava il rischio che con l’aumento della distanza anche i nostri sentimenti morali si affievoliscono? Come scongiurare la disumanizzazione?
Franco Brevini ne discute con Ivo Lizzola, che insegna una materia quanto mai di attualità come Pedagogia del conflitto e della mediazione e Clara Mucc, una psicoterapeuta autrice di un libro intitolato Trauma e perdono.Prima emissione: 22 novembre 2023
Fri, 12 Jan 2024 - 27min - 3609 - I testimoni di Fabrizio De André
Fabrizio De André è scomparso 25 anni fa, il 11 gennaio 1999. La lunga carriera, i temi universali della sua poetica e il personaggio ne spiegano la sua popolarità; e i numerosi luoghi pubblici a lui intitolati, quasi un centinaio solo in Italia, ne provano la fortuna e la memoria istituzionale. Tuttavia il segno della sua vitalità si ritrova nella forza con cui la sua opera ispira le generazioni artistiche successive che lo hanno preso come punto di riferimento. Laser va a conoscere il volto nuovo di De André così come è visto e reinterpretato dai giovani autori della canzone italiana, con l’aiuto di tre testimoni: il cantautore emergente The André, l’autrice Cristina Donà e la vocal coach Danila Satragno, già collaboratrice di De André nell’ultimo tour.
Thu, 11 Jan 2024 - 28min - 3608 - Bice Curiger, l’arte della cura d’arte
Era il 7 aprile 2014 quando ad Arles veniva ufficialmente inaugurato il Museo della Fondazione Vincent van Gogh con la mostra “Van Gogh Live!”. Per la sua direttrice artistica, Bice Curiger, era l’inizio di una nuova avventura professionale, che le si era presentata due anni prima, nel 2012, alla soglia del pensionamento dal Kunsthaus di Zurigo, dove Curiger aveva lavorato sin dai primi anni ‘90. Per lei, sempre affascinata dalle avanguardie, era anche l’occasione di rileggere l’opera di uno dei più abusati artisti moderni, vittima di quella cultura di massa - “pop” - che Curiger aveva sempre amato per la sua forza democratizzatrice, ma di cui conosceva altrettanto bene le derive. In questo Laser, abbiamo ripercorso insieme a Bice Curiger il suo cammino a fianco e al servizio dell’arte e della sua valorizzazione, tra incontri straordinari e scelte non convenzionali.
Tue, 09 Jan 2024 - 25min - 3607 - Capire Potëmkin, capire la guerra in Ucraina
Tra le azioni compiute dall’esercito russo a Kherson, nell’ottobre 2022, poco prima di ritirarsi oltre il fiume Dnipro, c’è stata anche la rimozione della tomba di Grigorij Aleksandrovič Potëmkin. Il militare e diplomatico russo è stato spostato e sepolto in una chiesa in Crimea.
Un gesto simbolico di grande importanza, per i russi. Fu infatti Potëmkin, nel XVIII secolo, a fondare in nome dell’impero russo, numerose città in quella che oggi è l’Ucraina. Kherson, appunto, primo porto russo sul Mar Nero, ma anche il porto di Sebastopoli, Ekaterinoslav (oggi Dnipro), ed altre.
Il contributo di Potëmkin fu decisivo per strappare ai turchi i territori che oggi costituiscono l’Ucraina e le regioni in guerra. Senza quel tassello storico e il ruolo di quel protagonista, diventa più difficile comprendere la complessità della guerra tra Russia e Ucraina.
Nel mondo italofono siamo abituati a riferirci a Potëmkin a causa della battuta di Paolo Villaggio nel film “Il secondo tragico Fantozzi”. “La corazzata Kotëmkin” (il nome fu leggermente alterato per questioni di copyright) del regista Ejzenstein e che racconta la rivolta del 1905 a bordo dello scafo militare dell’impero russo.
Mon, 08 Jan 2024 - 26min - 3606 - La mia verità
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È stato fino a al 6 novembre 2019, il rappresentante elvetico di più alto rango a livello mondiale. Quel giorno Pierre Krähenbühl, capo dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che si occupa degli oltre 5 milioni di rifugiati palestinesi, getta la sua spugna e si dimette. La pressione contro di lui era diventata insostenibile e si era sentito abbandonato da Berna. Un pre-rapporto consegnato al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres un anno prima e del quale alcune fughe di notizie rivelavano i contorni, lo accusava di malversazioni, favoritismi, sperpero di denaro. Accuse gravi a tal punto che anche il Dfae di Ignazio Cassis decise di sospendere i finanziamenti all’Unrwa. Precedentemente a chiudere i rubinetti fu l’amministrazione americana, con in prima fila il genero di Trump Jared Kushner per il quale la stessa Unrwa costituiva non la soluzione ma il problema. Un concetto analogo fu espresso da Ignazio Cassis in un suo controverso viaggio ad Amman, sollevando dubbi sulla neutralità svizzera e polemiche da parte di chi lo considerava troppo vicino alle posizioni del governo Netanyahu e dell’amministrazione Trump. Sta di fatto che il rapporto di inchiesta definitivo consegnato al Segretario Generale delle Nazioni Unite lo scagiona dalle accuse più gravi, ritenendo contro di lui, stando alle rivelazioni di un’inchiesta della Rts, solo sospetti marginali. A "Laser" in un'intervista esclusiva Pierre Krähenbühl si confida, chiede giustizia, e racconta la sua verità in una vicenda dolorosa e dai contorni alquanto opachi.
Libri presenti nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt)
Vari testi sul conflitto arabo-israeliano
Saggi su Israelee sulla PalestinaAltre fonti
Sito web dell’UNRWAL'enquête de l'ONU sur Pierre Krähenbühl ne pointe que de légers manquements. RTS, 18.12.2020
Prima emissione: 10 febbraio 2021
Wed, 03 Jan 2024 - 27min - 3605 - Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (5./5)
Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.
Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
Fri, 29 Dec 2023 - 21min - 3604 - Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (4./5)
Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.
Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
Fri, 29 Dec 2023 - 19min - 3603 - Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (3./5)
Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.
Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
Fri, 29 Dec 2023 - 21min - 3602 - Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (2./5)
Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.
Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
Fri, 29 Dec 2023 - 19min - 3601 - Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (1./5)
Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.
Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
Fri, 29 Dec 2023 - 21min - 3600 - L’impegno di Dick Marty
Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.
Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
undefinedFri, 29 Dec 2023 - 26min - 3599 - Il Teatro di Nanni Moretti
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Nanni Moretti debutta in veste di regista teatrale con la direzione dello spettacolo “Diari d’amore”.
Per questo esordio sceglie due commedie intitolate “Fragola e panna” e “Dialogo”, ambedue scritte da Natalia Ginzburg rispettivamente nel 1966 e nel 1970.
Nei vari ruoli sul palco si alternano le attrici Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Sanesi e l’attore Valerio Binasco.Nanni Moretti a Laserillustra perché ha deciso di intraprendere questa nuova avventura artistica. Racconta come è nato il progetto, come è stato sviluppato e portato a termine. Inoltre racconta l’impegno per il grande schermo ed il suo pubblico.
Prima emissione: 20 dicembre 2023
Wed, 27 Dec 2023 - 26min - 3598 - Abbiamo solo bisogno di raccontare
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Perché raccontare un luogo? Perché uno si mette a camminare? Non solo con l’intenzione di gustarsi un bel panorama, di fare una scampagnata. Ma con l’intenzione di trovare una storia, da condividere con gli altri. Alla fine noi viviamo di storie. Comunichiamo grazie alle storie. A tutto questo si pensa camminando. Ed è quello che è successo durante l’officina di narrazione “Ormea in transito”. Una quindicina di persone che con Marino Magliani e Flavio Stroppini hanno camminato per giorni attorno ad Ormea, una piccola cittadina, con un centro dall’atmosfera medioevale, nel sud del Piemonte, in Alta Valle Tanaro incastonata tra le maggiori vette delle Alpi Liguri.
Musiche di Andrea Manzoni
“L’officina di scrittura” di ormeaintransito.com è un progetto realizzato grazie al Comune di Ormea (It).Prima emissione: 19 novembre 2023
Tue, 26 Dec 2023 - 24min - 3597 - Betlemme sotto il Vesuvio
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Napoli suggerisce quattro “emme” importanti: Masaniello, mandolino, più recentemente Maradona e, con loro, la Madonna, accompagnata da Gesù, Giuseppe, il bue e l’asinello. Quindi, il presepe natalizio, che fa di Napoli una Betlemme sotto il Vesuvio se non unica, sicuramente per tante ragioni prima al mondo.
Laser presenta questa tradizione, la sua genesi e l’estensione per il pianeta a cominciare dalla Spagna del Settecento, dominata dai Borboni. La raccontano due antropologi, Elisabetta Moro e Marino Niola, e un artigiano di presepi affermato e conosciuto da New York a Gerusalemme e Madrid, come Lello Scuotto della bottega “La Scarabattola”.
La prima caratteristica del presepe napoletano sta nella marginalità della capannina natalizia, con il conseguente allargamento dello scenario alla gente comune, proposta nelle sue attività quotidiane. E la seconda nella perdita di ogni riferimento temporale: nelle migliaia di presepi sempre più “laici” (istituzionali o familiari, ricchi o poveri, imponenti o modesti, e comunque sempre napoletani per fattura o ispirazione) è un groviglio teatrale organizzato che, non senza far arricciare il naso a qualche tradizionalista, si arricchisce ogni anno di personaggi del presente.
Prima emissione: 21 dicembre 2023
Mon, 25 Dec 2023 - 28min - 3596 - Capire la parola
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Come comprendere il valore delle parole, e dunque la Parola, quando i significati sono diversi e complessi a seconda del contesto e del periodo storico in cui sono collocati.
Nel lavoro appena pubblicato “L’alfabeto di Dio” (edizioni San Paolo), il Cardinale Gianfranco Ravasi ha stilato una sorta di “dizionario” dei termini in ebraico e greco più utilizzati e più importanti dell’Antico e del Nuovo Testamento. Lo studio della parola, e dunque il commento legato ad un determinato concetto, va oltre la semplice interpretazione letterale adattata agli occhi del lettore del XXI secolo. E quindi, affrontare le Scritture in modo più attento e complesso, aiuta il lettore a districarsi in modo efficace nella varietà e i numerosi messaggi e le differenti intenzioni che attraverso le parole dobbiamo comprendere. Una strada da percorrere per affrontare sia i testi sacri sia il presente.
Prima emissione: 20 novembre 2023
Sun, 24 Dec 2023 - 27min - 3595 - Le leggende ticinesi (2./2)
Un percorso sonoro che risale quattro valli del Ticino alla ricerca delle leggende, delle tradizioni orali e di altre espressioni del magico e dell’inusitato.
“Leggende Ticinesi” si affaccia sulle profondità della psiche umana ed esplora le forme del meraviglioso, da quelle ancestrali a quelle più recenti, seguendo le voci di un antropologo che custodisce leggende, di una sciamana che frequenta mondi paralleli, di uno storico che studia la strumentalizzazione del folklore, e le voci dei cantastorie, e della gente del posto, e di chi ha assistito ai miracoli.
Regia, narrazione e montaggio Zoé Rossion
Musica originale di Giordano Rush
Produzione : Camilla Baumann & Jonathan Frigeri
Mixaggio: Koenraad Ecker
Un progetto ideato da Jonathan Frigeri per l’IIRRMSat, 23 Dec 2023 - 28min - 3594 - Generazione big data
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L’avvento dei social media e della digitalizzazione di ogni ambito – dalla scuola all’amministrazione - ci ha portato a vivere continuamente esposti sulla rete. Ma anche a fornire enormi quantità di dati personali a grandi aziende. Questo vale anche e soprattutto per i bambini, soggetti al così detto fenomeno dello sharénting, la sovraesposizione in rete da parte dei genitori, o per gli adolescenti che trasformano la loro vita in una serie di post condivisi sui social media. Ma i rischi legati al tracciamento e alla profilazione impongono una riflessione critica sulle nostre abitudini digitali, perché la raccolta dei dati e la loro elaborazione non è mai innocua e nasconde rischi di cui i genitori non sempre sono consapevoli.
Prima emissione: 15 dicembre 2023
Sat, 23 Dec 2023 - 27min - 3593 - Il trauma della guerra ucraina
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Il piccolo valico di frontiera di Kolotylivka-Pokrovka, tra la regione russa di Belgorod e quella ucraina di Sumy, è l’unico luogo in cui gli ucraini possono entrare dalla Russia nel territorio ucraino controllato dal Governo. Il viaggio non è facile.
Le persone che arrivano ai posti di blocco russi, spesso dopo lunghi viaggi, sono sottoposte a procedure di filtraggio che durano ore; vengono perquisite dalle guardie di frontiera russe e interrogate da agenti del Servizio di sicurezza federale. I loro telefoni vengono controllati, vengono prese le impronte digitali e a volte viene loro ordinato di spogliarsi.
Il nostro racconto parte da questo luogo per addentrarsi nell’animo umano di chi deve abbandonare tutto e ricominciare da zero la propria vita. E di chi invece rimane, spesso sapendo che la morte prima o poi busserà alla sua porta. Un viaggio nella psiche e nel trauma generato dalla guerra, che da personale diventa collettivo, investendo una intera nazione.Prima emissione: 1° dicembre 2023
Fri, 22 Dec 2023 - 22min - 3592 - La strada per Casablanca
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Il Marocco sta diventando una tappa di medio-lungo termine delle rotte migratorie intra-africane. E’ difficile fare stime ma tra regolari e irregolari, il Regno maghrebino ospiterebbe oltre 70.000 cittadini provenienti dall’Africa sub-sahariana. La diaspora senegalese è tra le più numerose e ben inserite.
Attraverso le testimonianze di alcuni residenti senegalesi in Marocco, questo episodio di Laser racconta la vita delle comunità sub sahariane nel Paese, che nel 2018 è stato nominato “Champion of Migration” dall’Unione africana, un riconoscimento che sembra posizionarlo come modello virtuoso di integrazione dei migranti, in netto contrasto con quanto accade in altri stati del Nord Africa.
Un modello certamente ambizioso, ma ancora ambiguo. Da un lato, un Marocco che si vuole affermare come paese di accoglienza, offrendo ai migranti opportunità di impiego e accesso ai servizi pubblici essenziali. Dall’altro, il “gendarme” che blocca le frontiere europee e che fatica a regolarizzare i migranti. Un modello che porta benefici geopolitici, alimentando il soft power di Rabat, ma anche economici sotto forma di fondi dall’Unione europea e di manodopera a basso costo per settori chiave come l’agricoltura.
Questo progetto è stato supportato dal Pulitzer Center
Prima emissione: 29 settembre 2023
Tue, 19 Dec 2023 - 25min - 3591 - Il tempo per Toni Negri
Laser ripropone una intervista realizzata al filosofo e attivista Toni Negri (1933 – 2023) realizzata nel 2001 e dedicata al tema del tempo.
L’ipotesi di un mondo simile al tempo “cairos” - il libro di Negri - il tempo di Sant’Agostino - il concetto greco chiamato “cairos”: il limite continuo della nostra vita - i due lati del tempo - l’intensità e la ripetizione - le contraddizioni del postmoderno sul concetto del tempo - il tempo come misura nel postmoderno - la quantificazione del tempo all’epoca industriale - la differenziazione della realtà di tempo nella società di oggi - un confronto tra il tempo di uno svizzero e di un filippino - l’unica misura sociale del tempo della nostra società - il paradosso dell’unificazione tra tempo esteriore e tempo interiore - il nuovo orizzonte della società contemporanea - la conseguente difficoltà ad abituarsi allo scorrere del tempo. Nel documentario anche un contributo dello scrittore Francesco Piccolo.
Mon, 18 Dec 2023 - 19min - 3590 - Le leggende ticinesi (1./2)
Un percorso sonoro che risale quattro valli del Ticino alla ricerca delle leggende, delle tradizioni orali e di altre espressioni del magico e dell’inusitato.
“Leggende Ticinesi” si affaccia sulle profondità della psiche umana ed esplora le forme del meraviglioso, da quelle ancestrali a quelle più recenti, seguendo le voci di un antropologo che custodisce leggende, di una sciamana che frequenta mondi paralleli, di uno storico che studia la strumentalizzazione del folklore, e le voci dei cantastorie, e della gente del posto, e di chi ha assistito ai miracoli.
Regia, narrazione e montaggio Zoé Rossion
Musica originale di Giordano Rush
Produzione : Camilla Baumann & Jonathan Frigeri
Mixaggio: Koenraad Ecker
Un progetto ideato da Jonathan Frigeri per l’IIRRMSat, 16 Dec 2023 - 25min - 3589 - Troppo neri
Si continua a definire il tema dell’immigrazione un’emergenza quando, in realtà, non è un’emergenza. È da circa quarant’anni che la penisola italiana è meta di uomini, donne e bambini provenienti dall’Africa, dall’Asia, sia alla ricerca di una vita migliore ma anche per scappare dalle guerre e da disastri climatici. Un tema che riguarda l’intera Europa.
In questo Laser, Matteo Severgnini dialoga con il giornalista e scrittore Saverio Tommasi, autore del libro Troppo neri edito da Feltrinelli (2023), intorno a storie di ragazzi e ragazze senza cittadinanza, senza passato, troppo neri per essere considerati italiani, o troppo italiani per essere considerati nigeriani, etiopi o afghani.
Scardinando i luoghi comuni e senza mai perdere tenerezza o lucidità, Tommasi racconta alcune di queste storie vere, drammatiche ma anche piene di vita e di speranza.Thu, 14 Dec 2023 - 25min - 3588 - Il senese e la Val D’Orcia in seconda classe
I binari di una ferrovia secondaria un archeologo Leonardo Giovanni Terrenie uno storico Stefano Maggi per scoprire uno dei luoghi magici della toscana il senese e la Val d’Orcia insieme agli scritti di Mario Luzied al tecnico del suonoNicola Cavina.
È nel nostro patrimonio artistico, nella nostra lingua, nella capacità creativa degli italiani che risiede il cuore della nostra identità. L’Italia che è dentro ciascuno di noi è espressa nella cultura umanistica, dall’arte figurativa, dalla musica, dall’architettura, dalla poesia e dalla letteratura di un unico popolo. L’identità nazionale degli italiani si basa sulla consapevolezza di essere custodi di un patrimonio culturale unitario che non ha eguali nel mondo. Forse l’articolo più originale della nostra Costituzione è l’articolo 9 che, infatti, trova poche analogie nelle costituzioni di tutto il mondo: ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione’.
E cosi iniziamo la scoperta di uno dei luoghi suggestivi della Toscana il senese e la Val d’Orcia la valle che attraverso i binari della ferrovia incrociando sentieri e strade bianche è divenuta dal 2004 sito patrimonio dell’Unesco.
Mon, 11 Dec 2023 - 25min - 3587 - La nave partirà
Alla fine della seconda guerra mondiale, oltre 350 mila persone di nazionalità italiana residenti in Istria, in Dalmazia e nei pressi di Trieste, lasciarono la loro terra.
Il passaggio di quelle zone alla Jugoslavia, la particolare realtà geopolitica, la nascita della contrapposizione in due blocchi, quello occidentale e quello comunista, che proprio su quei territori disegnavano nuove linee di influenza, il desiderio della popolazione italiana di dimenticare l’esito della guerra e soprattutto le sue conseguenze.
È in questo ambiente che quella popolazione prova a vivere, prima che la stragrande maggioranza di essa decida di trovare rifugio e rifarsi una vita altrove, anche a seguito del trattato di pace del 1947 che sancisce l’assegnazione dell’Istria al governo di Belgrado. Ma dove andare? Perfino in Italia l’integrazione fu difficile (gli esuli erano spesso bollati come fascisti o additati come co-belligeranti), molti esuli scelsero di emigrare verso l’Australia o il Canada. Grandi comunità di istriani e giuliani si trovano anche in Europa e in Svizzera.
Il confronto tra le comunità di chi è andato via e di chi ha deciso di restare – per le ragioni più diverse – è stato spesso acceso e aspro. Solo da pochi anni l’incomprensione reciproca ha lasciato spazio al dialogo e allo studio delle conseguenze storiche per la popolazione coinvolta.
Ma se le ferite della storia si sono rimarginate, le cicatrici sono ancora ben visibili.
Musica di Matija Dedic che esegue brani di Sergio Endrigo.
Sat, 09 Dec 2023 - 28min - 3586 - Voci dal grande nord
Le scrittrici e gli scrittori scandinavi hanno conosciuto, a partire dagli anni duemila, una grande popolarità. Il pubblico ha saputo apprezzare non solo le voci della letteratura d’inchiesta, gialli, thriller e noir sono sempre saldi ai primi posti delle classifiche, ma altre scritture hanno fatto breccia nel cuore dei lettori in lingua italiana. Che cosa ha contribuito a questo effetto Scandinavia? Quali elementi costitutivi caratterizzano le opere che arrivano dalla Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda? Il recente Premio Nobel al norvegese Jon Fosse ha nuovamente accesso i riflettori su una produzione vasta e articolata che si misura con tutte le forme assunte dalla parola: romanzi, pièces teatrali, scrittura per l’infanzia, saggistica e poesia. L’approfondimento di Rete Due ricostruisce, in due puntate di Laser a cura di Moira Bubola, la mappa di una letteratura che vanta un sempre maggiore numero di lettori.
Ne parliamo oggi con Margherita Podestà Heir, traduttrice e voce in italiano dei romanzi di Jon Fosse pubblicato da La Nave di Teseo e con Franco Perrelli, professore ordinario di discipline dello spettacolo e specialista di teatro scandinavo.
Thu, 07 Dec 2023 - 23min - 3585 - Voci dal grande nord
Le scrittrici e gli scrittori scandinavi hanno conosciuto, a partire dagli anni duemila, una grande popolarità. Il pubblico ha saputo apprezzare non solo le voci della letteratura d’inchiesta, gialli, thriller e noir sono sempre saldi ai primi posti delle classifiche, ma altre scritture hanno fatto breccia nel cuore dei lettori in lingua italiana. Che cosa ha contribuito a questo effetto Scandinavia? Quali elementi costitutivi caratterizzano le opere che arrivano dalla Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda? Il recente Premio Nobel al norvegese Jon Fosse ha nuovamente accesso i riflettori su una produzione vasta e articolata che si misura con tutte le forme assunte dalla parola: romanzi, pièces teatrali, scrittura per l’infanzia, saggistica e poesia. L’approfondimento di Rete Due ricostruisce, in due puntate di Laser a cura di Moira Bubola, la mappa di una letteratura che vanta un sempre maggiore numero di lettori.
Gli ospiti di quest’oggi sono Emilia Lodigiani, anima e fondatrice della casa editrice Iperboreae Massimo Ciaravolo, professore associato di lingua e letteratura nordica all’Università Cà Foscari di Venezia.
Wed, 06 Dec 2023 - 24min - 3584 - Sulla rotta balcanica
In confronto all’ondata migratoria che giunse in Europa nel 2015, oggi i flussi di profughi provenienti da numerosi Paesi hanno ormai i connotati di un fenomeno strutturale, al quale l’Unione Europea non è ancora riuscita a dare risposte.
Oltre alla traversata del Mediterraneo, una delle rotte più battute è quella balcanica. Data la sua posizione, l’Austria è il principale punto di sbocco del percorso che risale dalla Turchia e si dirama nei Paesi dei Balcani occidentali come un inarrestabile delta interno, su su fino all’Austria appunto, che nel 2022 ha visto un aumento di ingressi clandestini del 180% rispetto al 2021 e che nonostante una flessione nella prima parte del 2023, continua a far registrare consistenti arrivi attraverso la ex Jugoslavia.Negli ultimi otto anni a poco sono valse barriere e misure contenitive lungo la rotta balcanica: le bande di trafficanti reagiscono rapidamente ai cambiamenti e semplicemente trovano nuovi varchi per chi vuole raggiungere l’Unione Europea. Del resto la ferrea volontà di fuggire da situazioni di vita insostenibili è più forte di qualsiasi legge, di qualsiasi provvedimento, di qualsiasi respingimento.
Come già nel 2015, anche nell’ultimo scorcio del 2023 Flavia Foradini è andata a Traiskirchen, il maggiore centro di prima accoglienza in Austria.
Per sondare cosa sta accadendo sui rami della rotta balcanica verso l’Unione Europea, ha raccolto le testimonianze di migranti nel limbo della procedura di richiesta d’asilo, di ex-richiedenti asilo che si sono rifatti una vita, di volontari attivi per associazioni benefiche, di esperti in tema di migrazioni verso l’Europa. Ciò che emerge è un mosaico di schegge di vite sospese fra disperazione e speranza.Tue, 05 Dec 2023 - 27min - 3583 - Sulla rotta balcanica
In confronto all’ondata migratoria che giunse in Europa nel 2015, oggi i flussi di profughi provenienti da numerosi Paesi hanno ormai i connotati di un fenomeno strutturale, al quale l’Unione Europea non è ancora riuscita a dare risposte.
Oltre alla traversata del Mediterraneo, una delle rotte più battute è quella balcanica. Data la sua posizione, l’Austria è il principale punto di sbocco del percorso che risale dalla Turchia e si dirama nei Paesi dei Balcani occidentali come un inarrestabile delta interno, su su fino all’Austria appunto, che nel 2022 ha visto un aumento di ingressi clandestini del 180% rispetto al 2021 e che nonostante una flessione nella prima parte del 2023, continua a far registrare consistenti arrivi attraverso la ex Jugoslavia.Negli ultimi otto anni a poco sono valse barriere e misure contenitive lungo la rotta balcanica: le bande di trafficanti reagiscono rapidamente ai cambiamenti e semplicemente trovano nuovi varchi per chi vuole raggiungere l’Unione Europea. Del resto la ferrea volontà di fuggire da situazioni di vita insostenibili è più forte di qualsiasi legge, di qualsiasi provvedimento, di qualsiasi respingimento.
Come già nel 2015, anche nell’ultimo scorcio del 2023 Flavia Foradini è andata a Traiskirchen, il maggiore centro di prima accoglienza in Austria.
Per sondare cosa sta accadendo sui rami della rotta balcanica verso l’Unione Europea, ha raccolto le testimonianze di migranti nel limbo della procedura di richiesta d’asilo, di ex-richiedenti asilo che si sono rifatti una vita, di volontari attivi per associazioni benefiche, di esperti in tema di migrazioni verso l’Europa. Ciò che emerge è un mosaico di schegge di vite sospese fra disperazione e speranza.Mon, 04 Dec 2023 - 24min - 3582 - Sionismi
Alla vigilia del cinquantesimo anniversario della morte di David Ben Gurion, Laser affronta un viaggio nella storia e nella realtà del pensiero sionista.
Primo firmatario della dichiarazione di indipendenza di Israele nel 1948 e a lungo primo ministro, Ben Gurion era stato anche presidente dell’organizzazione sionista mondiale, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Il primo congresso dell’organizzazione sionista mondiale si riunì a Basilea nell’agosto 1897 alla presenza di circa duecento delegati convocati dal giornalista ungherese Theodor Hertzl e cambiò per sempre la storia dell’ebraismo moderno. In quei giorni fu presentato il manifesto programmatico del sionismo politico e vennero gettate le basi del progetto per la creazione di uno stato che desse una patria a tutti gli ebrei.
Ma anche il sionismo, al pari delle altri grandi ideologie del XIX e del XX secolo, non fu un fenomeno monolitico e negli anni avrebbe prodotto opzioni politiche in contrasto tra loro.
Laser ne discute con lo storico dell’Università di Pisa Arturo Marzano, che ha pubblicato un volume dal titolo “Storia dei sionismi. Lo Stato degli ebrei da Hertzl a oggi” e con Alberto Tonini, docente di storia contemporanea del Medio Oriente all’Università di FirenzeThu, 30 Nov 2023 - 25min - 3581 - Il miracolo di Greccio
Compie 800 anni il presepe vivente realizzato da San Francesco d’Assisi. Nella notte di Natale del 1223 venne infatti riproposta la natività in una grotta nei pressi di Greccio, oggi in provincia di Rieti. Quella ricostruzione di quanto avvenne nella capanna di Betlemme è rapidamente diventata una tradizione culturale e popolare ancora prima di essere un appuntamento religioso. Il messaggio del presepe è ancora di estrema attualità: il disagio in cui Gesù nasce, la povertà che lo circonda, la fragilità di un bambino, che ha bisogno di essere accudito e riscaldato, la Terrasanta, ora martoriata da una guerra, proprio come ai tempi di San Francesco.
Con Fra Giovanni, Santuario francescano di Greccio, Mons. Vito Piccinonna, vescovo di Rieti, Massimiliano Impeciati, presidente proloco Greccio e Enrico Bressan, fondatore e presidente di Fondaco Italia.
Wed, 29 Nov 2023 - 23min - 3577 - La notte dei pupazzi bianchi
Nell’Oblast di Donetsk, uno dei fronti più caldi dall’inizio del conflitto ucraino, l’esercito russo è all’attacco ovunque, mentre i soldati ucraini, che soffrono per la scarsità di munizioni dovuta agli enormi ritardi nell’invio di aiuti da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, e soprattutto di uomini, tentano disperatamente di mantenere le posizioni. A cambiare il volto dell’ultimo anno di guerra, in Ucraina, è il larghissimo impiego, su entrambi i fronti, di droni FPV (First Person View) non più utilizzati solo per attività di ricognizione ma come arma di guerra. Un’arma estremamente versatile ed efficace, poco costosa e dagli effetti devastanti, che ha modificato profondamente le tattiche di guerra e ha un impatto psicologico enorme sui soldati.
Thu, 25 Apr 2024 - 27min - 3576 - La città dei 15 minuti
È considerato uno dei massimi pensatori contemporanei. La sua visione della città del presente e del futuro, a misura di abitante, è studiata in tutto il mondo e trova già alcune applicazioni, soprattutto in città che vedono tra le priorità offerte ai cittadini l’innovazione e la qualità della vita.
Il Prof. Carlos Moreno si è distinto con l’idea dellacittà dei 15 minuti alla COP di Parigi 2015 e da allora il suo progetto è entrato in programmi elettorali (ad esempio a Parigi con la sindaca Anne Hidalgo) o nelle amministrazioni locali (Melbourne sta attuando il progetto “il vicinato entro 20 minuti”), ma nelle aule universitarie, la modifica nello studio su come disegnare la città è da tempo una realtà.
“Il diritto alla città significa vivere in città” sostiene Moreno, che propone anche un ruolo attivo dei cittadini. In una realtà dove l’individualismo è realtà, il benessere collettivo passa anche dalla consapevolezza che a disegnare la città non sono solo gli urbanisti ma anche chi la città la abita e la rende viva.
Wed, 24 Apr 2024 - 27min - 3575 - Non è un paese per poveri (2./2)
Il 25 aprile inizia a Venezia l’esperimento per introdurre un ticket d’ingresso alla città. Il nome ufficiale è «contributo unico di accesso» e applicato quest’anno per una trentina di giornate tra aprile e luglio dovrebbe servire a meglio gestire il numero esorbitante di turisti che in alcuni periodi particolarmente critici si riversano in città. Le cifre più catastrofiche parlano di punte di 120 mila presenze giornaliere, mentre la capacità di carico studiata in un recente studio dall’Università Ca’ Foscari sarebbe di 52 mila visitatori al giorno.
Delle difficoltà della città di affrontare un numero così alto di turisti e delle possibilità di affrontarlo si parla da almeno trent’anni, passando dal numero chiuso, all’obbligo di prenotare l’accesso, a una tassa da versare. Mille soluzioni diverse tutte naufragate di fronte alla difficoltà non solo di rendere efficaci tali soluzioni, ma anche di applicarle.
Il turismo fa parte della vita di Venezia fin dal medioevo come ne fanno parte da sempre l’apertura al resto del mondo e gli scambi commerciali e culturali. Scambi che ne hanno caratterizzato la storia e la ricchezza. Ma che al calo demografico sempre più accentuato dei residenti e della contemporanea presenza sempre più massiccia di turisti in movimento come in un luna park da un’attrazione all’altra, hanno mutato il volto di una città un tempo ricca di artigiani e commerci locali in una sequela di fast food e negozi di paccottiglia.In questo reportage realizzato tra le calli e i campi di Venezia raccogliendo le voci di cittadini, professionisti e associazioni impegnate nella promozione di una vita della città alternativa al turismo Laser racconta l’impatto dell’iperturismo sulla città e la ricerca di vie alternative di immaginarne il futuro.
Tue, 23 Apr 2024 - 27min - 3574 - Non è un paese per poveri (1./2)
Il 25 aprile inizia a Venezia l’esperimento per introdurre un ticket d’ingresso alla città. Il nome ufficiale è «contributo unico di accesso» e applicato quest’anno per una trentina di giornate tra aprile e luglio dovrebbe servire a meglio gestire il numero esorbitante di turisti che in alcuni periodi particolarmente critici si riversano in città. Le cifre più catastrofiche parlano di punte di 120 mila presenze giornaliere, mentre la capacità di carico studiata in un recente studio dall’Università Ca’ Foscari sarebbe di 52 mila visitatori al giorno.
Delle difficoltà della città di affrontare un numero così alto di turisti e delle possibilità di affrontarlo si parla da almeno trent’anni, passando dal numero chiuso, all’obbligo di prenotare l’accesso, a una tassa da versare. Mille soluzioni diverse tutte naufragate di fronte alla difficoltà non solo di rendere efficaci tali soluzioni, ma anche di applicarle.
Il turismo fa parte della vita di Venezia fin dal medioevo come ne fanno parte da sempre l’apertura al resto del mondo e gli scambi commerciali e culturali. Scambi che ne hanno caratterizzato la storia e la ricchezza. Ma che al calo demografico sempre più accentuato dei residenti e della contemporanea presenza sempre più massiccia di turisti in movimento come in un luna park da un’attrazione all’altra, hanno mutato il volto di una città un tempo ricca di artigiani e commerci locali in una sequela di fast food e negozi di paccottiglia.In questo reportage realizzato tra le calli e i campi di Venezia raccogliendo le voci di cittadini, professionisti e associazioni impegnate nella promozione di una vita della città alternativa al turismo Laser racconta l’impatto dell’iperturismo sulla città e la ricerca di vie alternative di immaginarne il futuro.
Mon, 22 Apr 2024 - 25min - 3573 - Lungo il confine che non c’è
Lo scorso dicembre, la Georgia ha ottenuto lo status di paese candidato ad entrare nell’Unione Europea. Un risultato molto atteso dalla società civile georgiana che da tempo sogna l’Europa. L’entusiasmo dell’inizio del percorso d’integrazione europeo si accosta però, alle molte ferite di questa nazione rimaste ancora aperte.
I due conflitti in Ossezia del sud, combattuti tra georgiani e separatisti osseti affiancati dai russi, risalgono al 1991 e al 2008. L’ultimo, in particolare, ha portato al controllo de-facto della regione da parte dell’esercito russo. E’ iniziato così, un processo unilaterale di demarcazione del confine attraverso la costruzione e installazione di infrastrutture, come fili spinati, camere di videosorveglianza e torrette di avvistamento.
Laser ripercorre i 400km di frontiera tra la Georgia e l’autoproclamata repubblica dell’Ossezia del Sud, raccontando, attraverso le testimonianze di coloro che vi abitano, cosa significhi vivere all’ombra di un confine militarizzato e non riconosciuto dalla comunità internazionale.
Il reportage è un percorso che dai traumi del passato arriva al sogno Europa, tentando di far chiarezza su quali siano le domande più pressanti della Georgia di oggi.
Fri, 19 Apr 2024 - 25min - 3572 - Il Testimone
Protagonista di questo Laser è Volodymyr Sahaidak, direttore del Centro di riabilitazione sociale e psicologica di Kherson, in Ucraina. La struttura da anni accoglie bambini orfani, minori i cui genitori sono in carcere o comunque impossibilitati a garantirne il sostentamento. Kherson è rimasta sotto occupazione russa da febbraio a novembre del 2022: è stata una delle città più martoriate dalla guerra. Ai nostri microfoni, Sahaidak racconta come ha fatto a salvare dalla deportazione 52 bambini, e quali sono le prove che è riuscito a raccogliere. L’uomo oggi è sotto protezione, tutelato perché testimone del processo intentato dalla Corte penale internazionale contro il presidente russo, Vladimir Putin, e la responsabile delle politiche per l’infanzia, Maria Lvova Belova. L’intervista con Sahaidak è stata anche l’occasione per ragionare, insieme allo storico Andrea Graziosi, sul fenomeno storico della deportazione di persone, ma anche sulla possibilità che il processo contro Putin e Lvova Belova venga davvero celebrato e possa portare ad un’eventuale condanna
Thu, 18 Apr 2024 - 23min - 3571 - Paul Lynch e il nostro presente
L’irlandese Paul Lynch, classe 1977, è il nuovo fenomeno della letteratura in lingua inglese. La vittoria all’ultima edizione del prestigioso Booker Prize, il più importante premio per la narrativa anglofona, l’ha consacrato come una delle grandi voci della letteratura internazionale grazie al romanzo Prophet Song (appena uscito anche in italiano col titolo Il canto del profeta nella traduzione di Riccardo Duranti), il racconto claustrofobico di un’Irlanda sull’orlo del totalitarismo che echeggia le tragedie delle guerre contemporanee. Un libro che può essere letto come una terribile distopia ma anche come un’approfondita indagine nell’animo umano e nelle sue contraddizioni.
I suoi romanzi precedenti (giù tutti tradotti in italiano dalla casa editrice 66thAnd2nd di Roma) erano già stati esaltati dalla critica britannica e da quella statunitense per la bellezza della sua prosa e per una lingua originalissima e appassionata che dona pari dignità alla violenza e alla bellezza, all’incanto e all’orrore. Una decina di anni fa, quand’era ancora un esordiente, i principali editori britannici si contesero i suoi primi due romanzi con un’asta furiosa, prima di essere tradotti anche in altre lingue.
Ma da dove ha tratto l’ispirazione che l’ha reso un grande scrittore? Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? E perché il suo ultimo romanzo non può essere letto soltanto come una distopia del nostro presente?
L’abbiamo chiesto allo stesso Paul Lynch, in questa intervista.Mon, 15 Apr 2024 - 24min - 3570 - Niger, crocevia dei migranti
Nel novembre 2023, mesi dopo un colpo di stato militare che ha colto di sorpresa le diplomazie occidentali, la giunta militare del Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria (CNSP) al potere in Niger ha soppresso una controversa legge del 2015 che criminalizzava il trasporto e l’assistenza ai migranti. La norma era stata adottata sotto la forte pressione dei partner europei e delle agenzie delle Nazioni Unite.
L’applicazione di questa legge ha segnato l’inizio di rapporti privilegiati tra i leader europei, desiderosi di dimostrare un’azione sulla migrazione dall’Africa, e i governanti del Niger, che facevano affidamento su fondi esterni e sostegno diplomatico per consolidare il loro potere.
Dopo l’abrogazione, i “passeurs” hanno ripreso le loro attività alla luce del sole. Questo reportage nasce da una missione nella regione di Agadez. Racconta le storie dei migranti in viaggio verso la Libia e dei “passeurs” che sono tornati in libertà dopo essere stati in prigione. Si racconta la preparazione dei migranti alla partenza, la vita in città e all’interno dei “ghetti” dove i migranti soggiornano. Il reportage descrive come abbia ripreso slancio l’economia di Agadez, la celebre “porta del Sahara” al centro delle rotte migratorie.
Fri, 12 Apr 2024 - 22min - 3569 - Israele, guerra e pace
L’ambasciatore israeliano Yossi Gal ha alle spalle una lunga carriera negli affari esteri, che ha avuto inizio nel 1975. Due volte diplomatico a Washington, dal ‘76 all’ ’81 come Direttore dell’ufficio dell’Ambasciatore, e dall’ ’85 all’ ’89 come portavoce dell’Ambasciata, partecipa alla conferenza di pace di Madrid nel ’91, ed è membro dei negoziati di pace con la Giordania e con i Palestinesi. Ambasciatore di Israele nei paesi Bassi dal ‘95 al 2001, e successivamente in Francia e Monaco dal 2010 al 2015, conduce il processo di adesione di Israele all’ Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e conduce i negoziati per il miglioramento delle relazioni con l’Unione Europea. Nel 2005 è portavoce del primo ministro Ariel Sharon, durante il ritiro di Israele da Gaza. Oggi Yossi Gal è vice-presidente per l’Avanzamento Universitario e le Relazioni Esterne dell’Università ebraica di Gerusalemme, fondata da Albert Einstein, che sta per compiere cento anni di vita. Lo abbiamo incontrato a Lugano, in occasione di una conferenza sul Medio Oriente, promossa dall’Associazione Svizzera-Israele Sezione Ticino e da Brain Circle Lugano.
Mon, 08 Apr 2024 - 26min - 3568 - Solidarietà e ambiente
È il secondo alpinista italiano dopo Reinhold Messner ed il sesto al mondo ad aver scalato tutte le quattordici vette superiori agli 8000 metri. Anche se un’impresa non è unanimemente accettata, Fausto De Stefani, è diventato nel corso degli anni un punto di riferimento per tutti gli amanti più puri della montagna. La passione per l’alpinismo, si è arricchita da un senso di solidarietà verso “gli altri” e dall’impegno ecologista.Nato ad Asola, un paesino in provincia di Mantova, nel 1952, Fausto De Stefani arriva all’alpinismo vero e proprio a 19 anni, cominciando ad arrampicare fra le Dolomiti di Brenta. Negli anni successivi la sua attenzione si rivolge alle Alpi e Occidentali e all’alpinismo su ghiaccio e terreno misto d’alta quota. L’incontro con i grandi 8000 arriva nel 1983. In quell’anno De Stefani prende parte alla spedizione guidata da Francesco Santon e diretta al versante Nord del K2. Poi dopo una parentesi in Alaska, per salire la via normale del Denali, riprende la strada delle grandi montagne dell’Asia. Fausto De Stefani si dedica alla rincorsa alle vette degli 8000, salite in gran parte senza l’utilizzo di ossigeno (ad eccezione dell’Everest). L’impegno per la difesa dell’ambiente sfocia nel 1990 con la fondazione, assieme ad altri attivisti, del movimento Mountain Wilderness. In quell’anno De Stefani è uno degli alpinisti impegnati nella spedizione “Free K2”, per liberare la seconda vetta della Terra dalle corde fisse e dalle immondizie abbandonate in parete e ai campi base. Interessato alle problematiche sociali delle popolazioni che incontra nei suoi viaggi in Asia, De Stefani, nel 1996 parte con l’ambizioso progetto “Rarahil Memorial School, una scuola a due passi dal cielo”, che ha consentito la creazione di un complesso di scuole a Kirtipur, una cittadina nei sobborghi di Kathmandu, in Nepal.
Incontriamo Fausto De Stefani, a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, sulla “Collina di Lorenzo”, un terreno di 13 ettari creata per accogliere ogni anno migliaia bambini delle scuole, per attività didattiche e la possibilità di vivere immersi nella natura. Alla Collina, diventata un posto magico, vengono organizzati anche molti altri incontri tra casette di legno, sculture, una yurta proveniente da Ulan Bator e le sorgenti del cielo.
Fri, 05 Apr 2024 - 26min - 3567 - Un sogno in prestito
Dopo averla spuntata ancora una volta nelle elezioni più incerte degli ultimi 20 anni Erdoğan ha posto termine a quella che gli economisti avevano soprannominato Erdoganomics. Con la nomina di Hafize Gaye Erkan alla guida della Banca Centrale dopo anni di dura resistenza il Reis ha ceduto a un radicale incremento dei tassi di interessi che dall’8,5% sono balzati al 42%. Tra i più alti al mondo. L’inizio di un’era di austerità segna anche la fine di un’era segnata da un modello economico turbocapitalista simile a quello adottati da molti paesi in via di sviluppo all’inizio degli anni 2000.
Nei primi anni 2000 la Turchia di Erdoğan - trainata da un’ipertrofica crescita economica - sembrava ineluttabilmente destinata a diventare, assieme a Brasile, India, Russia e Cina una delle più importanti potenze globali. L’atmosfera ottimistica alimentata da prestiti facili, stimoli ai consumi, deregolamentazione economica e un’adesione all’Unione Europea che sembrava questione di mesi, ha convinto a indebitarsi profondamente una società giovane e affamata di beni di consumo dopo anni di profonda recessione e decenni di controllo statale sull’economia.
Thu, 04 Apr 2024 - 25min - 3566 - Teresa, la Santa Guerriera
Popolarissima in Francia, poco conosciuta al di fuori dell’Esagono,
Santa Teresa di Lisieux è una delle figure femminili più popolari del XX secolo, riconosciuta “dottore della Chiesa” alla pari di Caterina da Siena e Teresa d’Avila. Con Giovanna d’Arco è patrona secondaria di Francia. Entrata nel convento delle carmelitane a 15 anni, la sua vita fu brevissima. Morirà infatti di tubercolosi a 24 anni, a Lisieux, città della Normandia che ospita una basilica intitolata a lei. Oltre 700 mila all’anno i visitatori, la località nel dipartimento del Calvados è il luogo di culto più frequentato dopo Lourdes.
La statua di Teresa – solitamente ritratta mentre tiene un mazzolino di rose tra le mani – si trova in ogni chiesa francese, ma anche in libreria è popolarissima. La sua opera postuma “Diario di un’anima” ha venduto oltre 500 milioni di copie nel mondo, è considerato un manuale di vita imperdibile anche per chi non professa alcuna religione.
LASER racconta cosa abbia spinto i credenti a rivolgersi verso questa “ragazzina”, tenace, testarda ma dallo spirito profondissimo e contagioso, come oggi sia percepita quella figura, la sua attualità e il suo straordinario messaggio legato ai piccoli generosi gesti quotidiani.
Thu, 28 Mar 2024 - 25min - 3565 - Le lingue sottratte
Pare che Michelangelo, parlando del suo lavoro, abbia detto: “io intendo scultura quella che si fa per forza di levare”. La statua è quindi già dentro al blocco di marmo: il lavoro dello scultore è quello di togliere il superfluo.
E se questo stesso concetto di lavoro per sottrazione, provassimo ad applicarlo allo studio della lingua? Se considerassimo la lingua come ciò che rimane, dopo che abbiamo tolto tutti gli altri suoni che la voce umana può produrre?
E ancora: questi suoni espunti dal linguaggio esistono ancora da qualche parte? Sono essi stessi linguaggio? Che fine fanno? Siamo ancora in grado di produrli?
Pietro Barbetta è docente di psicologia dinamica e direttore dell’International School of Systemic Teraphy. Da poco ha pubblicato con Meltemi un libro che riflette proprio su questi interrogativi. Il libro si intitola Linguaggi senza senso. Clinica transculturale.
Marco Pagani lo ha incontrato.
Regia tecnica e montaggio: Fabio Bosia
Wed, 27 Mar 2024 - 25min - 3564 - Se l’emergenza sanitaria è in Italia
Le stime parlano di circa cinque milioni di italiani ai quali non è più garantito il diritto gratuito alle cure. I gravi problemi che affliggono la sanità pubblica italiana sono al centro del dibattito, particolarmente per la grande fuga di personale medico e infermieristico dagli ospedali negli ultimi tempi.
L’attualità rappresenta solo l’apice di una riduzione dell’offerta sanitaria, in corso da anni. Situazione che Gino Strada, fondatore di Emergency aveva ben chiara da tempo. L’organizzazione non governativa nota per l’operato all’estero in paesi come Afghanistan, Cambogia, Eritrea, Ruanda, Serbia e Sudan, in realtà è attiva anche in Italia sin dal 2006.
Ad Emergency si rivolgono oltre migranti e non indigenti, sempre più italiani. Come e perché questo accada lo raccontano infermieri, mediatrici culturali e operatori. Da due luoghi simbolo: Sassari con le sue storie di cittadinanza locale dimenticata in zone adibite a piazze di spaccio e micro criminalità, da Castel Volturno dove grazie all’ottimo lavoro svolto i servizi originariamente offerti sono stati presi in gestione dall’Asl locale.
Mon, 25 Mar 2024 - 24min - 3563 - Le voci russe libere
I paesi baltici sono diventati rifugio per centinaia di giornalisti scappati dalla Russia soprattutto dopo che il presidente Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina, nel febbraio 2022. Sarebbe stato impossibile continuare a lavorare nel loro paese. Molti oggi sono in Lettonia, dove i loro editori hanno spostato redazioni e personale. Radio Svoboda, Novaja Gazeta, Meduza e tante altre realtà della stampa indipendente continuano a coprire da lì gli eventi che accadono in Russia. Ma i problemi che devono affrontare sono molti: vivere lontano dai propri amici e familiari, in esilio, lontani dal loro paese, crea isolamento, solitudine, incertezza per il futuro. Alcuni si sono adattati alla loro nuova vita e continuano a fare il loro lavoro. Altri hanno avuto bisogno di assistenza e protezione in centri dedicati ai giornalisti come il Riga Media Hub.
Fri, 22 Mar 2024 - 22min - 3562 - Dimenticare l’Artsakh, dimenticare la storia
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Sei mesi fa l’esercito dell’Azerbaijan, complice l’immobilismo russo nella regione, attaccò l’Artsakh-Nagorno Karabakh, l’enclave di etnia armena in territorio azero. In pochi giorni la quasi totalità della popolazione lasciò le proprie case, i monumenti, i cimiteri, la storia per cercare rifugio in Armenia.
Finiva così una disputa territoriale che dal 1991 – dal momento della dissoluzione dell’Unione Sovietica - aveva portato a tensioni gravissime e conflitti tra Armenia e Azerbaijan. Ma se la popolazione ha abbandonato quel territorio, che fare ora dei monumenti e delle tracce millenarie che ricordano senza ombra di dubbio la presenza armena nella regione? Le ruspe hanno abbattuto in diretta televisiva il parlamento dell’autoproclamata repubblica dell’Artsakh (mai riconosciuta da nessun governo) ma secondo storici, archeologi e ricercatori è già cominciata la cancellazione della cultura armena in territorio azero.
Prima emissione: 20 marzo 2024
Mon, 01 Apr 2024 - 27min - 3561 - I 60 anni straordinariamente vagabondi dell’Odin Teatret
Festeggia i suoi primi 60 anni, l’Odin Teatret, una delle più importanti compagnie teatrali del mondo. Un compleanno che viene celebrato con un programma intenso di appuntamenti per tutto il 2024 che porta la carovana teatrale dal Messico all’Uruguay, dalla Cina alla Norvegia.
Fondato da Eugenio Barba l’ultimo maestro teatrale d’Occidente, allievo di Jerzy Grotowsky, l’Odin Teatret si è distinto negli anni come un progetto unico di Teatro di ricerca multimediale.
Nata a Oslo, in Norvegia, nel 1964, poi stabilitasi in Danimarca a Hostelbro, cresciuta facendo del training dell’attore il suo fulcro tra collaborazioni importanti anche con Jacques Lecoq, Dario Fo, Krejca, Luca Ronconi, il Living Theatre, la compagnia dell’Odin è un richiamo imprescindibile per tutti gli amanti del teatro, professionisti e non.
Al Teatro Menotti di Milano, tappa precedente all’arrivo in Ticino dell’Odin Teatret, abbiamo incontrato il maestro Eugenio Barbae partecipato a una masterclass realizzata dall’attore danese Tage Larsen.Dai suoi incredibili 88 anni, Eugenio Barba, con un’energia contagiosa ci racconta del teatro di ricerca, dell’essere comunità e dell’inesauribile sete di conoscenza. Passando poi dall’esperienze vissute in Brasile e in Cile durante la dittatura di Pinochet, senza dimenticare la passione per l’India.
Ancora una volta, Eugenio Barba, ci conduce oltre i confini del consueto.
Mon, 18 Mar 2024 - 26min - 3560 - Wesfjord Islandesi
Un’avventura nei Fiordi Occidentali Islandesi. Più precisamente a Ísafjörður.
L’autore ha passato 30 giorni immerso nella cultura Islandese, non quella turistica estiva ma di una piccola comunità che per la maggior parte dell’anno non ha modo di vedere il sole. Le ore di luce tra settembre e aprile non sono molte.
Un mondo lontanissimo, popolato da ricercatori che si occupano di studiare il climate change che lassù si percepisce in modo ancora più aggressivo.
La musica, l’arte e le tradizioni antiche fuse con la mitologia norrena sono molto importanti nella comunità, Laser ed ho potuto ascoltare le storie, assaporarne i gusti, vedere i luoghi nei quali i vichinghi sono sbarcati e hanno fatto di questa terrà fatta di fuoco e ghiaccio la loro casa.
Fri, 15 Mar 2024 - 26min - 3559 - Il mondo meditativo di Piero del Bondio
Piero Del Bondio è un poliedrico artista bregagliotto: la sua versatilità la si coglie molto bene visitando l’atelier che si trova nella bella ed imponente casa situata all’entrata del paese. Il mondo artistico di Del Bondio si muove tra scultura, disegno, teatro-danza, marionettistica: la sua è una produzione che si richiama al concetto di arte povera, e nasce da una dimensione meditativa che si percepisce bene sia nelle sue parole sia nelle sue opere scultoree. Poco presente in mostre personali e collettive, Piero Del Bondio dopo lunghi soggiorni in Toscana e Francia si è definitivamente stabilito nella sua terra d’origine, ed è qui che abbiamo avuto l’opportunità di incontrarlo e visitare il suo atelier.
Thu, 14 Mar 2024 - 23min - 3558 - Il nostro cervello, il tesoro di cui prendere cura
I disturbi cerebrali, tra i quali figurano patologie quali ictus, demenze, psicosi, parkinson, epilessia, depressione, disturbi del sonno, colpiscono oltre il 50% della popolazione e sono all’origine di grandi sofferenze e di un aumento dei costi per l’intera comunità.
Per promuovere la salute del cervello e prevenire i disturbi cerebrali, è stato recentemente varato il Piano svizzero per la salute cerebrale 2023-33, fra le prime iniziative a livello mondiale, presieduto dal neurologo Claudio Bassetti. Nato e cresciuto a Bellinzona, dopo gli studi in medicina all’Università di Basilea, il Professor Bassetti si è specializzato in neurologia nelle Università di Berna e di Losanna e negli Stati Uniti. Dal 2000 è stato vice direttore e direttore ad Interim della clinica neurologica dell’ospedale universitario di Zurigo, prima di trasferirsi in Ticino nel 2009 per dirigere il Neurocentro della Svizzera italiana. Nel 2012 è stato chiamato quale direttore e professore ordinario di neurologia all’Università di Berna.
Un curriculum lunghissimo nel mondo della medicina svizzera e internazionale, attualmente presiede la Fondazione neuroscienze Ticino da lui fondata nel 2012 e il Piano svizzero per la salute cerebrale, fra le prime iniziative a livello mondiale.
Brigitte Schwarz lo ha incontrato, anche in veste di nuovo membro del Consiglio di Amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale, nella nuova sede dell’Istituto di ricerca di biomedicina di Bellinzona di cui è membro del Consiglio di Fondazione.
Wed, 13 Mar 2024 - 25min - 3557 - Patriarcato e violenza di genere
Di fronte al moltiplicarsi che sembra inarrestabile della violenza sulle donne la società si è interrogata sgomenta alla ricerca di una spiegazione. Sul banco degli imputati è finito spesso il patriarcato, una visione autoritaria, gerarchica, dominatrice dei rapporti tra maschile e femminile, che sopravviverebbe anche nella nostra epoca. Eppure quasi la metà dei reati di stalking, maltrattamenti e violenze sessuali è stato commesso da giovani fra i 18 e i 35 anni. Inoltre emancipatissimi Paesi nordici, dove la parità di genere sembra essere da anni una realtà acquisita, si registrano gli stessi reati contro le donne che nel Sud dell’Europa?
In questo Laser il problema del patriarcato e della violenza di genere viene approfondito attraverso le testimonianze di una sociologa e di una psicologa, che indagano le ragioni esteriori e interiori all’origine di questi drammatici fenomeni.
Tue, 12 Mar 2024 - 27min - 3556 - Essere o non essere umani
È un narratore conosciutissimo, autore di romanzi di culto come Il cerchio celtico o La vera storia del pirata Long John Silver. Ma pochi conoscono lo scienziato e saggista Björn Larsson che in perfetto italiano illustra in modo scientifico se e in che modo abbiamo margini di scelta e di libertà, e come fare in modo che l’intera umanità possa trarne beneficio. Nel saggio Essere o non essere umani(Raffaello Cortina editore) si affrontano questo ed altri temi, come il senso di umanità, le ragioni della scienza e come ripensare il genere umano legandolo sia alle conquiste tecnologiche sia includendo altri saperi e conoscenze.
Mon, 11 Mar 2024 - 23min - 3555 - Irlanda del Nord, la rivincita delle donne
Dal 3 febbraio scorso alla guida del nuovo governo di Belfast ci sono due donne che provengono da mondi un tempo in contrapposizione tra loro: la cattolica Michelle O’Neill e la protestante Emma Little-Pengelly. Sono i simboli del cambiamento profondo che ha avuto luogo in Irlanda del Nord negli ultimi decenni.
Nel corso del conflitto iniziato alla fine degli anni ‘60 erano state proprio le donne a sopportare la maggior parte delle tensioni e delle difficoltà prodotte dalla lunga crisi politica ed economica del Paese. Lo hanno fatto nonostante il peso aggiuntivo della loro oppressione, avendo mariti e figli uccisi o in carcere, nonostante fossero tenute completamente fuori dalla vita politica nelle istituzioni. Venticinque anni dopo lo storico accordo del Venerdì Santo che sancì la fine del conflitto, l’Irlanda del Nord ha finalmente riconosciuto il ruolo decisivo svolto dalle donne nel processo di pace.
Ne abbiamo parlato con Enrico Franceschini, già corrispondente da Londra per il quotidiano La Repubblica; con Monica McWilliams, che fu l’unica donna ammessa ai negoziati dello storico accordo di pace del 1998 e con Linda Ervine, una protestante di Belfast che ha scelto di fare politica non all’interno delle istituzioni ma con l’arma della cultura, cercando di trasformare la lingua irlandese in un ponte culturale tra la comunità cattolica e quella protestante.Fri, 08 Mar 2024 - 24min - 3554 - Oslo: una pace nata per fallire?
Tutto il mondo ricorda l’immagine di due uomini che sul prato della Casa Bianca si stringono la mano sotto lo sguardo sorridente del presidente Bill Clinton.
Era il 13 settembre 2013 e quella stretta di mano sanciva la firma del piano di pace che avrebbe dovuto nell’arco di 5 anni porre fine all’ostilità tra palestinesi e israeliani.
Gli accordi erano stati concordati in colloqui segreti a Oslo, noti a un ristrettissimo gruppo di persone oltre ai negoziatori, e apparivano come un successo diplomatico.
Ma come mai quel processo non si è trasformato in una pace reale ed è anzi stato il preludio di nuove e ancora più grandi violenze? E perché la soluzione che proponeva -quella di due popoli e due stati- è tornata ad essere oggi così di attualità nel momento forse più tragico e violento della storia di una Terra Santa senza pace?
Con Yosef “Yossi” Beilinuno degli istigatori dei colloqui segreti israelo, palestinesi che portarono all’accordo di Oslo, l’ ex ambasciatore Paul Fivat capo ufficio al Dfae tra il 2002 e il 2006 e i giornalisti Aldo Sofiae Anna Maria Selini.
Thu, 07 Mar 2024 - 27min - 3553 - Salvare e raccontare la memoria
Un testimone della vita in montagna, delle sue storie, delle sue disgrazie. Lo scrittore Mauro Corona ci conduce lungo sentieri personali ed intimi e allo stesso tempo universali, legati ai boschi, alla terra, alla fauna che si trova – e raramente – solo in montagna.
Storie di vita vicinissime a noi e allo stesso tempo oramai quasi dimenticate. È il compito dello scrittore ricordare quel mondo e quelle piccole grandi vite, davvero vissute, l’alternarsi dei mesi e delle stagioni, sempre uguali da secoli ed allo stesso tempo sempre straordinarie.
Mauro Corona ci invita a vivere un mondo duro, spesso inaccessibile, faticoso e a volte fatale. Ma imperdibile e – una volta intuito – assolutamente unico e indimenticabile
Wed, 06 Mar 2024 - 25min - 3552 - La Svizzera così vicina e così lontana
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La relazione tra Italia e Svizzera è un intricato intreccio di prossimità geografica e differenze culturali che rende questi due paesi vicini e, allo stesso tempo, distanti sotto molteplici aspetti. Tuttavia, nonostante questa prossimità geografica e la condivisione di alcune caratteristiche culturali, i due paesi sono distinti per lingua, storia, tradizioni e strutture politiche ed economiche.
In questo spazio di Laser, vogliamo esplorare le differenze e le similitudini tra Italia e Svizzera, analizzando come questi due mondi -così vicini e così lontani - si intersecano e si distinguono l’uno dall’altro.
Lo facciamo con un ospite speciale: Ferruccio De Bortoli. Fra i migliori giornalisti italiani, già direttore del Corriere della Sera di cui oggi è editorialista e presidente del Consiglio di Fondazione è anche scrittore ed editorialista del Corriere del Ticino.
Fra i suoi libri segnaliamo Poteri forti (o quasi). Memorie di oltre quarant’anni di giornalismo,La Nave di Teseo, 2017. Ci salveremo. Appunti per una riscossa civica, Collana Saggi Garzanti.
E ( scritto con Salvatore Rossi) La ragione e il buonsenso. Conversazione patriottica sull’Italia, Il Mulino, 2020. Le cose che non ci diciamo e non ci diciamo (fino in fondo), Collana Saggi Garzanti, 2020.
Prima emissione: 5 marzo 2024
Mon, 29 Apr 2024 - 27min - 3551 - Il dolore degli altri
Nel centenario della nascita di Franco Basaglia – che rivoluzionò la storia della psichiatria – il direttore artistico del Teatro della cooperativa di Milano Renato Sarti ha pensato ad uno spettacolo: ha pensato ad Ausmerzen di Marco Paolini.
Un testo straordinariamente forte per diversi motivi: per la sua attualità; per la storia che racconta, rimasta muta per molto tempo: il famigerato piano T4 dei nazisti, con il quale dal 1939 al 1941 venne messa in atto l’eliminazione dei malati mentali, dei disabili e dei bambini affetti da malformazioni: 70 mila tedeschi fatti passare per il camino; loro malgrado precursori di ciò che avvenne dopo, con la Soluzione Finale.
E poi un testo forte perché sul palcoscenico, insieme con Renato Sarti, c’è l’attrice Barbara Apuzzo. Barbara Apuzzo ha una disabilità, ma questo non è uno spettacolo inclusivo. Questo è uno spettacolo in cui l’attrice Barbara Apuzzo, affetta da artrogriposi, recita e rende Ausmerzen uno spettacolo attualissimo.
Nel Laser di Francesca Torrani si racconta questo.
Mon, 04 Mar 2024 - 23min - 3550 - La filiera della lana “senza frontiere” dell’arco alpino
La lana, che in passato era merce preziosa capace di stimolare e alimentare l’economia locale, ha perso negli ultimi decenni il suo valore a causa della concorrenza internazionale. Oltre a non essere utilizzata per produrre filato, la lana deve essere smaltita, secondo le norme europee, come rifiuto speciale. Non solo non produce benessere e ricchezza, ma è diventata nel tempo un enorme problema per i pastori.
Per contrastare questo fenomeno è partito da pochi mesi, il progetto Alptextiles, nel tentativo di ricostruire a livello transnazionale la filiera tessile, partendo proprio dalla lana. Promosso dall’archivio di Etnografia e Storia Sociale di Regione Lombardia con diversi partners europei quali scuole, musei e università di Italia, Svizzera, Austria, Germania, Francia e Slovenia, il progetto punta prima di tutto a mettere in relazione le diverse realtà legate alla filiera della lana.
I fili prodotti in Italia, e in particolare in Val Camonica incontreranno quelli dell’Austria del Montafon, sui telai di tessitura della Valposchiavo, per creare un nuovo tessuto.
A Poschiavo abbiamo incontrato alcuni protagonisti del progetto “senza frontiere: Cassiano Luminati, direttore del Polo Poschiavo; Adriana Zanoli, artigiana e decoratrice e Tim Marchesi, allevatore e pastore.
Fri, 01 Mar 2024 - 26min - 3549 - Luna e pace
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Decine e decine di esplorazioni lunari previste nei prossimi dieci anni. Numerosi progetti di realizzazione di basi lunari permanenti, abitate. La corsa alla Luna ha conosciuto un nuovo vigore ed un rinnovato interesse da parte di agenzie nazionali, internazionali e anche di privati.
Dopo le missioni americane e sovietiche degli anni ’60 e ‘70 del secolo scorso, il satellite della Terra non era più una priorità, ma tutto è cambiato negli ultimi anni. Ora la Luna è nuovamente al centro delle attenzioni degli scienziati e dello scacchiere geopolitico mondiale e viene addirittura considerata come una possibile “base di lancio” per portare esseri umani su Marte…and beyond!
Con Simonetta Di Pippo, astrofisica, professor of practice di space economy alla SDA Bocconi, direttrice dal 2014 al 2022 dell’UNOOSA, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico.
Prima emissione: 29 febbraio 2024
Wed, 03 Apr 2024 - 26min - 3548 - Morire per gioco
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Gli imperatori offrivano spesso grandi spettacoli pubblici ai cittadini romani per assicurarsi il loro consenso: corse di carri, battaglie navali, esecuzioni di criminali, cacce con bestie feroci e così via. Ma nell’immaginario collettivo - riflesso da libri, film e persino videogiochi - spiccano gli scontri dei gladiatori nei giganteschi anfiteatri, a cominciare naturalmente dal Colosseo, dove decine di migliaia di spettatori accorrevano per ammirare i combattenti più famosi e veder scorrere il sangue.
Patrizia Arena racconta l’importanza di questi spettacoli nell’antica Roma, tra religione e vita politica. Luca Fezzi lega le origini dei combattimenti tra gladiatori ad antichi riti funebri. Si sofferma poi sul loro reclutamento, sull’addestramento in apposite scuole e sulle tecniche di combattimento. Giovanni Brizzi propone una nuova interpretazione della figura di Spartaco, un gladiatore a capo della rivolta degli schiavi nell’Italia meridionale. Infine Dario Battaglia, appassionato di rievocazioni storiche, racconta cosa si prova a indossare armi e armature sulla sabbia dell’arena.
Prima emissione: 27 febbraio 2024
Tue, 02 Apr 2024 - 27min - 3547 - La crisi della figura paterna
Papà Goriot, il protagonista dell’omonimo romanzo di Balzac, aveva prefigurato come disastrosa l’eclisse dei padri: «La patria perirà se si mettono i padri sotto i piedi. È chiaro. La società, il mondo si fondano sulla paternità, tutto crolla se i figli non amano i padri». In realtà poco più di un secolo dopo nel Sessantotto la ribellione al padre venne vissuta come la liberazione da una figura sinonimo di coercizione e sopraffazione, ostacolo alla libertà e all’autonomia.
Oggi però il rifiuto del padre sta presentando i suoi conti nella «società senza padri», dove la presenza invadente di un tempo ha ceduto il passo alla latitanza, anche se il padre continua a essere una figura ingombrante quanto ineludibile: strategica nella formazione del soggetto, legata ai dilemmi della coscienza, inseparabile dalla trasmissione dell’eredità.
Negli ultimi anni il clima sembra un po’ cambiato e, dopo decenni in cui l’assenza del padre ha potuto imporsi come uno dei temi della cultura contemporanea, alcuni ritengono che ci si sia liberati troppo frettolosamente di una figura ritenuta ineludibile: strategica nella formazione del soggetto, legata ai dilemmi della coscienza, inseparabile nella costruzione della maturità autodiretta e dalla trasmissione dell’eredità.
Cosa è successo al padre? E cosa si sta facendo oggi per recuperarne, se non la componente autoritaria e oppressiva, almeno quella normativa, che aiuti i figli a crescere e orientarsi nella società? In questa puntata di Laser sociologi e psicologi discutono su cosa resta e su cosa è urgente recuperare del padre.
Mon, 26 Feb 2024 - 24min - 3546 - La pace fredda di Dayton
La serie dedicata alle parole della pace prosegue con gli accordi di Dayton del 1995, che misero fine alle ostilità di carattere etnico in Bosnia-Erzegovina.
Salutato inizialmente come un trattato in grado di fermare le armi, si è rivelato un accordo impotente davanti alla necessità di dare un presente ed un futuro alla regione. Da allora la Bosnia- Erzegovina vive in una situazione di pace fragilissima, esposta al vento dei nazionalismi e bloccata in qualsiasi attività istituzionale. Un accordo che ha portato il paese a vivere in una situazione di perenne incertezza, povertà e ricorso al sostegno della comunità internazionale.
Fri, 23 Feb 2024 - 23min - 3545 - Una pace quasi perfetta
Il Congresso di Vienna è stato spesso descritto come un tentativo di restaurare integralmente il mondo dell’Antico regime, cancellando gli effetti della Rivoluzione francese e dell’età napoleonica; dunque un progetto anacronistico e destinato al fallimento, per l’evidente impossibilità di riportare indietro l’orologio della storia.
Nella realtà il Congresso di Vienna fu molto più di questo, spiega Vittorio Criscuolo. Nello sforzo di creare uno stabile equilibrio tra le diverse potenze, i negoziatori ridisegnarono i confini e le regole dell’intero continente europeo, premessa a una pace duratura. Inoltre mostrarono realismo e moderazione nelle loro richieste, favorendo ragionevoli compromessi. Per questo in tempi recenti il giudizio degli storici sul Congresso di Vienna ha cambiato di segno, come sostiene Arianna Arisi Rota. Per la stessa ragione il Congresso di Vienna può offrire insegnamenti preziosi anche per il nostro tempo. E se è vero che feste, balli e spettacoli furono numerosi, molto si lavorò dietro le quinte; inoltre questa intensa vita mondana favorì l’affermazione di una più moderna cultura musicale e di nuove danze, a cominciare dal valzer, da questo momento indissolubilmente associato alla capitale austriaca, secondo Fabio Mòllica.
Thu, 22 Feb 2024 - 27min - 3544 - Donbass dieci anni fa
Sono passati dieci anni dall’inizio delle ostilità nella regione separatista russa del Donbass in Ucraina. Il mondo era a Sochi, dove si disputavano le olimpiadi invernali, pochi giorni prima dell’annessione della Crimea alla Federazione Russa.
La portata dell’arrivo degli “omini verdi” (così erano chiamati i soldati con uniformi verde anonimo e senza mostrine di riconoscimento) non fu subito compresa, ma per anni è stato difficile, se non incomprensibile, cercare di mettere nella giusta prospettiva la portata di quel conflitto.
Due anni fa (il 24 febbraio) tutto è diventato più chiaro. Il riconoscimento da parte di Mosca delle repubbliche separatiste ucraine considerate filorusse e l’allargamento della guerra all’intera Ucraina, segna da allora la vita dell’intera Europa.Colloquio con Cristiano Tinazzi, giornalista, collaboratore della RSI e autore del saggio sulla guerra in Ucraina Tutto questo dolore Paesi edizioni.
Wed, 21 Feb 2024 - 25min - 3543 - La Svizzera oggi secondo Sommaruga
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Quarta parte dell’intervista di Giovanna Riva a Cornelio Sommaruga. Egli commenta la situazione della Svizzera odierna confrontata con gli attacchi contro il segreto bancario e la crisi economica-finanziaria internazionale. Analizza i rapporti della Svizzera con l’UE, gli accordi bilaterali, l’eventuale adesione all’Unione e l’accordo di Schengen. Parla del ruolo della Svizzera nello scenario mondiale e di Ginevra per le organizzazioni internazionali. Definisce il concetto di neutralità permanente della Confederazione. Critica la politica dell’UDC di Cristoph Blocher.
Prima emissione 9 marzo 2009
Tue, 20 Feb 2024 - 25min - 3542 - I diritti umani: le sfide attuali del diritto umanitario
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Terza parte dell’intervista di Giovanna Riva a Cornelio Sommaruga. Egli commenta l’evoluzione e le sfide attuali del diritto umanitario confrontato con i crimini contro l’umanità. Elenca alcune misure per proteggere le popolazioni e per punire tali crimini portando quale esempio la Corte penale internazionale. Parla della responsabilità di protezione, del problema della sovranità degli stati, dell’ONU e del suo Consiglio di sicurezza. Riflette sull’universalità del diritto internazionale umanitario, criticato perché è basato su valori occidentali.
Prima emissione: 8 marzo 2009
Tue, 20 Feb 2024 - 26min - 3541 - Sommaruga dopo il CICR: il Centro Internazionale per lo Sminamento Umanitario
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Seconda parte dell’intervista di Giovanna Riva a Cornelio Sommaruga. Egli commenta il conflitto tra Israele e Hamas nella striscia di Gaza. Illustra la sua attività, lasciata la presidenza del CICR nel 2000, quale presidente del Centro Internazionale per lo Sminamento Umanitario (GICHD). Descrive il suo impegno per il soccorso immediato e la riabilitazione delle vittime di mine antiuomo sfociato nella Convenzione di Ottawa che proibisce la produzione e l’uso di queste armi. Parla del suo ruolo di presidente della Fondazione per il riarmo morale di Caux (ora Fondazione Caux-Iniziative) che gestisce un centro di incontri internazionali.
Prima emissione: 7 marzo 2009
Tue, 20 Feb 2024 - 29min - 3540 - La presidenza di Cornelio Sommaruga al Comitato Internazionale della Croce Rossa
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Giovanna Riva intervista Cornelio Sommaruga dopo averne tracciato un breve ritratto. In questa prima parte egli ripercorre la sua presidenza al Comitato Internazionale della Croce Rossa. Ricorda il ruolo e il mandato del CICR che deve proteggere e assistere le vittime di conflitti nel mondo sulla base delle Convenzioni di Ginevra. Parla del suo lavoro nell’ambito della sicurezza dei delegati e delle relazioni con i governi e con le organizzazioni internazionali. Commenta i principi fondamentali del CICR, la neutralità, l’indipendenza e l’imparzialità. Analizza l’evoluzione delle guerre nel mondo e il sempre maggiore coinvolgimento dei civili nei conflitti.
Prima emissione 6 marzo 2009
Tue, 20 Feb 2024 - 28min - 3539 - Cornelio Sommaruga
Una carriera diplomatica sempre attenta al rispetto delle persone. Cornelio Sommaruga (1932 – 2024) ha lavorato come diplomatico prima per la Confederazione poi per il Comitato Internazionale della Croce Rossa, di cui ha coperto l’incarico di presidente per dodici anni (1987 – 1999) per poi essere a capo del centro internazionale umanitario per lo sminamento (2000 – 2008). L’impegno per il rispetto della Convenzione di Ginevra, l’attenzione alla dignità e ai diritti umani, il ruolo che la Svizzera – come paese neutrale – deve ricoprire nella comunità internazionale sono sempre stati i suo i punti di riferimento ed hanno guidato ogni sua apparizione pubblica ed ogni suo intervento sui mezzi di comunicazione.
L’intervista di Giovanna Riva a Cornelio Sommaruga:
La presidenza di Cornelio Sommaruga al Comitato Internazionale della Croce Rossa
Sommaruga dopo il CICR: il Centro Internazionale per lo Sminamento Umanitario
I diritti umani: le sfide attuali del diritto umanitario
La Svizzera oggi secondo SommarugaTue, 20 Feb 2024 - 28min - 3538 - Sulla stessa rotaia
Manager, studenti e operai. Tutti sulla stessa rotaia. Con treni diversi, divisi per classe e destinazione ma accomunati dai binari che tangono assieme l’Italia, da Milano allo Stretto di Sicilia. Ventisei ore di viaggio in ventisei minuti, dai trecento chilometri orari dei Frecciarossa che ogni giorno trasportano la classe dirigente italiana ai convogli blu degli intercity che con lentezza ogni notte cullano gli operai che dal sud risalgono la Penisola in cerca di lavoro. Maurizio Guagnetti, giornalista e direttore del centro culturale radiofonico Stazione Radio, ha raccolto per la Rete Due le storie che corrono lungo i binari italiani.
Mon, 19 Feb 2024 - 27min - 3537 - Tra memoria e oblio
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Vi sono luoghi che non smettono di mantenere la memoria di ciò che vi accadde. Sia che venga misconosciuta, rimaneggiata, manipolata o oscurata, essa continua a permanere. È il caso fra l’altro di molti luoghi legati al periodo nazifascista, che ancor oggi agitano gli animi e producono dibattiti.
Quando dal balcone della Neue Hofburg di Vienna, prospiciente la centralissima Piazza degli Eroi, violando i trattati di pace della Prima guerra mondiale, il 15 marzo 1938 il dittatore Hitler annunciò l’annessione dell’Austria al Reich tedesco, quel balcone non era altro che un elemento architettonico.
A distanza di oltre 80 decenni, esso continua tuttavia a sollecitare riflessioni su come poter cancellare l’eco funesta di quell’evento e dare un nuovo ruolo e un nuovo significato a quei 200 mq, che allora come ora si aprono su una magnifica vista di luoghi chiave di Vienna: i musei di Belle Arti e di Storia Naturale, la Cancelleria di stato, la Presidenza della repubblica, il parlamento, il municipio, l’università, il Burgtheater.
Come quel balcone, in Europa vi sono molti luoghi controversi e marchiati da uno stigma indelebile, e il caso viennese può essere un esempio paradigmatico della rielaborazione di memorie scomode.
Con l’aiuto di storici, di documenti sonori, di commenti di allora e di opinioni di gente comune del nostro oggi, Flavia Foradini ha ricostruito i contorni del dibattito sulla ricerca di possibili soluzioni, portato avanti con determinazione nell’ultimo quinquennio dalla Casa della Storia Austriaca, sullo sfondo di annose quanto profonde esitazioni da parte del mondo politico. Un ristagno che potrebbe essere di casa anche altrove.
Prima emissione: 14 febbraio 2024
Thu, 21 Mar 2024 - 27min - 3536 - Antenne nel mondo
La giornata mondiale della radio, istituita dall’UNESCO, ha come obiettivo ricordare alcune funzioni essenziali delle emittenti. Nel giorno in cui le Nazioni Unite avviarono le prime trasmissioni da New York, è importante sottolineare la funzione delle stazioni in onde medie o in modulazione di frequenza presenti in realtà difficili, come la Repubblica Democratica del Congo o la Somalia.
La radio in quelle realtà assume una funzione decisiva come collante sociale, veicolo di informazioni di servizio e legame con il territorio. Anche nelle realtà postindustriali o “occidentali” le radio hanno questi obiettivi, ma la presenza delle emittenti in situazioni considerate vulnerabili dimostra il ruolo ancora fondamentale che una stazione radio assume in ogni parte del mondo.
Con Michele Zaccheo, responsabile del settore radiotelevisivo delle Nazioni Unite a Ginevra e Francesco Diasio, autore di Etere, storie di radio, antenne e frequenze nel mondo, edizioni Altraeconomia e impegnato con la FAO in progetti radiofonici in nazioni in via di sviluppo.
Tue, 13 Feb 2024 - 26min - 3533 - Giurisdizione universale in Svizzera
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Lo scorso luglio, l’ex comandante ribelle liberiano Alieu Kosiah è stato condannato dalla Corte d’appello del Tribunale penale federale (TPF) a 20 anni di carcere per crimini contro l’umanità. A gennaio 2024, sempre a Bellinzona, è invece cominciato il processo nei confronti dell’ex ministro dell’interno gambiano Ousmane Sonko. Fedelissimo del presidente Yahya Jammeh che ha retto con il pugno di ferro il paese dell’Africa occidentale per 22 anni, Sonko è accusato di vari crimini tra cui sparizioni forzate, tortura e violenza sessuale.
Questi procedimenti giudiziari rientrano nell’applicazione del principio della giurisdizione universale, che la Svizzera ha ratificato nel 2001.
In passato la Confederazione è stata accusata di eccessiva lentezza nel perseguire i responsabili di reati contro l’umanità commessi all’estero. I processi intentati in questi mesi segnalano un cambio di rotta. Si tratta di procedimenti giudiziari considerati “storici” per l’impegno della Svizzera contro l’impunità e a favore della giustizia universale.
A Laser abbiamo avuto ospiti uno dei testimoni chiave del processo Sonko, Mady Ceesay, giornalista gambiano, insignito dell’International Press Freedom Award dall’associazione internazionale in difesa dei giornalisti, il Commitee to Protect Journalists (CPJ) e Mostafa Brahimi, docente universitario e esponente in Algeria negli anni novanta del FIS, testimone del processo che avrebbe dovuto svolgersi a Bellinzona nei confronti dell’ex ministro Khaled Nezzar. A Ginevra abbiamo incontratoVony Rambolamanana, consulente giuridico senior di Trial International, ONG impegnata nella lotta di crimini internazionali e di sostegno alle vittime in cerca di giustizia. A Lugano con Paolo Bernasconi, avvocato, giurista e accademico, abbiamo affrontato i principi base sulla quale si fonda la giurisdizione universale.
Prima emissione: 6 febbraio 2024
Wed, 10 Apr 2024 - 24min - 3532 - Società Storica Lombarda
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Custode della memoria di Milano e della Lombardia da 150 anni: la Società Storica Lombarda, fondata il 21 novembre 1873 da Cesare Cantù, resta ancora oggi un punto di riferimento per i ricercatori. Nata per promuovere la storia milanese e lombarda, ma anche per tutelare il patrimonio culturale e fornire consulenza sulla toponomastica, la società conta oggi 400 soci.
Ripercorrere la storia di questa longeva istituzione, che ha avuto fin dalle origini stretti legami con il cantone Ticino, significa mettere in prospettiva passato e presente, per capire che cosa significhi oggi fare cultura nell’era del digitale, in cui la memoria storica sembra sempre più effimera e frammentata. A Laser sono ospiti Marina Bonomelli, segretario dell’associazione e la storica Maria Chiara Fugazza.Prima emissione: 2 febbraio 2024
Fri, 29 Mar 2024 - 26min - 3526 - Scrivere dove sta il limite
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Sono passati oltre tre mesi dalla terribile strage commessa da Hamas il 7 ottobre scorso. Da allora, l’esercito israeliano sta conducendo un’operazione militare senza precedenti nella Striscia di Gaza che, per la sua efferatezza, gli è costata l’accusa di genocidio di fronte alla Corte di Giustizia Internazionale.
IncontriamoRaja Shehadeh, scrittore e avvocato palestinese, nella sua casa a Ramallah. Giudici e avvocati da generazioni, gli Shehadeh si sono battuti per decenni per l’autodeterminazione dello stato palestinese.
Pur avendo avuto un rapporto difficile con il padre, Raja ha deciso di seguirne le orme diventando avvocato anche lui, e fondando, più tardi, l’organizzazione per i diritti umani al-Haq, che dal 1979 si occupa di documentare, facendo leva sul diritto internazionale, le violazioni commesse da Israele nei territori palestinesi occupati dal ‘67. Presto, la sua carriera legale si è andata a intrecciare con l’esigenza di scrivere e comunicare agli altri, secondo una narrativa politica intima, nostalgica e profonda, che gli ha portato diversi riconoscimenti internazionali.
Con Raja abbiamo parlato dell’enorme tragedia in corso. Ma per raccontare davvero chi è lui, e descrivere l’enorme bagaglio che da decenni si trascina dietro, non potevamo non inserire anche due estratti tratti dai suoi libri.
Uno, dal “Pallido dio delle colline.Sui sentieri della Palestinache scompare”, la sua opera più nota vincitrice dell’Orwell Prize nel 2008, e, l’altro, da “Potevamo essere amici. Mio padre ed io”, che gli è appena valso il National Book Award statunitense ma che, ancora, non è stato tradotto in italiano.
Prima emissione: 24 gennaio 2024
Tue, 26 Mar 2024 - 27min - 3503 - Ucraina, il Tempo del dubbio
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Ritornare ancora una volta in Ucraina in questo nuovo inverno di guerra, significa fare i conti con un Paese che affronta un tempo di malinconica disillusione. Le speranze dello scorso inverno, alimentate dalla straordinaria resistenza che il Paese intero aveva opposto all’invasore russo, devono oggi fare i conti con una realtà ancora diversa. La controffensiva non ha sfondato le difese costruite nei territori occupati, la Russia di Putin appare più salda, gli alleati occidentali vacillano. “Il Tempo del dubbio” è un viaggio tra città e campagne nel segno del freddo di un nuovo inverno. Un tempo in cui s’insinua un’idea lungamente respinta, quella di voltare pagina aprendo una trattativa.
Prima emissione: 28 dicembre 2023
Wed, 28 Feb 2024 - 24min - 3485 - A chi raccontare l’esodo
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L’espulsione delle popolazioni di lingua tedesca dall’Europa centro-orientale dal 1945 coinvolse oltre 12 milioni di persone, di cui più dell’85% provenivano dal territorio di Polonia e Cecoslovacchia. Centinaia di migliaia di altre persone di lingua tedesca furono costrette a lasciare Ungheria, Romania e Jugoslavia. Questa pagina della storia in Germania è stata a lungo trascurata perché troppo controversa. Dal 2021 la memoria di questi avvenimenti viene conservata e presentata al Dokumentationszentrum Flucht Vertreibung Versöhnung.
Cristiana Coletti ha incontrato Nils Köhler, direttore del dipartimento di documentazione e ricerca del Dokumentationszentrum Flucht Vertreibung Versöhnung, la scrittriceRoswitha Schieb, Andreas Stopp (giornalista), Ernst Stopp (testimone) e lo storico Antonio Ferrara.
Prima emissione: 12 dicembre 2023
Wed, 17 Apr 2024 - 26min - 3403 - Arthur Schnitzler: lettere, diari, donne e eredi
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Nella produzione di un autore, la corrispondenza e i diari costituiscono una preziosa possibilità di guardare per così dire dietro le quinte della creazione.
L’Accademia Austriaca delle Scienze sta lavorando da tempo sulle opere di Arthur Schnitzler, e anche sui diari e sul vasto corpus delle sue lettere.
Al microfono di Flavia Foradini, Martin Anton Müllerracconta l’impegno a tutto campo, anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, per offrire sia ai ricercatori che agli appassionati ampi sguardi sul laboratorio creativo di Schnitzler, grazie alla fitta corrispondenza con colleghi e intellettuali di primo piano del tempo, e grazie ai diari tenuti fino a pochi giorni prima della morte, avvenuta il 21 ottobre 1931, all’età di 69 anni.
Sullo sfondo scorrono la vita e la carriera del grande scrittore, che fu dapprima medico e poi fondamentale autore in quella Vienna asburgica a cavallo fra ‘800 e ‘900, così propizia alle arti e alle scienze.
per approfondire:
https://schnitzler-briefe.acdh.oeaw.ac.at
https://schnitzler-tagebuch.acdh.oeaw.ac.at/
pdf dei diari:
https://www.austriaca.at/arthur_schnitzler_tagebuch
ancora Schnitzler su Rete Due:
Flavia Foradini, Arthur Schnitzler: uno sguardo diagnostico sul mondo
Prima emissione: 25 ottobre 2023
Tue, 09 Apr 2024 - 27min - 3348 - L’uomo sotto l’olmo
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A ridosso della piramide Cestia e delle mure Aureliane a Roma, accanto alla trafficata via Ostiense e nei pressi del quartiere Testaccio, si può visitare un luogo antico in cui trovare pace. E non perché sia soltanto un cimitero, come in effetti è, ma perché tutti gli elementi fondamentali della natura sono lì in equilibrio fra loro: Terra, Acqua, Aria, Fuoco.
Parla allora di respiro l’attore Giuseppe Cederna e parla di energia l’autore Alessandro Rubinetti, entrambi frequentatori di un posto che permette di ritrovare l’altro elemento prezioso dei nostri tempi, il tempo. Quanto tempo abbiamo per trovare la nostra voce e ascoltare le altre?
Artisti fra gli artisti, sussurrano al microfono i loro percorsi di poesia e memoria. E mentre si ragiona di oggi si scopre la storia di ieri, dal 1716: conosciuto anche come cimitero protestante o “degli inglesi”, il cimitero ospita cittadini stranieri di confessione protestante o greco scismatica così come cattolici di famiglie di diversa confessione o che si sono distinti per l’impegno civile o artistico, come spiega la direttrice Yvonne Mazurek, consapevole custode di un luogo unico, dove passato e presente convivono e in cui si torna per rinnovata curiosità e necessità di sosta.
Colpisce la varietà di specie vegetali, le forme architettoniche e scultoree, le incisioni coi nomi dei più noti artisti inglesi e tedeschi, ma anche americani, scandinavi, russi, greci. Svizzeri come i pittori Salomon Corrodi e suo figlio Arnold, italiani come Carlo Emilio Gadda, Amelia Rosselli, Antonio Gramsci, Andrea Camilleri e da poco anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Mi dice l’uomo sotto l’olmo: «Il mondo dei morti è un mondo vivo, e se c’è una cosa che sento qui è che non devi essere amante della morte per venire in un cimitero, devi essere amante della vita».
Prima emissione: 13 ottobre 2022
Mon, 12 Feb 2024 - 23min - 3347 - Bimbo in braccio
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Il patetismo dell’infanzia culmina oggi nell’alone di eccezionalità che circonda la procreazione. L’infertilità diffusa induce molte coppie a ricorrere alle tecniche di procreazione medica assistita, che carica la sacralità della vita che sorge di una componente scientista. Si sono moltiplicate le cliniche, che garantiscono pacchetti tutto compreso con una garanzia dal nome eloquente: “Bimbo in braccio”. Si sono aperti gigantesche questioni etiche come l’utero in affitto, la monogenitorialità, le famiglie arcobaleno, ecc.
La trasmissione si propone di indagare come sia mutata la nostra consapevolezza della nascita attraverso le testimonianze di uno psicanalista e di una bioeticista, che ci parleranno dell’infertilità psicogena e delle interminabili peripezie affrontate dalle coppie per la procreazione.
Prima emissione: 11 ottobre 2023
Thu, 11 Apr 2024 - 25min
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